.Il pensatoio delle risposte.

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Emma si accorse come prima cosa dell'assenza di dolore.
I punti in cui era stata colpita dalla parete che aveva ucciso Fred e Lilith, le ginocchia che avevano battuto contro il pavimento della Stamberga Strillante nel soccorrere Severus, le spalle contratte dalla fatica del combattimento accanto ad Artemius, non le facevano più male. A dirla tutta si sentiva parecchio leggera.

Era come se l'ansia, l'angoscia e la paura fossero improvvisamente scomparse. Le preoccupazioni che l'avevano tenuta in vita durante la battaglia arrivavano morbide al suo cuore, lontane, delicate.
Si sentiva stranamente calma, vuota e con un leggero tremore di ciglia, causato dalla luce abbagliante che percepiva attraverso le palpebre, socchiuse gli occhi e lentamente si mise a sedere. 

Era nel nulla. Intorno a lei tutto era di un bianco sgargiante, immacolato. Si guardò intorno stupita, chiedendosi dove si trovasse.
"Emma" Silente.
La ragazza si voltò di scatto con il cuore in gola, piena di stupore nel trovarsi di fronte il vecchio preside di Hogwarts. Le vesti color pervinca, la barba candida e lo sguardo, illuminato da un sorriso commosso, che brillava dietro le lenti degli occhialini a mezzaluna, erano gli stessi di sempre.

"Professore" sussurrò.
Quello di fronte a lei era l'uomo che per primo le aveva detto di essere una strega e sembrava che non fosse passato un solo giorno da quando lo aveva visto cadere dalla torre di Astronomia.
"Professore" ripeté, tirandosi in piedi "Lei è..."
"Vivo?" concluse per lei l'uomo "No, sfortunatamente, non direi no" e sembrava stranamente allegro nell'affermarlo.

"Sono morta io quindi?" chiese la Corvonero, tastandosi il petto come per assicurarsi di esistere.
"È presto per dirlo questo" rispose l'anziano, inclinò la testa di lato, osservandola con affetto e curiosità e l'emoor sostenne il suo sguardo attenta, stupendosi quando vide il sorriso dolce di lui allargarsi ancora di un poco.
"Mia coraggiosa, meravigliosa ragazza, credo tu sia a un bivio."

Emma si guardò intorno. Il bianco accecante sembrava estendersi all'infinito da ogni lato, compatto. Non c'era segno di strade, o porte, o muri, o possibilità di scegliere una qualunque direzione.
"Questo sarebbe un bivio?" chiese perplessa.
"Facciamo due passi" le propose il preside, ignorando la sua domanda e l'emoor gli si affiancò e per qualche istante rimasero in silenzio, avanzando lentamente nel nulla, occupandosi solo del dondolio dei loro passi, fino a quando l'impazienza non fu troppa.

"Professore, ho molte domande" disse lei con sicurezza, decisa ad avere le risposte che cercava.
"Certe cose non cambiano mai" sorrise il preside e anche la Corvonero fece una mezza smorfia divertita.
"Per una volta però" riprese lui con voce calma "Abbiamo tempo per parlare, ho tutte le risposte che desideri avere e non devo nasconderti nulla, ma prima voglio chiederti io una cosa"
"Prego" assentì la ragazza.
"Dove siamo?"

L'emoor si guardò intorno perplessa, aveva sperato che fosse lui a darle quell'informazione. Non c'era niente ad avvolgerli, nessun elemento che potesse suggerirle la risposta giusta.
"Siamo in un pensatoio?" chiese di istinto.
Non le sembrava in fondo molto diverso dal nulla in cui lei ed Harry erano stati a lungo immersi, mentre guardavano i ricordi di Severus. Ad Emma sembrarono essere passati anni da allora e con sconcerto si chiese da quanto fosse lì dentro e si stupì nel constatare che probabilmente il tempo, in quel bianco latteo, non esisteva, o almeno non la concezione di tempo che aveva lei in vita.

Silente arricciò le labbra in un sorriso, annuendo piano, colpito.
"Harry pensava fosse una stazione, ma io sono d'accordo con te. L'ipotesi di un pensatoio è più affascinante"
"Harry è qui?" chiese l'emoor guardandosi intorno, come se si aspettasse di trovare gli occhi verdi del ragazzo poco distante, mentre l'ansia che pensava di aver dimenticato tornava a pungolarle lo sterno "Non è sopravvissuto?" chiese.
"Calma" la ammonì Silente con tranquillità "Harry è qui da qualche parte e sta parlando con me. Sta bene."
"Ma lei è con me" fece presente la ragazza, provocando una mezza risata divertita nel mago.
"Tante cose sono possibili in un pensatoio" le disse lui, riprese a camminare e la ragazza si vide costretta a seguirlo, ansiosa di avere le sue risposte.

Le Ombre di HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora