.Il Ballo del Ceppo.

221 13 2
                                    


Fuori dalle finestre della torre di Corvonero il cielo era plumbeo e la neve cadeva in leggeri volteggi da tutto il giorno, provocando epiche battaglie a cui l'emoor non aveva potuto partecipare, in quanto era stata letteralmente rapita da Lilith, Sarah e Luna che si erano messe d'impegno per trasformare lei e Carmen in due bellezze. Se però la mora aveva accettato di buon grado il trattamento, con tanto di risatine divertite e compiaciute, Emma si era mostrata restia e aveva fatto quasi impazzire Lilith, tentando più volte di sfuggire alle sue cure, con sbuffi e nervosismo diffuso, mentre la biondina cercava di sistemarle i lunghi capelli.

Eppure in quel momento, davanti alla superficie riflettente dello specchio che la obbligava a venire a patti con il risultato, l'emoor dovette ricredersi. Carmen era splendida e sensuale nel suo lungo vestito rosso, ma Emma non la vide che di sfuggita, perché i suoi occhi si incollarono alla propria figura. Era incredula, non sembrava neppure lei.

I lunghi capelli ricadevano come sempre sciolti sulle spalle, ma i riccioli erano accuratamente definiti, per nulla arruffati o ribelli, così che la sua chioma sembrava infinite volte più folta e lucida e i riflessi rosso ramato, che solitamente si perdevano con il colore chiaro generale, risaltavano magnificamente. Lilith aveva optato per farle un trucco leggero e naturale, che faceva brillare il suo sguardo cupo, dove verde e nero si miscelavano e il rosso che le imporporò le guance completò il quadro, rendendola deliziosa.

Emma si sentì bella ed era una sensazione strana e nuova.
Il vestito verde, così agghindata com'era, non le apparve più qualcosa di eccessivo o non adatto a lei, sembrava che glielo avessero cucito addosso. Il corpetto aderente risaltava le forme appena abbozzate di una ragazza in crescita, ma per nulla sgraziata e la morbida gonna lasciava appena intravedere nello spacco le gambe magre e ben proporzionate.

"Ma come avete fatto?" mormorò senza parole.
"Diciamo che la materia prima non era male." la stuzzicò Lilith, sorridendole allegra con aria soddisfatta.
"Siete stupende!" dissero Sarah e Luna all'unisono, la prima emozionata e la seconda leggermente stralunata.

Uscirono dal dormitorio tutte insieme, quasi ridacchiando complici e quando scesero le scale a chiocciola e arrivarono nella Sala Comune, Emma vide Sean e James voltarsi a guardarle e sgranare gli occhi stupiti insieme ad alcuni ragazzi del quinto anno. L'emoor sentì un piacevole calore sulle guance nel vedere la loro reazione e arrossì, facendo un goffo tentativo di saluto nella loro direzione.

"Merlino impagliato, ragazze. Siete splendide!" esclamò Sean, muovendosi verso di loro, mentre anche James gli andava dietro, arrossendo furiosamente quando Emma di istinto lo abbracciò.
"Non tornate tardi e fate le brave" inntervenne Lilith, rompendo l'imbarazzo che si sarebbe potuto creare.
  "Sì, mamma" ammiccò Carmen, che a differenza dell'emoor sembrava estremamente a suo agio con quegli sguardi ammirati.
"Ci raccontate tutto dopo, vero?" domandò Sarah, con un timido sorriso e le due ragazze annuirono avviandosi verso l'uscita.

L'emoor fece un grosso respiro: stava andando al Ballo del Ceppo.

*

Emma ed Hermione avevano appena abbandonato la biblioteca e stavano ancora parlando di Victor Krum, quando due ragazzi di Beauxbatons si avvicinarono. Uno di loro l'emoor lo conosceva: era Gabriel Tullier, aveva cenato di fronte a lei all'arrivo a Hogwarts e insisteva a salutarla un po' ovunque, ma l'altro l'aveva solo visto qualche volta al suo tavolo e fu lui che si rivolse ad Hermione.

"Scusa, mi chiedevo se volessi venire con me al ballo." disse con tono esageratamente solenne, quasi in un inchino e la Grifondoro arrossì compiaciuta.
"Mi spiace, ma sono già occupata."
"Oh. Non importa" rispose l'altro, gonfiando ridicolmente il petto e fece per girarsi verso Emma che si sentì impallidire, capendo che stava per essere scelta come ruota di scorta.

"
E tu vuoi venirci al ballo con me?" chiese.

L'emoor serrò i denti e fece per rispondere con i dovuti toni, le guance colorite di uno sgradevole rosso, ma Gabriel Tullier si mise in mezzo, anticipandola.
"No, Fabièn. Lei è occupata, viene al ballo con me."
"Non me lo avevi detto" disse sospettoso l'amico.
"Te lo avrei detto dopo" si schernì l'altro.

Emma rimase in silenzio, osservando curiosa il povero Fabièn che si allontanava borbottando, mentre Gabriel si voltava verso di lei con un largo sorriso.
"Non ti dispiace?" chiese con espressione cortese che brillava sul volto affilato "Posso dire lui che mi hai bidonato se non ti va. Mi sembrava poco carino che ti invitasse solo per un no ricevuto."

Era alto e bello, gli occhi azzurri gentili e i capelli castani tenuti piuttosto lunghi. I lineamenti sottili del viso erano illuminati da un largo sorriso e il tono di voce, contaminato dall'accento morb
ido francese, fece sorridere istintivamente l'emoor. Non le dispiaceva affatto.

"
No, davvero. Gabriel giusto?"
"E tu Emma." disse lui e l'emoor annuì.
"Esatto. Emma O'Shea"
"Allora, sarai la mia dama?"
"Se tu sarai il mio cavaliere"
"Affare fatto" rise, inclinando leggermente il capo all'indietro, prima di fare un leggero cenno di saluto a entrambe e allontanarsi a passo svelto.

Emma lo guardò, come poco prima aveva visto allontanarsi Draco Malfoy e un piacevole tumulto le si agitò nello stomaco. Sarebbe andata al ballo. Avrebbe indossato il suo meraviglioso vestito e forse anche il biondo Serpeverde l'avrebbe notata. Era un pensiero meschino nei confronti di Gabriel, ma l'emoor non poté non farlo e dentro di sé arrossì furiosamente per l'audacia mostrata e si rese conto, con piacere, di non aver trovato un rospo come cavaliere. Hermione di fianco a lei le diede una gomitata divertita.

Le Ombre di HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora