[4] Ritorno a casa

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Cerco sotto il vaso vicino alla porta la chiave di casa, ma non è nel solito posto.

«Dove l'hai messa nonno?» borbotto.

Alzo ogni vasetto che trovo e alla fine sospiro di sollievo nel trovarla. "Le vecchie abitudini non muoiono mai"

Apro la serratura e mi affaccio con cautela. La casa è buia e silenziosa. Nonno sta ancora dormendo, ma se non ha cambiato nemmeno quello, si alzerà tra poco. Senza fare rumore, richiudo la porta e, in punta di piedi, entro in cucina. Metto il giornale sul tavolo, poi, muovendomi con familiarità nella stanza, preparo il caffè.

Mezz'ora più tardi, nonno entra in cucina. Spalanca gli occhi e gli cedono le gambe quando mi vede.

Sul suo volto passa un'espressione indecifrabile. «Che diavolo! Can?»

Reprimo un sorriso. «Non volevo farti spaventare, ma non sapevo come evitarlo»

«Magari, fare una telefonata per avvisare, non era una cattiva idea... che diamine!» prende un gran respiro per calmarsi, poi i suoi occhi si fanno sorridenti, «Se non fossi mio nipote, avresti passato un brutto momento!»

Sorrido allegro e faccio il giro del tavolo per raggiungerlo, «Ciao nonno.»

Ci abbracciamo dandoci sonore pacche sulla schiena.

«L'ultima volta che ci siamo sentiti, mi hai detto che dovevi andare a New York, un po' ci speravo in questa visita»

«Da me, ti devi aspettare solo sorprese»

«Sì, ma promettimi che non saranno così tanto sorprendenti»

«Non posso prometterlo.»

Beviamo il caffè e, mentre lui legge il giornale, io mi faccio una doccia. Metto il borsone nella mia camera, poi insieme, andiamo a salutare i Cooper.

Non perdo tempo a dire che anche per loro è stata una grandissima sorpresa e che mi hanno accolto come una vera famiglia.

«Ma dov'è la piccola Evelyn?» chiedo, non vedendola da nessuna parte.

«È andata un week-end al mare da una sua amica, rientrerà lunedì» dice la signora Cooper asciugandosi le lacrime di felicità.

"Il regalo che le ho comprato in aeroporto dovrà aspettare"

«Can...» Alex mi mette un braccio sulla spalla, «Sei arrivato giusto in tempo, stasera c'è una mega festa... che ti dico a fare, lo vedrai tu stesso. Preparati per divertirti»

Mi sfrego le mani «Sapevo che avrei potuto contare su di te»

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Non sono nemmeno passati dieci minuti da quando siamo arrivati che Alex mi presenta due ragazze che tiene a braccetto.

«Lei, è Janet, e lei...» mi fa l'occhiolino sulla bionda alla sua sinistra facendomi capire che è quella per me, «... è Vanessa»

«Ciao!» esclama lei con voce squillante.

Finiamo le presentazioni e Alex si allontana con la sua tipa lasciandomi solo con la bionda.

«Allora...» attacca lei «Sei di New York?!»

"Oddio, la sua voce è proprio irritante."

«Già!» ribatto, con finto entusiasmo.

«In realtà io ti conosco... ti ho visto altre volte qui a Waco, ma era un po' che non ti facevi vivo»

«Sì, ho viaggiato molto...»

Si fa più vicina, «Ti va di bere qualcosa con me? Così mi racconti un po' dei tuoi viaggi»

Ti voglio,  ma...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora