[2] Il testamento

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Due giorni dopo.

Vengo svegliato da un messaggio sul cellulare. Mi allungo verso il comodino, ma ho la mano impigliata tra i capelli della bionda che dorme accanto a me. Mi scosto, stando attento a non svegliarla, ma gli occhi della ragazza si aprono proprio quando riesco a liberarmi. Ha il rossetto sbavato e il trucco degli occhi è sciolto sulle guance.

«Buongiorno,» dice, con un sorriso compiaciuto.

«Scusa non volevo svegliarti... Clara»

«Clarice...» strofina il viso contro il mio petto, «Hai fatto benissimo» muove la mano sul mio addome per poi scendere più in basso.

Le afferro il polso, «Scusa, ma... devo andare»

«Sei sicuro? Forse, potrei farti cambiare idea» si struscia con la gamba sul mio inguine.

«Emh, no! Ho un appuntamento importante...»

«Magari, possiamo vederci più tardi» sbatte le ciglia e si morde il labbro speranzosa.

Sospiro, «Claudia...»

«Clarice» mi corregge paziente.

«Clarice, te l'ho detto...» mi alzo dal letto e recupero i boxer da terra. «...non starò in città per molto tempo» prendo anche i jeans.

Lei si alza su un gomito e non si preoccupa di coprire il suo corpo nudo. «Sì, lo so, ma fino a quando rimani potremo vederci» I suoi occhi azzurri si fanno grandi e supplichevoli.

Gonfio il petto spazientito. "Perché accettano le condizioni prima di fare sesso, se poi il giorno dopo si rimangiano tutto?"

«Clarice. Non voglio sembrarti stronzo, ma... avevamo detto una notte e basta» Prendo il telefono dal comodino. Apro i messaggi.

Kevin: "Amico, stasera festa a casa mia.

«Pensavo che ti avrei fatto cambiare idea» continua lei.

Mi gratto la fronte. «Tesoro, mi dispiace ma non sono il tipo d'uomo che da false speranze. Perciò...»

«È un no?» chiede confusa.

«Già!»

Mette un broncio, «Okay, però mi chiami?» si allunga nel comodino per prendere carta e penna, «Ecco, il mio numero» mi fa l'occhiolino.

Sospiro spazientito e prendo il pezzo di carta. "Se preferisce essere illusa"

«Okay, allora io vado... stai quanto vuoi la colazione è offerta da me» recupero il resto delle mie cose sparse nella stanza d'albergo e me ne vado.

Rispondo al messaggio di Kevin.

Io: "Ci sarò"

*****

La sensazione strana di essere osservato mi fa aprire gli occhi. Mi tocco la testa dolorante e stropiccio gli occhi per mettere a fuoco. Mi ci vogliono circa dieci secondi per capire chi è. Squadro dalla testa ai piedi l'uomo davanti al mio letto che ha le mani in tasca e mi fissa con aria arrogante.

«Buongiorno, Can» dice Ryan, con finto entusiasmo.

«Stavo dormendo!» borbotto.

«Sì, ho saputo. Sei andato a una festa, ti sei ubriacato e hai fatto tardi, proprio il giorno della lettura del testamento.» fa una risatina amara « Dovevo quasi aspettarmelo»

«Ops... È oggi? Cavolo mi dispiace così tanto!» dico, ributtandomi sul cuscino.

Ryan stringe la mandibola per trattenere la rabbia «Stanno arrivando i parenti e gli amici... almeno oggi, puoi comportarti come si deve? Fallo per tua...»

Ti voglio,  ma...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora