. Diagon Alley .

305 13 2
                                    


La sveglia trillava in modo ritmato e fastidioso. Emma si arrotolò più strettamente nelle numerose e calde coperte, cercando di soffocare quel suono e di riprendere il sogno che oramai, come un pallido ricordo, stava svanendo.

La ragazza sbuffò, ancora a occhi chiusi, gettò da parte le coperte e allungò un braccio verso il comodino per spegnere l'oggetto infernale, borbottando un "arrivo mamma" appena strascicato. Non trovando però il posto a cui appoggiarsi, il braccio cadde pesantemente nel vuoto e la mano andò a urtare la gamba del letto in ferro battuto.
Il dolore la svegliò.

Emma balzò a sedere, stringendosi la mano dolorante al petto e guardandosi intorno con occhi sbarrati. Non era a casa, non c'era sua madre che la chiamava: era nella sua nuova stanza. L'emoor sbatté confusamente le ciglia, ma poi corse alla libreria, che la sera prima aveva chiuso e l'aprì, trovando dall'altra parte, un Severus Piton vestito di tutto punto, che la guardava piuttosto corrucciato.

 "È successo qualcosa?" chiese, agitata per la corsa, il cuore in gola.
In risposta l'uomo mosse la bacchetta con un colpo secco e il fastidioso rumore, così simile ad una sveglia, cessò improvvisamente.
"Mi sembrava di averti detto che le protezioni imposte alla tua stanza non consentono l'accesso a nessuno se non a te e che sono estremamente utili in caso di una situazione delicata. Tuttavia non mi sembra in questo momento ci sia un pericolo imminente e se tu chiudi la libreria e hai un sonno tanto pesante, non vedo come potrei svegliarti se non con un incantesimo sveglia che, tra l'altro, sto facendo andare avanti da cinque minuti."
"Oh, sono in ritardo?" domandò lei imbarazzata.

Severus le lanciò un'altra occhiata contrariata.
"Per tua fortuna la famiglia Weasley è nota per i suoi ritardi almeno quanto tu lo sarai per il tuo sonno profondo, l'elfo ti ha preparato la colazione. Sbrigati, perché una cosa che non tollero è la mancanza di puntualità." sibilò il tutore magico, dandole le spalle con uno svolazzo del mantello scuro che indossava.

Emma annuì e subito si affrettò a prepararsi. Si tuffò sotto il getto della doccia, che contribuì a svegliarla definitivamente, si vestì velocemente e corse in cucina dove l'attendeva un'abbondante colazione "Glimpsy non c'è?" chiese.
"Credo sia andato a Hogwarts, tornerà questa sera per la cena." mormorò annoiato Severus in risposta. Era comodamente seduto sulla poltrona lisa, intento a leggere un grosso tomo. Emma non aggiunse nulla, mangiò in fretta nel silenzio più totale, rotto solo dal fruscio delle pagine del libro che l'uomo leggeva.

 Quando la ragazzina si alzò dal tavolo portando la ciotola vuota nel lavello, l'uomo le lanciò un mezza occhiata veloce, si alzò a sua volta dalla poltrona con un movimento pigro ed entrò senza una parola nella sua stanza, per poi uscirne un attimo dopo portandosi dietro una mantella. Con estremo stupore dell'emoor, Piton si avvicinò a lei e le porse frettolosamente l'indumento.
"Sei pregata di non sporcarla, perderla, o incendiarla. Merlino solo sa di cosa siete capaci voi ragazzini. La mantella era di mia madre e te la affido unicamente perché Silente mi ha pregato di farti sentire a tuo agio e andando a Diagon Alley, con quegli abiti babbani, in questo periodo dell'anno, rischieresti di attirare troppo l'attenzione".
Solito tono strascicato, annoiato e disinteressato.

Emma afferrò la mantella senza alzare lo sguardo, mormorando un grazie a bassa voce. Era di ottima fattura, anche se visibilmente usata; verde scuro, calda, con un ampio cappuccio e un sottile gancetto da allacciare sotto il collo a forma di serpente. La ragazzina fece per domandare qualcosa di più, ma in quel momento bussarono energicamente alla porta e Severus si affrettò ad aprire.

 Un secondo dopo i coniugi Weasley irruppero nella stanza, portando una fresca ventata di allegria. Entrambi rossi, lei piccola e grassoccia, lui alto e con degli occhiali in corno piuttosto buffi poggiati sul lungo naso, salutarono quasi all'uninsono Piton per poi rivolgere grandi sorrisi accoglienti alla ragazza.

"Oh, tu devi essere Emma. Silente mi aveva detto che eri piccina, ma non mi aspettavo una ragazzina così magra, sembri la metà di Ginny! Ma le dai da mangiare Severus!?" disse in fretta la signora Weasley, con la fronte corrucciata dalla preoccupazione.
"Posso assicurarti che è stata rifornita del cibo necessario alla sopravvivenza, Molly e comunque è qui solo da ieri. Credo che tu debba prendertela con i suoi genitori." strascicò il tutore con un tono leggermente sdegnato.
"Severus!" ribatté lei, arrossendo leggermente sulle gote tonde "sia mai che io faccia una cosa del genere, ma devi ammettere che sembra necessitare di un bel piatto di Porridge! Voglio dire, nemmeno Harry era così magrolino quando l'ho visto la prima volta e gli zii lo affamavano."

Lo sguardo di Piton si indurì impercettibilmente ed Emma pensò fosse causato dal comportamento della donna. In effetti l'accanimento di Molly Weasley poteva risultare invadente, anche perché lei, per quanto magra, non era affatto denutrita, ma se la ragazzina non riusciva a non provare un'immensa simpatia per quella signora amorevole e preoccupata per la sua salute, che ora guardava la stanza polverosa con malcelata curiosità, evidentemente lo stesso non era per il suo tutore.

 "Bene, se non ci sono altre pungenti osservazioni da fare... non doveva esserci anche vostra figlia?" domandò pigramente Severus.
"Oh sì!" intervenne il signor Weasley con un largo sorriso entusiasta "è qui fuori che ti aspetta Emma, non vede l'ora di conoscerti."
"Perfetto" strascicò Piton con distacco "Emma, allora va fuori, mentre io scambio due parole con Molly"
L'emoor lanciò lui un'occhiata incerta e dondolò sui piedi.
"Posso chiederti una cosa Severus? In privato..."
L'uomo la guardò torvo, ma poi con un secco "scusate" ai Weasley fece un passo indietro ed Emma si avvicinò lui con il cuore in gola.

Le Ombre di HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora