.Purosangue.

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Per qualche giorno Emma fece spola tra Spinner's End e il numero 12 di Grimmauld Place, accompagnando Severus.
Era sinceramente felice di poter passare del tempo con i suoi amici e sembrava quasi rinata, come se il dolore del lutto le stesse scivolando lentamente via dal petto. Albus Silente, ancora una volta, aveva avuto ragione: le amicizie aiutano a cucire le ferite.

Nonostante infatti gli incubi di notte non cessassero e il pensiero angosciante di Steph e i suoi genitori non l'abbandonasse mai completamente, la possibilità di ridere, sfogarsi e passare del tempo con Ginny e gli altri era decisamente un aiuto enorme.
"Ti vedo meglio." le disse Severus, mentre camminavano verso l'ingresso del Quartier Generale.
"Sto un po' meglio." ammise Emma con un mezzo sorriso.
"Bene." annuì lui.

L'emoor allungò una mano per stringere benevola quella del tutore e non interruppe il contatto anche quando lo vide come al solito tendersi. Severus si era molto ammorbidito con lei, per i suoi standard, anzi a volte pareva quasi espansivo, ma non sempre.
Emma lo aveva spesso sorpreso a osservarla come fosse sollevato di vederla in piedi e si era detta che probabilmente, averla vista vegetare in un letto, sentendosi completamente impotente, non doveva essere stato semplice per il professore.

"Stasera, se vuoi, puoi fermarti qui a dormire." disse l'uomo secco.
"Qui? Come mai?" domandò Emma, stupita che la lasciasse libera di stare una notte fuori da Spinner's End, dato che da dopo la morte dei suoi genitori, Severus era diventato estremamente protettivo nei suoi confronti e sembrava agitarsi ogni volta che la ragazza era sola, o lontana dalla sua stanza segreta e dalla sua protezione.

"Non saprei." borbottò lui, accigliato "Secondo Molly Weasley potrebbe farti felice stare un po' con le tue amiche. Mi ha accusato di essere troppo burbero e di tenerti sotto l'ala come una chioccia spaventata con il suo pulcino."
"Davvero Molly Weasley ti ha detto questo?" chiese l'emoor, sinceramente esilarata.
"Più o meno, stava ringhiando tra i denti e non ho colto tutte le parole. Non credo di esserle molto simpatico."

"Sev" rise lei divertita e l'uomo arricciò a sua volta le labbra in un sorriso trattenuto, vedendola così felice "tu non puoi stare simpatico alla gente. Non ti ci applichi."
"Non è nelle mie priorità"
"E Molly ha ragione" riprese Emma.
"Sul fatto che sono troppo burbero?"
"No" sorrise l'emoor " Sul fatto che sei protettivo con me."

"Credo che Molly mi abbia definito un sociopatico con alta funzionalità di esagerata protezione nei tuoi confronti."
"È un'ottima definizione."
Piton sembrò improvvisamente imbarazzato e contrasse il volto.
"Sono detestabile?"
"Non ho mai detto questo" disse quieta la ragazza, stringendo più forte la mano di lui "anzi, mi piace molto il tuo modo di fare e mi piace averti come mio protettore. Mi fai sentire sicura."

Salirono i tre bassi gradini ed entrarono al Quartier Generale.
"Quindi? Ti fermerai qui?" chiese Severus
"Solo questa notte, se per te va bene. Voglio passare davvero un po' di tempo con Ginny. È piuttosto giù di morale. Cose da ragazze, ti annoierebbero a morte."
"Non voglio saperne niente in effetti." ringhiò lui, facendo una smorfia contrariata.

"Non fare quella faccia, Sev." sorrise l'emoor, sorniona "È solo una notte, te la caverai. Credevo non ti andasse a genio la compagnia di una ragazzina troppo curiosa che vaga per la tua casa."
"Non sei più una ragazzina." ribatté lui burbero, emettendo quel suono così simile a una risata e lanciandole uno sguardo che ad Emma parve vagamente orgoglioso "ma non stare troppo vicino a Sirius Black."

"Sirius Black? Esiste davvero, Sev? Credevo fosse un sorta di leggenda oramai. Vengo qui ogni giorno da una settimana e non l'ho ancora mai visto."
Piton grugnì ed Emma sciolse la presa con la sua mano e gli inviò un bacio sulla punta delle dita con aria divertita, vedendolo bloccarsi a disagio con sguardo severo, in una posa rigida e goffa. Si girò e corse a perdifiato verso la camera di Ginny.

. . .

Le urla rimbombarono lungo la tromba delle scale, rimbalzando sulle pareti piene di quadri. Emma si bloccò, rimanendo in ascolto, la mano stretta sulla bacchetta.
"Ha un futuro da cantante." disse ridendo Fred Weasley, spuntando dalla porta della stanza di Ginny e facendola trasalire.

"Era Harry?" domandò Emma stupita, dato che non era certa di aver riconosciuto la voce deformata dalla rabbia.
"Lo spero bene." intervenne George alle spalle del fratello "Se non fosse lui, allora si tratterebbe di una strana creatura con la voce di Harry che infesta la casa..."
"... e secondo mamma spetterebbe a noi cacciarla." concluse Fred.

"Quando è arrivato?" domandò l'emoor, gettando uno sguardo obliquo al piano di sopra.
"Ora, immagino" disse Ginny, apparsa a sua volta alle spalle di George "Hermione è schizzata fuori dalla porta della stanza per correre a salutarlo. Sembrava piuttosto in pena."
"Oh, ciao Gin"

"Ciao Ems. Mamma ha detto che forse ti fermerai a dormire una di queste sere. Pare che abbia messo Piton sotto torchio"
"Questa sera stessa." rispose l'emoor con un sorriso.
La rossa ammiccò di rimando.
"Davvero?" si intromise Fred.

"Ehi, ehi, Emma sta con me, non me la rubate: ho bisogno di parlarle." affermò Ginny decisa, prendendo l'amica per mano.
"Non credevo Emma ti appartenesse. E poi di cosa dovresti parlarle? Non avrai mica il ragazzo Gin!?" disse George, fintamente sorpreso ed Emma si mise sulla punta dei piedi per tirargli uno schiaffetto sulla nuca.

"Credo dovremmo andare a salutare Harry." fece notare abilmente, anche per evitare un litigio tra i vari fratelli.
"Sì è necessario." assentì Fred.
"Fred non ha tutti i torti" intervenne George "Harry non vorrà proprio altre sorprese. Meglio farci vedere tutti insieme subito e subire la sua rabbia una volta per tutte."

Le Ombre di HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora