.Colpevole.

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Emma si massaggiò le tempie tenendo gli occhi chiusi e respirando piano, mentre Harry raccontava quello che era successo per l'ennesima volta alle persone presenti nell'infermeria.
C'era una grande confusione, tutti cercavano di spiegare il proprio punto di vista per ricostruire l'accaduto, ma nessuno sembrava conoscere davvero l'interezza degli eventi e si parlavano uno sopra l'altro, con foga, creando scompiglio.

La ragazza sentì un moto di gratitudine per il Grifondoro, che aveva capito quanto lei fosse rimasta ferita da quella notte e le aveva fatto da scudo davanti alla curiosità di tutti, prendendosi l'incombenza di essere lui a raccontare ogni cosa e a sorbirsi tutte le domande necessarie, nonostante fosse altrettanto stanco e sconvolto.
Era il dolore a unire in quel momento Harry ed Emma. Il dolore e la comprensione di essere rimasti soli, con troppi dubbi e domande.

La mancanza di fiducia latente, il non detto, il nervosismo accumulato in quei giorni erano stati spazzati via, lasciando tra loro solo una profonda empatia e voglia di proteggersi a vicenda.
Il ragazzo parlava svelto, canalizzando l'attenzione di tutti su di sé, solo Molly continuava a ringraziare l'emoor in piccoli singhiozzi per aver salvato Bill da Greyback ed Emma annuiva solo nella sua direzione, imbarazzata, senza avere il coraggio di osservare il volto lacerato del ragazzo.

Quando un silenzio inatteso si espanse nella piccola stanza, la Corvonero si azzardò a socchiudere gli occhi, per osservare le persone disposte a semicerchio intorno a loro.
C'erano Lupin e Tonks, i volti contratti, la McGranitt che sembrava invecchiata di colpo e Vitious a sua volta su un lettino.
La professoressa Sprite era appena uscita dalla stanza insieme a Lumacorno per andare a parlare con gli altri docenti e assicurarsi che il corridoio venisse ripulito e che tutti gli studenti fossero a letto.
"Parlerò con i fantasmi perché mi aiutino a controllare ogni cosa" disse la donna con voce grave, chiudendosi la porta alle spalle.

Nessuno rispose, tutti erano immobili, come fatti di ghiaccio, solo Madama Chips sembrava non riuscire a fermare il suo lavoro, come una figura evanescente. Si muoveva nell'infermeria con occhi lucidi e sgranati, animata da una strana frenesia. Emma l'aveva vista parlare sotto voce con Remus e poi, quando era tornata di nuovo da lei, guardando con sguardo critico la sua ferita, l'aveva sentita mormorare "povera ragazza".

Molly invece era accanto al marito, affiancata anche dalla bella Fleur, china sul capezzale di Bill, ancora incosciente. Lilith e James stazionavano in piedi a fianco del lettino dove stava Emma e Ginny, silenziosa e preoccupata, era seduta con lei, mentre le circondava le spalle con fare protettivo, pronta a scattare in sua difesa, gli occhi nocciola fissi però su Potter. Ovviamente Hermione e Ron erano ai lati proprio di Harry, come due fedeli soldati, tesi e scuri in volto e accanto a loro sedeva Kingsley, rigido e concentrato.

"Chi l'avrebbe mai detto?" mormorò Vitious assorto, spezzando il silenzio "voglio dire, tutti abbiamo avuto dei dubbi su Piton, ma Silente è sempre stato così certo di lui..."
"Ci ha sempre lasciato intendere che ci fosse qualcosa che non sapevamo..." aggiunse subito la McGranitt.
Le parole rimasero sospese nell'aria e l'emoor sospirò. Nemmeno lei riusciva a capire cosa fosse successo e non poteva certo biasimarli per essere arrivati alle loro conclusioni, perché erano possibili.
Eppure, sentiva nel profondo che qualcosa le stava sfuggendo, che c'erano dettagli e parole a cui avrebbe dovuto dare importanza e sperava di riuscire a fermare il delirio emotivo che aveva nel petto per mettere tutti i pezzi al loro posto.

"Io so perché Silente si fidava." disse Harry con tono fermo e forse un poco arrabbiato e tutta la sala si girò di nuovo verso di lui "Piton è stato quello che ha detto a Voldemort di uccidere i miei genitori. Gli ha rivelato la profezia e poi si disse pentito. Silente era convinto della sua sincerità per qualche motivo."
L'emoor alzò la testa di scatto, stupita: non aveva idea di ciò che diceva il Grifondoro.

Quando Silente le aveva detto che lui si fidava completamente di Severus, aveva semplicemente preso per vere quelle parole e fatto il suo atto di fiducia come le era stato chiesto.
Si rese conto in quel momento che non sapeva in realtà nulla del periodo in cui Piton aveva preso il marchio. Questo perché il tutore era sempre stato piuttosto evasivo a riguardo e aveva lasciato intendere che si trattasse di un momento doloroso del suo passato. Lei aveva rispettato la sua privacy, ma ora quella mancanza di informazioni, quel passato così ingombrante, incombevano terribile su tutti loro, alimentando ogni dubbio e paura.

"Ma Silente non può averci creduto." mormorò Lupin sconvolto "Piton odiava James. Si odiavano entrambi e..."
"Pensava che mia madre fosse una Sangue Sporco" specificò Harry.
Gli occhi del mannaro saettarono in quelli del protetto e sembrarono fremere appena, carichi di dolore ed Emma deglutì a disagio nel vedere il suo turbamento, perché non aveva mai visto Remus perdere il controllo.

Guardarlo farsi sempre più grigio, il volto segnato pieno di sofferenza, era come invadere uno spazio troppo fragile e personale, così pieno di qualcosa che Emma non riusciva a comprendere, ma che era probabilmente profondamente legato alla solitudine di Lupin e alla morte di Sirius, che lo aveva segnato come una cicatrice sgraziata, oltre che alla perdita passata dei genitori di Harry.

Le Ombre di HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora