Mi volto di scatto verso Can che è appoggiato allo stipite della porta. Il profumo del suo bagnoschiuma mi investe. Indossa pantaloncini sportivi e una maglietta larga, i capelli sono ancora bagnati dalla doccia e dalla sua espressione non sembra sorpreso vedermi.
«Avevi bisogno di qualcosa?» chiede cautamente.
Deglutisco a fatica, ma poi penso che vedendomi agitata non migliorerebbe la situazione. Mi schiarisco la gola e raddrizzo le spalle.
«Ho dimenticato una cosa in macchina...»
«Allora cercavi...» da dietro la schiena tira fuori quello per cui sono qui. «Questo?»
Sgrano gli occhi e annuisco pietrificata. Do una rapida occhiata ai fiocchetti che lo chiudono. Sospiro di sollievo vedendo che sono ancora allacciati. E spero che non conosca il nome "Bulli&Pupe" stampato in rosso. «Sì... proprio quello» vado da lui con la mano tesa. «Grazie!»
Mi allungo per prenderla, ma lui la alza con prontezza.
Ride, «Prendilo! Avanti».
Lo fulmino. Mi alzo in punta di piedi, ma nemmeno così riesco ad arrivarci.
«Non ho tempo per giocare!» Mi aggrappo al suo braccio, ignorando i suoi muscoli tesi e il suo profumo fresco. Provo ad abbassarlo, ma è irremovibile. «Can! Dammelo!»
«Te lo avrei portato io più tardi».
«Molto gentile, ma visto che sono qui ti risparmio il tragitto». salto per afferrarlo, senza nemmeno riuscire a sfiorarlo.
«Vedo che ci tieni tanto a riaverlo».
«Già!»
Fa una smorfia divertita che accentua la sua fossetta sulla guancia «Allora forza, impegnati di più»
Salto ancora «Dai!» ci provo di nuovo, «Smettila!»
«Sì, sembra proprio che ci tieni ad averlo. Mi hai incuriosito. Che c'è dentro di così tanto imbarazzante?»
«Non c'ènulla di... imbarazzante!»
«Allora perché sei rossa come un pomodoro, e più strana del solito?»
«Non sono affari tuoi! Forza dammelo!» salto nuovamente, ma lui lo allontana.
«Riprova!»
«Sei un bambino!» dico esasperata.
Per saltare più in alto mi appoggio al suo petto sodo, e, nel momento stesso che le mie dita percepiscono una scossa che mi attraversa il braccio fino a raggiungere lo stomaco, lo sento irrigidirsi. Ci guardiamo per un istante, poi con uno scatto salto ancora. Questa volta riesco a toccarlo di poco.
«Dammi quel dannato coso!» sbraito ansimante.
Arriccia la bocca «Non credo che lo farò!»
Smetto di saltare e lo guardo guardinga, «E per quale motivo?»
«Perché non hai detto la parola magica»
Sbuffo e faccio roteare gli occhi «Per favore.... me lo puoi dare?!»
«No!»
«Perché?!»
«Perché non sono sicuro che sia tuo»
Sospiro «Ti assicuro che lo è...»
Il suo sguardo si fa indecifrabile «Dimostramelo!»
«Questa è violazione della privacy!»
Scuote la testa «Naaa... è solo precauzione. Dimmi cosa c'è dentro e vedrò se corrisponde al contenuto».
«Non posso!» sbotto.
STAI LEGGENDO
Ti voglio, ma...
FanfictionÈ bastato uno sguardo per fargli battere forte il cuore, un sorriso per fermare il suo respiro, un bacio per perdere la sua anima. Can Yaman non vede la famiglia Cooper da sei anni e quando ritorna a Waco, per ritrovare quella felicità che un tempo...