Chapter 1

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*leggete lo spazio autrice

parlando un po' di me, della mia vita... mi chiamo Veronica Elizabeth Carter e ho 16 anni, sono per metà russa e per un quarto americana e spagnola...non sono la solita ragazza perfettina, lo ero alle medie, ero la solita nerd secchiona della classe che prendeva sempre nove e dieci... avevo il sogno di diventare un architetto, stupidaggini!
la mia vita cambiò all'inizio del liceo quando uccisi le due ragazze che mi prendevano in giro dalle medie ed ero capitata a scuola con loro, così... PUFF la loro vita finí morendo accoltellate alla gola. molta gente sapendo che sono stata ricercata per circa due anni mi teme... solo perché il mio cognome è, CARTER... dannati civili mica vi mangio, ho solo ucciso due ragazze e mi ritenete un'assassina... FATE BENE... peró ho anche un lato sensibile ed emotivo... ma in fondo una cosa abbastanza normale in me c'è... sono OSSESSIONATA dai fumetti e dai funko pop specialmente della marvel.

2:35 am
ero in soffitta e non riuscivo a dormire, così presi computer e una sigaretta e iniziai a scrivere una 'storia' su ciò che accadrà alla nuova scuola, che svolgerò nei vari giorni che sarò lì se avrò tempo di scrivere.
"hija che fai sveglia a quest'ora?" chiese mio padre arrivando, ho un bel rapporto con lui anche se so che lui ha un lato oscuro che presto mi rivelerà.

"oh scrivo e penso un po'" risposi spegnendo la sigaretta.
"passami il pacchetto" disse lui riferendosi al pacchetto di sigarette ed io lo guardai con una faccia de tipo... WTF Tˊό.
"papà non sapevo fumassi" dissi ancora sbalordita.

"senti papà prima che inizi con la predica di, stare attenta, non farti male, sii prudente, fatti riconoscere per quello che sei, non sei un'assassina... NO PAPÀ... sto andando in una scuola di assassini, certo che sono un'assassina, pistole,coltelli e quant'altro certo che sto attenta, li uso dall'inizio del liceo e anche tu sai che non manco un colpo soprattutto con i coltelli..." continuai cercando di non far uscire nessuna lacrima perché tutto ciò mi ricordava mia madre che morì circa un anno e mezzo fa.

"mi hai preceduto... starò tranquillo dato che sei con i tuoi simili" rispose lui mentre si alzava dalla sedia.
"mi fai sembrare un animale papà" dissi io, ridemmo sia io che mio padre e poi lui se ne andò ed io rimasi lì fino alle quattro del mattino circa, di sonno non ne avevo per niente fino a che verso le quattro e mezza mi addormentai sul pavimento della soffitta.

"MA QUANTO CABBO HO DORMITO" queste dolci melodie furono emesse dalla mia bocca guardando l'orario, e mi suonò la sveglia, ho dormito praticamente due/tre ore e mezza dato che erano le sette.

andai in camera mia e andai a fare una doccia.
"che mi metto" dissi io appena uscita cercando qualcosa da mettere.

"che mi metto" dissi io appena uscita cercando qualcosa da mettere

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alla fine optai per questo outfit e scesi a fare colazione.
"tra quanto devi essere lì?" chiese mio padre e notai che erano le 8 e dieci e alle 8 e venti dovevo essere li.
"papà mi accompagni tu dato che mancano dieci minuti" esclamai finendo la colazione e salì a prendere la valigia e la borsa.

Murders|| Marcus Lopez ArguelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora