[3] L'accordo

1.3K 123 27
                                    

Ryan se ne sta davanti alla finestra del salone che guarda un punto lontano pensieroso. Si accorge che sono entrato, lo capisco dal suo corpo che si irrigidisce, ma non si volta. Gore, invece, mi guarda di traverso e mia zia, si contorce le mani preoccupata.

«Cosa ci fate ancora qui?» mi rivolgo a Gore dato che è l'unico che mi guarda in faccia.

Lui lancia uno sguardo preoccupato verso lo zio e capisco. "Sono qui per assicurarsi che non ci ammazziamo"

Una risata aspra e canzonatoria arriva da mio padre, lui si gira lentamente, incrociando le braccia dietro la schiena. «Volevamo festeggiare con te, infondo, sei il nuovo presidente dell'Elements S.L.A.»

Stringo i pugni. «Io non sono il presidente di niente»

«Le carte dicono il contrario e chissà... magari ci volevano le volontà di tua madre per farti tornare a casa»

«Niente e nessuno può farmi tornare a casa, perché questa non è più casa mia!»

Ryan prende un gran respiro per controllare il nervosismo «Quindi, ignori quello che tua madre voleva per te...»

«Purtroppo, in questo siamo uguali... solo che io non lo faccio per dimostrare qualcosa che non sono. Come un marito amorevole»

Ringhia esasperato e fa un passo verso di me «Non ti permettere...»

«A fare cosa? Non ho mica detto che sei un bastardo, egoista, testa di cazzo!»

Ryan fa un altro passo e io mi faccio avanti minaccioso. Gore scatta subito per mettersi in mezzo.

«Can...» dice a voce bassa, «Mantieni la calma»

Tolgo a fatica lo sguardo da mio padre per spostarlo su di lui.

«Stanne fuori!» lo avverto.

Zia Betty si porta accanto a noi. «Ragazzi, andate a bervi qualcosa. Come ai vecchi tempi, che ne dite?»

Gore, senza mai distogliere lo sguardo dal mio, fa segno di consenso. «Andiamo?»

Mi trema il corpo da quanto sono nervoso. «Guido io!» esco dalla sala.

«E, no! Non toccherai la mia Ferrari» mi corre dietro.

_

La cameriera mette sul tavolo i nostri drink.

«Ce ne puoi portare un altro?» grida Gore per farsi sentire tra la musica.

Io prendo il mio bicchiere e lo ingollo in un colpo. Sono ancora così nervoso che non sento nemmeno il sapore del whiskey.

«Allora, da quanto ho capito, non sei contento delle quote che hai avuto»

Stringo le labbra, puntando gli occhi tra le persone sotto di noi che ballano sudate una sopra l'altra. «Non fare finta che il mio disinteresse ti dispiaccia»

Lui sogghigna, «Un pochino sì... Ci saremo divertiti tanto in ufficio»

«Divertiti pure senza di me»

La cameriera ritorna con altri due whisky e prima ancora possa appoggiarlo sul tavolo, glielo prendo dal vassoio. Lei mi guarda a bocca aperta, «Un altro» le dico. «Anzi, se non vuoi perdere tempo, fai prima a portare tutta la bottiglia.»

Un'ora dopo, perdo di vista Gore.
Faccio in sospiro profondo. Mi chiedo cosa ci faccia qui. La musica alta, invece di coprire i miei pensieri, li sta incasinando ancora di più. Tranquillità, ecco di cosa ho bisogno. Tranquillità.

«Posso sedermi?»

Alzo lo sguardo sulla ragazza dai capelli rossi, truccata in modo esagerato, che mi sorride provocante. La squadro con attenzione. "Niente male"

Ti voglio,  ma...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora