[13] Gioco seducente!

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  I giorni successi sono difficili e se proprio voglio essere sincero, imbarazzanti. Sì,  perché ora, quando mi capita di vederla, non riesco nemmeno a guardarla negli occhi. Non dovrei, ma mi sento in colpa e detesto sentirmi così. 

Chiudo la porta d'ingresso e metto le chiavi nello svuotatasche. Sento il rumore della televisione accesa e mi affaccio in salotto. Mi sorprende trovare nonno seduto nella sua poltrona con una birra in mano e le gambe allungate sul tavolino.

«Ciao,» dice, senza nemmeno girarsi a guardarmi.

«Ehi! Come mai sei a casa?» chiedo.

«Oggi ho il pomeriggio libero.»

Mi siedo pesantemente sul divano, «Cosa c'è di interessante in tv?»

«Solo pubblicità e programmi spazzatura» spiega, continuando a guardare lo schermo.

Rimaniamo in silenzio a guardare un dibattito sportivo, anche se entrambi non ne siamo veramente interessati. Guardo con la coda dell'occhio mio nonno, ogni tanto le sue palpebre si fanno pesanti poi con una scrollata di testa si risveglia.

«Allora, Can» dice, muovendosi sulla poltrona. «Cosa mi racconti?»

«Tu cosa vuoi sentire?» rispondo, sapendo che se lui vuole parlare c'è un motivo serio.

Prende il telecomando sul bracciolo e lo punta alla tv abbassando un po' il volume. «Che intenzioni hai?»

«Credo che mi farò una doccia, poi più tardi mi vedo con gli amici»

«Non scherzare con me, ragazzo. Sai a cosa mi riferisco» Mi punta i suoi occhi scuri addosso e increspa la fronte accentuando le sue rughe. «Non abbiamo ancora parlato del tuo ritorno.»

«Perché, ci dev'essere un motivo?»

«A dire il vero pensavo che avessi preso in considerazione di rimanere»

«L'ho fatto»

«E...?» mi invita a continuare.

Alzo le spalle «Non lo so. Sono un po' confuso. Ho trovato dei cambiamenti che non mi aspettavo.»

«Certo, senza tua madre ti sembrerà tutto diverso, ma ti è sempre piaciuto venire qui. Potresti pensare seriamente di rimanere, tua madre l'avrebbe voluto»

«Bè, mia madre mia ha lasciato un'impresa che sapeva che non volevo, quindi, non dirmi cosa voleva per me»

   Lui mi guarda storto «Se l'ha fatto, un motivo ci sarà»

   Mi sale la rabbia «Non ne voglio parlare!»

   «Non puoi sfuggire per sempre, se non sarà oggi, prima o poi dovrai affrontare...»

   «Ho detto che non ne voglio parlare!» Il mio tono si alza

Nonno mi guarda con comprensione.
   «Non essere arrabbiato con lei» dice malinconico.

  Sentirglielo dire mi fa tremare, perché è vero, sono arrabbiato,  sono arrabbiato con mia madre perché non mi ha dato modo di scegliere.

   La rabbia aumenta e non riesco più a contenerla « Anche tu dovresti  avercela con lei. Non puoi rimanere così impassibile. Non ha voluto dirti della malattia, non ti ha dato l'opportunità di salutarla un'ultima volta e ha lasciato che io affrontassi tutto da solo

   «Lei non voleva farmi preoccupare» dice con tono triste.

   La sua calma mi agita di più  «Stronzate!» sbotto alzandomi in piedi. «È stata un'egoista e tu lo sai! E basta con questo finto buonismo...» stringo gli occhi, «Tanto lei non c'è più, che differenza fa se soffriamo, se ci arrabbiamo o la dimentichiamo? Dimmelo!» lo guardo di scatto. «Dimmi che differenza fa! Noi siamo qui e dobbiamo affrontare le sue scelte. E solo perché l'ha scritto in un pezzo di carta io la dovrei ascoltare, dovrei onorare la sua scelta?»  

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