.Nagini.

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Nagini scivolò lentamente verso di lei ed Emma, automaticamente, allungò la mano, carezzando la testa del serpente con gentilezza. Il contatto con la pelle asciutta dell'animale non la disgustava, né terrorizzava, anzi, le metteva una strana calma nei nervi e il serpente sembrava capirlo, mentre si avvolgeva gentilmente intorno alle sue gambe. L'emoor la lasciò fare, in parte incantata dalle spire del rettile, in parte perfettamente consapevole di quanto Nagini potesse essere letale.

Draco le aveva raccontato una volta della morte della professoressa di Babbanologia e di come Voldemort impiegasse il serpente e se pensava anche ai suoi incubi, spesso pieni di immagini in cui Nagini squarciava la gola del Serpeverde, o talvolta di George, o qualche suo amico, l'emoor sentiva i muscoli del collo tendersi.
Eppure l'istinto della ragazza le diceva che era meglio farsi amica Nagini e in ogni caso non aveva molto altro da fare, visto che erano almeno due ore che stava in quella stanza del Manor in attesa che Voldemort si palesasse e si sentiva piuttosto irrequieta.

Severus l'aveva accompagnata lì dentro teso come la corda di un violino e poi, con urgenza, era dovuto andare via per una missione, che lo avrebbe tenuto impegnato fino al mattino dopo e a nessuno, nemmeno a Narcissa, che in fondo era la padrona di casa, o agli elfi domestici del Manor, era stato permesso di rimanere con lei. 

Emma carezzò un'altra volta la testa del serpente e chiuse gli occhi, continuando a usare l'Occlumanzia per compartimentalizzare la sua mente, facendo attenzione a chiudere anche qualunque canale di comunicazione con Potter.
Si ripeteva mentalmente le poche indicazioni che le aveva dato Silente a riguardo di quel suo ruolo particolare e si rese conto che era passato moltissimo tempo da quando aveva parlato l'ultima volta con il preside. Sembravano vite intere, in effetti. Si sentì molto sola.

*

"Cosa intendi, Sev, dicendo che Lui vuole passare un po' di tempo con me?" chiese l'emoor con una punta di acidità nel tono della voce, mentre camminavano svelti verso i cancelli del Manor, Severus con il suo lungo mantello fluttuante e lei ancora con la divisa di Hogwarts e la fronte aggrottata.
Il tutore strinse le labbra contrariato a quella domanda, azzardandosi a lanciare alla protetta solo un veloce sguardo, per poi aumentare il passo.
"
Intendo quello che ho detto, Emma" disse rigido "Il mio Signore ha richiesto di passare un po' di tempo con te"

L'emoor strinse gli occhi, cercando di fare un quadro della situazione, senza riuscirci, mentre in automatico continuava ad occludere la mente, mettendo muri e divisori e preparandosi all'incontro con l'Oscuro.
"
Giocheremo a scacchi immagino" disse con nervosa ironia, buttando i capelli indietro sulla schiena in un gesto secco, prima di borbottare tra i denti "Che meravigliose vacanze di Pasqua" alzando poi gli occhi al cielo.
Il tutore non disse nulla, ma la sua mano si strinse delicatamente sulla spalla di lei e l'emoor sospirò, nel ricevere quel gesto d'affetto composto e gentile.

"
Avremo un pubblico?" chiese la ragazza, guardando i pavoni nel parco.
"No" disse in un sussurro l'uomo.
"Qualcuno sarà presente?" insistette lei, ora leggermente allarmata.

"No" ripeté l'altro, impallidendo ancora un poco.
Emma chiuse gli occhi, inalando aria nel tentativo di mantenere la calma.
"Meraviglioso" sussurrò amara "Davvero meraviglioso"

*

"Non molti possono dire di aver accarezzato Nagini e di essere sopravvissuti" disse Voldemort con voce sottile e l'emoor sussultò appena, colta di sorpresa.
L'uomo era scivolato nella stanza senza fare alcun rumore e la guardava con strana immobilità nel corpo, piuttosto imponente, nonostante tutto. La Corvonero gli lanciò uno sguardo storto e i suoi occhi verdi con ombre inciamparono sul pallore irreale, i lineamenti rarefatti e le vesti scure, prima di tornare a concentrarsi sul serpente.

"Cosa ne pensi di lei?" insistette il mago, sedendosi lentamente sul suo scranno e facendo un cenno verso l'animale.
Teneva le labbra inesistenti atteggiate in un flebile ghigno e la bacchetta stretta in pugno. Emma era rimasta così a lungo in silenzio, che quando parlò la sua voce sembrava accartocciata.
Si schiarì la gola.
"È speciale" rispose quieta al mago "Nagini è speciale"

Il serpente, come se avesse compreso il complimento appena ricevuto, si avviluppò intorno a lei con insperata delicatezza e l'emoor continuò a coccolarla distrattamente, cercando di ignorare lo sguardo gelido dell'uomo che si sentiva scorrere addosso.
Fece scivolare le dita sulla pelle tiepida e asciutta dell'animale, mentre il silenzio intorno a lei si dilatava tanto da togliere il respiro, costringendola ad alzare infine il volto verso l'altro, con aria interrogativa. Voldemort la osservava attento, con uno strano scintillio nello sguardo.

"Alla fine sei sfuggita al mio marchio" constatò, la voce stranamente bassa e tranquilla.
"Non direi è ancora sul mio braccio" rispose piccata.
"Vero. Ma è poco più che un tatuaggio Babbano, dato che non riesco completamente a percepirti. Come ci sei riuscita?"
Emma non lo sapeva, così pressò le labbra in una linea dura e scrollò le spalle, riabbassando il capo.
"Semplicemente non lo volevo" disse sincera.

Nagini si contorse per ricevere un'altra carezza e la ragazza, guardandola, si rese conto che se il rettile avesse potuto fare le fusa, in quel momento le avrebbe fatte. Il pensiero quasi la fece ridere per la sua assurdità, ma riuscì a fermarsi in tempo, pur rendendosi conto di quanto effettivamente fosse assurda tutta quella situazione.
Lei, Lord Voldemort e il suo serpente da compagnia, Nagini, che passavano il tempo in semi tranquillità insieme come una famiglia.

"C'è qualcosa di straordinario in te" intervenne a sorpresa l'Oscuro, attirando di nuovo la sua attenzione.
Aveva appena mormorato, come se in realtà stesse facendo una riflessione tra sé e sé, ma Emma schiuse le labbra, assorta, smettendo di carezzare Nagini, che contrariata scivolò verso il suo padrone.
Cosa stava cercando l'uomo? Cosa voleva da lei?

"
Non credo di essere straordinaria in nulla" mormorò in risposta, causando uno strano ghigno nell'altro.
"Invece lo sei" sibilò Voldemort a voce sempre bassa "Sei la prima persona, anzi, che posso considerare degna di nota da molto"
"Non ne vedo il motivo" ribatté secca "Non sono interessante"

Sbatté le ciglia, cercando di non mostrarsi troppo curiosa o confusa e arricciò una ciocca di capelli sull'indice, dando a quel gesto eccessiva attenzione, per avere qualcosa da fare.
"Mia madre era una strega debole e falsa." disse Voldemort secco "Si innamorò di un insulso Babbano, senza alcun poter. Ho eliminato il problema appena ho potuto."
"Mi è giunta voce" ribatté l'emoor con volto impassibile, nonostante il battere furioso del suo cuore la tradisse.

Se il mago fu sorpreso da quella sua affermazione non lo diede a vedere e continuò velocemente con il suo racconto.
"Se ti è giunta voce allora sai che mia madre si chiamava Merope Gaunt, portava nelle sue vene il sangue di Salazar Serpeverde, ma è morta dandomi alla luce e il mio insulso padre l'ho ucciso con le mie stesse mani, così come qualunque altra persona legata a me a livello di sangue. Potrei quasi dire, giovane Piton O'Shea, che tu sia la mia unica famiglia esistente. Già questo è straordinario, non è vero?"

Emma inarcò un sopracciglio, vagamente sorpresa dalla piega che stava prendendo quella conversazione e fissò il mago in volto.
"Non so se ci tengo particolarmente a far parte della tua famiglia, Tom." ribatté, ostentando una sicurezza che le mancava "Mi capirai, spero, ma vorrei rimanere in vita il più a lungo possibile"
Voldemort arricciò le labbra in una smorfia che poteva sembrare divertita e non dimostrò fastidio per l'utilizzo del suo nome proprio, ma i suoi occhi rossi erano pericolosamente fissi in quelli di lei.

Emma rimase però immobile, ricambiando lo sguardo, mentre lui giocava distrattamente con la sua bacchetta, inclinando il capo in un gesto studiato e minaccioso, prima di tornare a fissarla con un sorriso che gridava al pericolo.
"È davvero interessante il fatto che tu non ti renda conto di quanto potrebbe essere grande il tuo potere" disse con tono soave "Avere me al tuo fianco, giovane Piton O'Shea, potrebbe spianarti più di una strada, se solo tu non fossi tanto stupida e testarda"

L'emoor, pur mantenendo alta la sua attenzione, era confusa da quella lunga conversazione e dai toni educati che non si era affatto aspettata, per non parlare del modo in cui Voldemort si ostinava a chiamarla: giovane Piton O'Shea.
"Intendi una strada spianata uccidendo i Nati Babbani?" chiese infine la ragazza, con una smorfia contratta.
"Anche, se necessario. Sono solo delle anomalie"
"Anche io sono un'anomalia, Tom e a dirla tutta anche tu" rispose lei seccamente "Se ci rifletti, la magia stessa è anomalia."

Voldemort alzò un sopracciglio inesistente e scoppiò a ridere ed Emma si sentì percorrere da un brivido di paura. La risata dell'uomo era fredda, vuota, non sembrava nemmeno umana. Era un suono privo di qualunque empatia e sentimento. Era un suono pericoloso.
"Sfacciata, appunto" disse lui, facendo morire la risata in un ghigno sprezzante "Confido che l'intelligenza arrivi con il tempo, o forse con la sete di potere"
"Non sono interessata al potere" ribatté la Corvonero.
"Tutti sono interessati al potere"
"Non io"

Lui rise di nuovo, alzandosi lentamente in piedi e si avvicinò lei. Emma si costrinse a respirare a fondo, nel tentativo di tenere a bada il terrore puro che le stava nascendo nel petto.
"Non sei interessata alla conoscenza? Alla saggezza? Alla magia?" chiese con aria sadica il mago e l'emoor ammutolì nel rendersi conto che lui si stava divertendo genuinamente.
"Certo che sì" rispose in un soffio "Sono cose di mio interesse"
"E non sono forse tutte forme di potere queste?" chiese lui beffardo.

Emma lo guardò con una scintilla di stupore, rendendosi improvvisamente conto che cosa avevano trovato in Lord Voldemort tante persone prima di lei e cogliendo in quei lineamenti distrutti una punta di quel che doveva essere stato un tempo.
Un ragazzo bello, abile a parlare, un perfetto Serpeverde, forse simile a Blaise Zabini e il suo fascino, o Theodore Nott e la sua sicurezza, o Draco e...
Voldemort parve indovinare i suoi pensieri perché le fece un sorriso storto e vittorioso.
"Ora ho la tua attenzione giovane Piton O'Shea?"

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