.Le cicatrici sono solo cicatrici.

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"Che cosa le sta succedendo? Perché sta male?" Narcissa.
Curiosità. Stupore. Confusione.

Emma era cieca e avvolta da un'irreale incoscienza, riusciva a percepire dilatate le emozioni intorno a sé, ma non a interagire, o parlare, perché il dolore e la stanchezza erano troppo acuti e si erano avvolti attorno ai suoi nervi e muscoli.
"Non ti sei mai chiesta cosa succede se qualcuno viene marchiato contro la sua volontà?" Severus.

Rabbia. Frustazione. Paura. 

Qualcosa si agitò nel petto dell'emoor, l'impulso di voler abbracciare e tranquillizzare il tutore che la faceva tremare, voleva cancellare quel tono amaro e dolorante che aveva sentito nella sua voce. Non è colpa tua. Voleva gridare.

"No, non me lo sono mai chiesta" riprese Narcissa "Possiamo fare qualcosa? Dobbiamo fare qualcosa per aiutarla!"
Speranza. Timore. Coraggio. Quanto era nobile l'animo della Black?
"Non lo so" era ancora Piton e c'era paura in quell'affermazione.

L'emoor si agitò nuovamente nel suo dormiveglia, qualcuno la coprì con cura quasi affettuosa. Avvertì Narcissa muoversi intorno al letto dove era stesa, con i suoi soliti movimenti eleganti che la ragazza aveva imparato a riconoscere e si accorse che Piton era accanto a lei: ne riconosceva l'odore di cenere e spezie, mischiato con il sapore di pioggia in arrivo che le ricordava anche Draco. Draco.

Emma lo aveva visto seduto al tavolo, sulla soglia delle lacrime, nel panico. Sentì il cuore riattivarsi e battere forte nel petto, quasi dolorosamente. Dov'era Draco? Stava bene? Era vivo?
L'emoor sapeva che lì al Manor non si poteva dare nulla per scontato e cercò di ascoltare per capire se il ragazzo fosse nella stanza, ma gli occupanti erano in silenzio e per quanto lei si sforzasse di parlare, l'unico risultato fu quello di diventare presto esausta. Nero. Incoscienza.

Emma non percepiva più la stanza, né le persone accanto a lei, ammesso che ci fossero. Non sapeva nemmeno da quanto fosse in quello stato, era come se la sua mente si fosse completamente distaccata dal corpo e dai suoi bisogni più materiali.

Sbatté le palpebre nel buio, cercando un qualunque segno che le facesse capire che ancora da qualche parte il suo corpo esisteva. La sua mente era confusa, i suoi ragionamenti lenti, come se il suo cervello fosse improvvisamente pieno di fango e vento gelido.
Draco? Pensò e si stupì di aver articolato correttamente il nome.
Nel buio compatto si mosse qualcosa, l'emoor alzò il capo, quattro figure si avvicinavano. Erano solenni, alte, sicure. La ragazza rimase in attesa di scoprire chi fossero, ma qualcosa nel suo sangue che scorreva veloce già le faceva intuire la risposta: erano le quattro Ombre.

"Sta dormendo?" Draco. Era accanto a lei.
Emma tornò cosciente di quello che c'era nella stanza, ma il corpo ancora non le apparteneva. Draco. Il Serpeverde era vivo e in qualche modo la ragazza si accorse di provare felicità e sollievo.
"Sì. Sta ancora dormendo" la voce di Piton non era mai stata tanto stanca, ci fu il rumore di una sedia trascinata sul pavimento e due respiri spezzati vicini al suo capezzale. Un uomo e un ragazzo. Severus e Draco.

"Si riprenderà vero?" chiese il giovane Malfoy, il tono arrochito dalle lacrime, ma il tutore non rispose ed Emma immaginò il suo sguardo cupo spegnersi, arrendendosi all'angoscia.
"Per favore Severus, salvala" mormorò ancora lui, affranto ed Emma sentì Piton sospirare, come trattenendo il disappunto.
"Dovresti provare qualche volta anche tu a salvarla, Malfoy"
Buio. Assenza di tempo e spazio.

L'emoor sbatté le ciglia immaginarie e riempì i polmoni inesistenti di aria gelida creata dalla sua percezione fallata. Non esisteva. Lo sapeva. Eppure le quattro figure di fronte a lei sembravano reali.
"Sei quella che chiamano Emma?"
Le labbra di Alicia quasi non si erano mosse, ma la sua voce aveva risuonato forte e chiara nella sua mente. L'emoor annuì lentamente, sperando che lei potesse vederla e Alicia sorrise in risposta, gli occhi verdi con ombre, identici a quelli che aveva lei, che la fissavano talmente tanto assorti da metterle i brividi.

"Dovete difendere la scuola, lo sapete?" chiese l'Ombra, soave.
"Sì" rispose l'emoor, la voce rauca come vetro in frantumi.
"Molto bene, Emma"
"Cosa vi siete promessi con il Vinculum?"
L'Ombra sorrise, divertita e si voltò verso gli altri tre alle sue spalle, sembrò tremulare nell'aria prima che il buio avvolgesse tutto, facendole perdere il senso dell'orientamento.

Le Ombre di HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora