.Calici. Gemelli. Scuse.

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Attendevano ormai da più di mezzora le scuole straniere, avvolti nei mantelli, inutilmente indossati per cercare di combattere il freddo pungente che sembrava essere arrivato proprio in quel momento. Emma, di cattivo umore, cercava con tutte le sue forze di non battere i denti, stretta tra Lilith e James, nel tentativo vano di accumulare del calore e malgrado la curiosità di vedere l'arrivo degli ospiti avesse ormai contagiato anche lei, non riusciva a smettere di insultare mentalmente ogni singolo studente di Durmstrang e Beauxbatons per quel ritardo.

 "Chissà perché ci mettono tanto" borbottò Sean accanto a James, mentre l'altro scuoteva le spalle, rassegnato all'attesa.
Stavano già perdendo le speranze, agognando un pasto caldo sotto la volta della Sala Grande, quando un ragazzo di Tassorosso gridò improvvisamente "Guardate!" e tutti si agitarono sul posto, scrutando dove indicava e con più sollievo che eccitazione, Emma e compagni si accorsero che qualcosa si muoveva all'orizzonte.

Fu probabilmente uno degli arrivi più teatrali della storia. Una carrozza imponente, finemente decorata e trainata da numerosi cavalli bianchi, arrivò in volo dal cielo a una velocità impensabile e quasi contemporaneamente un gorgoglio inquietante increspò la superficie liscia del lago nero, svelando, pezzo dopo pezzo un enorme veliero, che sembrava giungere, senza nessuna logica possibile, proprio dalle profondità delle sue acque.

Partì un applauso spontaneo dalle file degli studenti di Hogwarts, coinvolgendo anche Emma e i suoi amici, mentre i ragazzi e le ragazze delle due scuole, dopo essersi fatti largo nella folla che li attendeva, avanzarono verso l'ingresso impettiti e alteri, tutti elegantissimi nelle loro divise.
L'emoor, che covava un po' di rancore a causa della gelata a cui l'avevano sottoposta nell'attesa, notò, con subdolo piacere e orgoglio, che erano rimasti tutti estasiati alla vista di Hogwarts, senza che nemmeno i rigidi Bulgari riuscissero a nasconderlo.

Tutti grati che quella cerimonia d'arrivo sicuramente interessante, ma piuttosto umida e fredda, fosse finita, anche gli studenti di Hogwarts cominciarono a spintonarsi per tornare al tepore del castello e alle tavole splendidamente imbandite nella Sala Grande.
L'emoor era disorientata dalla quantità di persone che sembrava occupare ogni singolo spazio, in particolare quando si ritrovò il tavolo di Corvonero completamente invaso dagli studenti di Beauxbatons.
"Ma quanti sono?" chiese scioccata Lilith osservando la tavolata.
"Troppi" sentenziò Emma secca e James e Sean, appena dietro di lei, scoppiarono a ridere per il suo tono esasperato.

Si fecero spazio nella folla. I gemelli Harrods avevano inutilmente cercato di tenere il posto per tutti loro, ma Emma, Sean, Lilith e James dovettero accontentarsi di sedersi in fondo al tavolo, quasi sotto la tavolata dei professori. Il malumore dell'emoor aumentò esponenzialmente quando si accorse che poteva vedere fin troppo bene Severus da quella posizione, ma si riprese un poco quando, dopo il benvenuto sinceramente espresso dal preside e le dovute presentazioni, poté approfittare del gustosissimo banchetto ricco di specialità inglesi, francesi e bulgare.

Bastò poco tempo passato tra cibo e risate collettive, perché si sentisse decisamente più allegra e iniziasse perfino a fare amicizia con due giovanotti di Beauxbatons che se la cavavano piuttosto bene con l'inglese: Gabriel Tullier e Florian Germain. E servì meno di un'ora perché si ritrovasse completamente dimentica del freddo e l'attesa fatta, tanto che quando a fine cena il preside si alzò per fare i dovuti annunci, lei e i suoi amici, così come tutti gli altri studenti, si voltarono per ascoltare, tutti elettrizzati alla sola idea del torneo, senza più un briciolo di astio.

  "... il calice di fuoco sarà..." spiegò Silente.
"Un calice!" esclamò Sean a bassa voce "Un calice! E come farà a capire se siamo o no maggiorenni?"
"Shh!" gli intimò Lilith, sporgendosi ad ascoltare il preside che continuava a parlare tranquillo.
"... mi occuperò personalmente di porre una linea d'età..."
Sean sbuffò sonoramente e Lilith diede lui dei piccoli colpetti sulla spalla, fingendosi molto dispiaciuta, ma Emma vide i gemelli Harrods iniziare a confabulare tra loro e i Weasley esprimere tutta la loro indignazione a voce più alta dal tavolo di Grifondoro.

"Dan e Luke si metteranno nei guai se cercheranno di seguire Fred e George" mormorò l'emoor con apprensione e James le sorrise.
"... Ora andate a riposare. Buonanotte a tutti e buona fortuna ai futuri campioni" concluse Silente.
Si alzarono insieme, piacevolmente pieni e rilassati dopo il tanto mangiare ed Emma, mentre ascoltava distrattamente la spiegazione vivace di Sean su cosa fosse una finta Wronsky, si accorse di Ginny Weasley che si avvicinava al suo tavolo facendosi spazio tra la folla e scusandosi con i compagni di Casa si mosse svelta nella direzione della Grifondoro.

"Allora, come sono i nostri francesi?" chiese la rossa, facendo un cenno verso Gabriel e Florian che si stavano allontanando, chiacchierando tra loro.
"Simpatici." rispose Emma sincera.
"Staranno nel vostro dormitorio?"
"No, credo torneranno alla loro carrozza."
Ginny annuì in fretta "Anche quelli di Durmstrang tornano alla nave, o forse dovrei dire vascello. Hai visto Victor Krum?"

L'emoor annuì, aveva sentito lo stupore generale quando il bulgaro era sceso dalla nave e James le aveva spiegato, con molta pazienza, chi fosse, mentre Lilith e Sean si erano sperticati in una serie di colorite descrizioni delle sue acrobazie sulla scopa.
"Mio fratello è quasi esploso di rabbia quando si è seduto al tavolo di Serpeverde." disse Ginny con espressione esasperata "Credo speri ancora di offrirgli il suo letto... patetico, no?"
"Ron dici?" chiese Emma con un leggero ghigno "Si può sapere perché critichi sempre tuo fratello?"
"Perché è un idiota!" disse asciutta la rossa.
"Ginny!" la rimbeccò l'emoor, facendosi sfuggire un mezzo sorriso.
"Che c'è? È vero." ribatté l'altra ridendo.
"Verissimo!" aggiunse la voce di George apparso alle loro spalle.
"Niente di più vero!" precisò Fred.

I due gemelli, che sembravano essersi effettivamente materializzati dal nulla, sorrisero sornioni alle due ragazzine, le smorfie scanzonate e le mani affondate nelle tasche dei pantaloni della divisa. Erano come sempre arruffati, contro tutte le regole scolastiche: Fred portava la cravatta aperta sul petto, George era solo in camicia.
"Oh eccovi" sussultò l'emoor, sorridendo "avete finalmente smesso di sperare che riuscirete a partecipare al torneo?"
"Niente affatto!" le rispose Fred, avvicinandosi a lei con aria furba "Anzi, abbiamo un piano bello e buono, O'Shea."

Emma roteò gli occhi, scuotendo appena il capo.
"Se dovete fare qualche sciocchezza tenete fuori Dan e Luke Harrods."
"E perché dovremmo farlo?" chiese ancora con tono falsamente stupito Fred "Quei due ci adorano, farebbero da pasto a una Acrumantola se solo glielo chiedessimo"
"Forse non vi è passato per la mente, ma può essere pericoloso." disse l'emoor con tono severo "Silente ha detto che della gente è morta in quel torneo: dovete fare attenzione".

George aggrottò la fronte osservando l'amica per un istante, prima di girarsi perplesso verso il gemello "Merlino Freddie! La piccola Emma quando fa così non assomiglia a Hermione Granger?"
L'altro strabuzzò gli occhi, esageratamente colpito "Copia sputata"
"Siete i primi a dirmelo, ma lo prendo come un complimento! Ginny mi ha detto che è la migliore del suo anno." sorrise Emma.
"Non voleva essere un'accusa." disse George, facendole l'occhiolino e la piccola Weasley al suo fianco ridacchiò.

 "Beh domani vedrai cosa ci inventeremo" intervenne spiccio Fred, facendo un grosso sbadiglio "ora però noi andiamo a nanna, le nostre menti argute hanno bisogno del giusto riposo!"
"State attenti" ribadì un'ultima volta la Corvonero, consapevole di quanto fossero vane le sue parole.
"E dai Emma, tu non hai idea di quante ne abbiamo combinate io e Fred" le disse George, avvolgendole le spalle in una stretta amichevole "facciamo così, se domani il nostro esperimento fallirà..."
"Non accadrà" sottolineò Fred.
"No infatti" riprese George "ma nel remoto caso in cui fallisca, sarò pronto a farti le mie più sincere scuse e ti prometto che ti farò uno splendido regalo quando sarò finalmente ricco e famoso."

L'emoor rise sincera, guardando la faccia fin troppo allegra del gemello "Affare fatto" rispose.
"L'ultima volta che avete scommesso contro di lei non è andata benissimo" fece notare Ginny ai due.
"Concesso" incassò George diplomatico, facendo ridere gli altri tre.
Emma salutò i due Weasley, che raggiunsero subito Lee Jordan che li stava aspettando per tornare in torre e si avviò fuori dalla Sala insieme a Ginny a cui diede la buonanotte al solito bivio, prima di raggiungere in fretta il dormitorio. Si sentiva stanchissima.

Sarah e Carmen stavano già dormendo quando arrivò alla stanza che divideva con loro, mentre Luna leggeva il Cavillo con aria assorta e Lilith la aspettava seduta sul letto sveglia.
"Ci hai messo un sacco ad arrivare." disse la biondina.
"Mi sono fermata a parlare con i gemelli Weasley, ho cercato di dissuaderli a mettersi nei guai." rispose Emma, facendo un cenno di saluto a Luna che le sorrideva pacatamente.
"Ci sei riuscita?" domandò curiosa la biondina.
"A dissuaderli?" chiese l'emoor "Naturalmente no."

Lilith rise "Come sono?"
"Chi?"
"I gemelli."
"Simpatici."
"Sono diversi tra loro?" chiese.
"Beh fisicamente no, lo vedi tu stessa" rispose Emma aggrottando appena la fronte "però io li riconosco. Caratterialmente, sembrano molto simili, ma non lo sono. Io per esempio credo di essere più affine a George, che a Fred."

 "Davvero?" domandò la bionda, sembrava piuttosto scettica.
"Sì, perché?"
"Non so, sono gemelli, sembrano uguali..."
"Dan e Luke non sono uguali"
"Hai ragione." concluse alla fine l'altra e sembrò rifletterci su, guardando assorta il suo baldacchino. Emma si mise sotto le coperte e rimase in silenzio a lungo, ascoltando la voce di Luna che canticchiava tra sé sognante una canzone sconosciuta. Aveva l'impressione che Lilith volesse aggiungere qualcosa, ma non voleva forzarla a parlare. Chiuse gli occhi con un sospiro, ma prima di scivolare nel sonno, l'amica la chiamò di nuovo.

 "Emma"
"Si?" chiese l'emoor.
"Nulla, buonanotte."
L'emoor pensò di insistere, ma poi si rese conto che l'amica non avrebbe detto nulla sotto torchio, quindi rispose alla buonanotte e sistemandosi meglio nel letto, crollò.

Le Ombre di HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora