.L'ultimo ostacolo.

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Emma non dormiva in modo decente da troppo tempo.
Era esausta e non aiutava affatto che con l'arrivo dell'estate il programma scolastico si fosse fatto particolarmente intenso e il tempo libero anche solo per una passeggiata, o un momento di calma, sembrasse un miraggio. E poi non dormiva. Appunto.

Le sue notti erano costantemente sconvolte dagli incubi, sempre più aggressivi e i suoi giorni risucchiati dalle sfiancanti e categoriche lezioni di Occlumanzia, che Severus le imponeva, o le valanghe di rotoli di pergamena da consegnare per ogni materia.

L'emoor si sentiva stranamente bloccata e procedeva giorno dopo giorno con inerzia, cercando di dormire quanto bastava per non crollare e vivendo, al di fuori delle lezioni, al ritmo di qualche inaspettato 'ciao' a Pozioni da parte di Malfoy, qualche punto guadagnato senza troppa fatica per Corvonero e le giornate passate con i suoi amici. Ma era così tanto stanca.

Con la fronte appoggiata al vetro dell'ampia finestra della Sala Comune, l'emoor socchiuse gli occhi, cercando un po' di sollievo e calma, ma come ogni volta che il suo corpo sembrava rilassarsi e cedere al sonno, subito un lampo verde le illuminò l'interno delle palpebre e la face sobbalzare bruscamente.

La ragazza sospirò arresa, stringendo le labbra con disappunto: avrebbe dovuto chiedere a Severus della pozione per dormire. Di nuovo. Ed Emma odiava dimostrarsi debole davanti al tutore magico, così come odiava farlo preoccupare e vedere i suoi occhi neri come la pece farsi ancora più cupi, ma era esausta. Aveva davvero bisogno di dormire, o anche i suoi voti sarebbero calati.

"Non ci hanno ancora detto nulla riguardo all'ultima prova del Torneo" disse Dan alle sue spalle, con fare annoiato "Voglio dire, questa volta non penso la terranno segreta, chissà di che si tratta!"

I soliti del gruppo di Corvonero stavano parlando nuovamente del Torneo, seduti in circolo davanti al solito caminetto ed Emma non aveva alcuna voglia di partecipare alla conversazione.
Il solo pensare alla terza prova, in effetti, la agitava notevolmente. Avrebbe dato qualunque cosa per essere certa che tutta quella fatica e le ore di Occlumanzia passate con il tutore magico a erigere pareti interiori e ordinare la sua mente, le avrebbero risparmiato la connessione con Potter, ma questa sembrava attenderla inevitabile.

"Eh no, basta!" inveì Carmen contro il gemello "Non se ne può più, Dan! Quando arriverà il giorno della prova saprai di che si tratta."
"Sono solo curioso" si difese il ragazzo borbottando.
"Sei fissato" lo rimbeccò Sean, in accordo con la mora, mettendo in mostra il suo sorriso smagliante e divertito.

James e Lilith, seduti accanto ad Emma vicino alla finestra, in disparte rispetto al resto del gruppo, le lanciarono uno sguardo attento, come per assicurarsi che stesse bene. Erano anche loro poco interessati a partecipare alla conversazione e per nulla desiderosi di rivedere l'amica nelle condizioni della prova precedente.

Il ricordo dell'emoor, pallida e inerme, era fin troppo impresso nella loro memoria e li terrorizzava. Specialmente James, che non riusciva a togliersi dalla mente il modo in cui la ragazza era crollata tra le sue braccia, lo sguardo dilatato e le dita contratte che si aggrappavano disperate al suo braccio.

"Manca meno di una settimana" disse Luna a Carmen, ignara di essere con la sua voce gentile il coltello che girava nella piaga.
Emma staccò la fronte dal vetro e osservò distrattamente la pioggia che scrosciava all'esterno e le nuvole nere e minacciose sopra di loro. Sentiva gli sguardi di Lilith e James che la trafiggevano e i borbottii degli altri sempre più indistinti alle sue spalle.

"Mi piace la pioggia" sussurrò piano, più a se stessa che agli amici, quando il silenzio si fece insopportabile.
James le si fece vicino, alzando anche lui lo sguardo verso le nuvole.
"La vista è più bella da qui, quando c'è il sole però" le fece presente.
"Non per forza. A me piace la neve" aggiunse Lilith per poter dire la sua e l'emoor trattenne un sorriso, guardandola con affetto.

Era grata a James e Lilith per essere sempre al suo fianco, non sapeva come avrebbe fatto senza il loro silenzioso supporto.
"La prima volta che sono arrivata qui pioveva, sono affezionata a quell'immagine." mormorò, perdendosi nel ricordo del suo arrivo ad Hogwarts. Sembravano passate vite intere, invece non era nemmeno passato un anno.
"È vero" sorrise a sua volta l'amica.

E rimasero tutti e tre in silenzio per un tempo ridicolmente lungo, i borbotti degli altri del gruppo come sottofondo, fino a quando James non sospirò, pieno di tensione.
"Manca davvero meno di una settimana alla prova..."
"Lo so" assentì l'emoor, fingendosi tranquilla.

"Non sei preoccupata?" indagò il ragazzo.
"No." mentì lei "è solo l'ultimo ostacolo, dopo questa non ci saranno più prove. Silente dice che in questo modo il legame mio e di Harry si attenuerà. O almeno si spera che il ragazzo non dovrà più sopportare un così alto livello d'ansia nella sua vita."
"Trasportando anche te nella sua mente." concluse per lei Lilith.
"Esatto" assentì l'emoor.
"Chissà poi perché." si domandò mestamente James

Emma sospirò. Non lo sapeva.
Nessuno sapeva dare una motivazione al legame tra lei ed Harry. Nonostante ci avesse pensato a lungo e ragionato anche con Ginny e gli altri emoor e avesse perfino fatto delle blande ricerche in biblioteca, era arrivata a pensare che quella connessione esistesse e basta e che doveva smettere di chiedersi perché.

Si sedette sul davanzale della finestra, una gamba che ciondolava piano, senza smettere di guardare la pioggia che cadeva.
"Perché ti piace tanto la pioggia?" chiese James, seguendo il suo sguardo e avvicinandosi a lei di un altro passo. Cauto.

"Non lo so." ammise la ragazza "Mi affascina, fa un bel rumore quando cade, crea una bella atmosfera e ti fa venire voglia di guardarla mentre sei avvolta in una calda coperta."
"Oggi frasi profonde?" la stuzzicò Lilith, accostandosi a loro.
Emma le sorrise di nuovo e le circondò le spalle in un abbraccio per poi fare la stessa cosa con James. I suoi amici sembravano aver paura di spezzarla, ma a lei piaceva quell'affetto e vicinanza.

"La verità" disse l'emoor "è che tutto è bello finché lo si può guardare mentre sei al sicuro e al caldo, ma temo che durante la prova non sarò né al sicuro, né al caldo e non sarò nemmeno un'osservatrice esterna. Non è vero che sono tranquilla ovviamente, ho paura di quello che succederà tra una settimana." concesse finalmente e sorrise con dolcezza quando i due amici si strinsero a lei.

"Hai parlato con gli altri emoor?" domandò James che, a differenza di Lilith, non era affatto infastidito dal fatto che Emma continuasse a intrattenere rapporti con gli altri, per quanto fossero Serpeverde.
"Certo, ma non sanno nemmeno loro cosa dirmi, o cosa consigliare. Ve l'ho detto, nessuno di loro ha mai avvertito il legame che sento io con Harry e sia loro che Silente sono d'accordo con me nel dire che questa connessione non dipende dalla mia natura di emoor."

"Ma allora da cosa?" insistette il ragazzo, pur sapendo che non avrebbe ricevuto risposta.
"Forse è perché tu sei speciale Emma, sei l'unica emoor a non essere tra i Serpeverde! Anche Moody l'ha detto" le ricordò Lilith.
"Non credo sia per quello, Lil" soffiò Emma, cercando di non pensare alla sensazione di fastidio che le dava il professore di Difesa contro le Arti Oscure e trattenendo a stento il sorriso al pensiero della faccia che avrebbe fatto l'amica nel sapere che proprio lei tra i quattro era l'erede di Serpeverde.

"E Gabriel, cosa ne pensa? È il tuo ragazzo... non è preoccupato per te?" domandò James con leggerezza, non vedendo Lilith che si agitava alle spalle di Emma, facendogli segno di cambiare discorso.

Le Ombre di HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora