.L'ago della bilancia.

212 7 4
                                    


La ragazza bionda, con lunghi capelli mossi pieni di riflessi ramati, girò l'angolo come una furia. Gli occhi verdi, colmi di strane ombre, assottigliati dalla rabbia e le labbra serrate da un tale disappunto che avrebbe fatto tremare anche il più coraggioso dei Grifondoro.

Se poi il Grifondoro in questione l'avesse riconosciuta come l'emoor Emma O'Shea, appartenente alla Casa di Corvonero, pupilla del Mangiamorte Severus Piton, davanti a quell'espressione contrariata se la sarebbe data a gambe, in barba al suo coraggio decantato, senza il minimo tentennamento. In quel caso, però, non si trattava di un temerario Grifondoro, bensì di un ostinato Serpeverde e poteva essere solo peggio.
"Draco!" quasi urlò Emma, incurante delle poche teste che si girarono curiose verso di loro.

Diagon Alley era quasi deserta, silenziosa e cupa, ben diversa dalla cittadina in cui l'emoor aveva comprato piena di gioia la sua bacchetta insieme alla famiglia Weasley, quella che sembrava una vita prima. Quel giorno pochissime persone si aggiravano da sole e tutti sembravano avere fretta di togliersi dalla strada.

"Draco fermati" sibilò la ragazza, di nuovo, portando d'istinto la mano alla bacchetta nascosta nella mantella verde, ma lui continuò a ignorarla apertamente.
Camminava a passo spedito e l'emoor, più minuta, doveva correre per riuscire a stargli dietro.
Alle sue spalle sentì i passi affrettati di Narcissa che arrancava sulla strada in sassi, senza tuttavia perdere la consueta eleganza, ma Emma non si voltò a guardarla, gli occhi puntati sulla testa di Malfoy.

"Draco!" tentò di nuovo, ma ancora una volta il biondo non si girò, anzi sembrò aumentare l'ampiezza delle sue falcate e lei sentì qualcosa, di simile a rabbia condita di frustrazione, stridere nel suo petto.
"Draco Malfoy!"

Questa volta, forse per l'accoppiata nome-cognome, o per il tono particolarmente allarmante, il ragazzo rallentò fino a fermarsi e si girò con lentezza verso di lei, il capo chino e la mandibola serrata a trattenere il nervosismo che sembrava scuoterlo.
"Emma...." iniziò con aria di volersi giustificare.

"Emma un corno" lo fermò lei, il tono di voce basso e pericoloso, mentre gli puntava un dito contro il petto, pungolandogli più volte lo sterno con decisione "ma cosa ti salta in mente stupido Serperverde? Ti rendi conto di cosa hai fatto?"
"Hanno iniziato loro" borbottò lui, nervoso.
"Non importa chi ha iniziato! Ti sembra normale? Ingaggiare quasi un duello in un negozio? Parlare di Mangiamorte e cose del genere in mezzo alla gente? Ma sei completamente ammattito?"

L'emoor sentì i tacchi di Narcissa arrestarsi a poca distanza, ma la ignorò, alzò invece lo sguardo per affrontare il ragazzo di fronte a lei, stringendosi le mani al petto, la delusione a inquinarle i respiri.
Avevano avuto insieme una mattinata piacevole, tanto che si era azzardata a provare del vago sollievo e a sentirsi più leggera.

Persino Draco si era rilassato, acquisendo un po' di colore sulle guance pallide e Narcissa era apparsa decisamente allegra e li aveva portati in giro quasi sorridendo, chiacchierando con Emma del più del meno, evidentemente grata per quelle ore lontana dal Manor, che assomigliavano per tutti e tre a una boccata d'aria.

L'emoor aveva goduto di ogni minuto di quella normalità, la mano intrecciata a quella del biondo, il sorriso sulle labbra. Poi avevano deciso di andare da Madama McClan e tutto era andato completamente a rotoli: il suo buon umore spazzato via e sostituito da una feroce amarezza. Tutto perché, mentre Draco provava le sue divise nuove, avevano incontrato Harry, Ron ed Hermione.

. . .

Draco scattò con irritazione evidente verso la donna che stava appuntando uno spillo alla sua manica sinistra e si scostò malamente, offeso.
"Ho detto di stare attenta a dove mette i suoi stupidi spilli" berciò, fin troppo arrabbiato e l'emoor alzò gli occhi al cielo, mentre Madame McClan si difendeva con gentilezza professionale, borbottando un "Ma che modi".
"Sei davvero pessimo, Malfoy" intervenne Ron Weasley, apparso inaspettatamente alle loro spalle, lo sguardo azzurro puntato sul Serpeverde.

Ci fu un lungo momento di silenzio, Emma si voltò verso i tre grifoni e sorrise nella loro direzione in segno di saluto e vide anche Hermione fare lo stesso, mentre lo sguardo gelido di Narcissa saettava da Potter e Weasley, al volto del figlio.
"Ciao ragazzi" disse la Corvonero, con tono morbido.
"Emma" salutò la Granger, saggiamente.
Ma Malfoy sputò tra i denti un "Ti prego" sdegnato e subito Ron si tese, evidentemente pronto al primo segnale di irritazione per attaccarlo.

"Che c'è Malfoy, la tua puzza sotto il naso è troppo grande e non riesci più a sopportarla?" disse tagliente, ignorando completamente la presenza austera di Narcissa, che sgranò incredula gli occhi.
Emma intuì il pericolo e fece immediatamente un passo indietro, avvicinandosi a Draco per afferragli la mano e implorarlo con lo sguardo di non rispondere.
"Non mi sembra il caso di dare spettacolo" gli disse solo, ma lui si irrigidì .

A Malfoy Manor Draco usava sempre un tono pacato e sommesso, che quando era con lei si trasformava in un atteggiamento particolarmente dolce e silenzioso. A volte Emma dimenticava quanto potesse essere insopportabile con altri e lei detestava quell'aspetto del suo carattere.
"A me invece sembra il caso" ribadì gelido, prima di alzare lo sguardo sul trio, rimasto immobile. Hermione nel mezzo e i due ragazzi ai lati.

Il Serpeverde si tolse la veste dalla testa, gettandola a terra, afferrò di scatto la mano di Emma, avvolgendole le spalle in un abbraccio protettivo e con il peggior sguardo pomposo si diresse verso la porta, tirandola con sé.
"Togliamo il disturbo madre" disse con sprezzo "Non voglio comprare i miei vestiti dove c'è una Sanguemarcio so-tutto-io"
L'emoor trasalì e indignata strattonò via la mano da quella del ragazzo, sfuggendo alla sua presa per poterlo guardare in tralice.

"Smettila immediatamente" disse seria.
"Hanno iniziato loro" ribatté lui con distacco.
"Non è vero e non è importante" rispose Emma, mantenendo un tono calmo.
"Cosa c'è Malfoy, ti devi far difendere dall'emoor?" chiese Ron con sprezzo e un pessimo tempismo "Non sei davvero in grado di cavartela da solo?"

Draco gli lanciò un'occhiata gelida, ma non rispose, abbassò invece lo sguardo su Hermione, che aveva un buffo cerchio nero sull'occhio destro, che Emma sospettavo fosse opera di qualche scherzo dei gemelli.
Il Serpeverde ghignò divertito, ma la grifona non si mostrò intimidita.

"Granger, chi ti ha fatto un occhio nero? Vorrei mandargli dei fiori" sibilò lui.
"Oh per Merlino, Draco!" sbottò l'emoor esasperata, mentre Hermione placava gli altri due che avevano tirato fuori le bacchette, trattenendoli per le magliette.
Emma spinse Malfoy verso la porta per farlo uscire di lì, ma Ron gli gridò di nuovo dietro "Spero che tuo padre ci muoia ad Azkaban, Malfoy".

Draco si immobilizzò e l'emoor vide la sua mascella tendersi pericolosa.
"Magari ci sarà una cella anche per tua madre. Un suite per i Mangiamorte" rincarò Harry, con poco senno ed evidentemente dimenticandosi della presenza di Narcissa. 
Una tensione terribile cadde sul negozio, mentre Madama McClan si portava entrambe le mani alla bocca, le labbra tremanti ed Emma ed Hermione trasalivano, scambiandosi uno sguardo preoccupato.

Le Ombre di HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora