. I ricordi di Severus (II).

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Lily e Severus erano seduti sul tappeto consunto, davanti al caminetto acceso. La bottiglia di vino elfico vuota, così come i loro calici. Ridevano sommessamente, parlando a bassa voce, anche se nessuno poteva ascoltarli. Stranamente complici, a loro agio, come se non fosse passato un giorno dall'ultima volta che erano stati vicini.
Lily fece scivolare il capo sulla spalla del ragazzo e lui l'accolse con velato stupore. Era una scena così dolce e delicata che sia Emma che Harry si sentirono degli intrusi.

"Mi sei mancato così tanto" sussurrò lei, sorridendo leggera.
"Anche tu, Lily" rispose subito Severus e l'emoor sentì il cuore andare in pezzi nel vedere quanto era radioso il viso del tutore in quel momento, sembrava non credere alla sua fortuna e si ritrovò a sperare, con tutta sé stessa, che un futuro bellissimo fosse lì ad attenderli, pur sapendo che non sarebbe stato così.
"Se ti avessi perdonato, dici che le cose oggi sarebbero andate diversamente?" mormorò la ragazza.
"Non lo so, Lily" ammise mogio lui "forse era solo questione di tempo. Avevi ragione. Mulciber... e Avery..."

La ragazza fece un piccolo sorriso triste e annuì, rimanendo per un istante assorta a guardare le fiamme arancioni del fuoco, una calma tiepida che calava su di loro. Severus le circondò le spalle con un braccio e lei si voltò verso di lui. I loro volti erano vicinissimi.
Il tempo parve farsi denso alla luce tenue del caminetto. Emma ed Harry trattennero il fiato. Lily sfiorò il naso di Severus con la punta del suo. I suoi occhi erano grandi e lucidi, forse anche a causa del vino. Piton invece si era pietrificato. Le labbra schiuse e una smorfia piena di stupore stampata in volto.

"Lily..." tentò, con un tono basso e rauco, leggermente timoroso.
Lei si chinò in avanti e lo baciò con dolcezza, tremante, portando le mani sul volto di lui e per un momento tutto si fermò, davanti a quell'immagine colma di struggente tenerezza.
Emma sentì Harry tendersi a disagio e gli strinse forte la mano. Durò un secondo. Severus dovette probabilmente usare tutta la sua forza di volontà per staccarsi da lei, ma arretrò e la prese con attenzione per le spalle, delicatamente, scostandola da lui, mentre un'ombra di delusione passava per gli occhi verdi di lei.

"Lily non fraintendere..." soffiò Piton e sembrava non avere abbastanza aria per riuscire a parlare normalmente "Io... lo vorrei... credimi. Ma... Non sei sposata con Potter?"
"Sì. Io e James siamo sposati" rispose lei tranquilla.
"E perché questo? Non sei felice?" chiese confuso, come a cercare una motivazione valida per quel gesto.
"Sono molto felice con James" rispose Lily con aria colpevole.

Il cuore di Severus si spezzò. Emma se ne accorse dall'espressione appena trattenuta, ma il giovane rimase in silenzio e continuò a scrutare il volto dell'amica di infanzia, in cerca di risposte.
Lei invece scostò lo sguardo, a disagio per la prima volta da quando era entrata in quella stanza. Parve improvvisamente farsi piccola e incerta, mentre fissava le trame sul vecchio tappeto con aria assorta, mordendosi il labbro. Era così genuina e semplice, fragile per certi versi e ancora più bella ora che era quasi sopraffatta dagli eventi, le mani strette al petto e il respiro lento.

"Lily, vuoi provare a spiegarmi?" chiese Severus, morbido, attento.
"James intuiva che sarebbe potuto succedere questo" disse infine lei, agitando le mani tra loro e diventando completamente rossa, gli occhi verdi ormai quasi liquidi di pianto.
"Cosa intendi?" chiese Piton, solo appena confuso, il busto proteso verso di lei, pronto all'ascolto "Che intendi, Lily?"
Lei alzò lo sguardo di scatto, il volto pallido illuminato in modo poetico dal fuoco morente e Severus capì che non gli avrebbe nascosto più nulla, perché la conosceva troppo bene. La vide distendere la fronte e contrarre le labbra in un sorriso incerto e sembrò quasi lasciarsi cadere negli occhi di lui, fiduciosa.

"Intendo, Sev, che ho bisogno di te e James lo sa. Intendo che ti chiamo nel sonno ogni notte. Piango. Faccio incubi e a volte durante il giorno mentre faccio cose semplici, come allattare Harry, o fare un doccia, ho dei crolli ed è terribile. Un momento sono felice e sorrido, il momento dopo sono in lacrime e mi dispero. Penso a te e mi sento in colpa, costantemente. Molto in colpa. Penso a noi due, alla nostra amicizia, a tutto quello che abbiamo fatto insieme e mi manchi così tanto, così intensamente, che a volte mi viene difficile anche solo respirare e il dolore sembra uccidermi ogni volta. Mi hanno detto che sono attacchi di panico"

Le Ombre di HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora