10. Alla ricerca di risposte

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⚠️Ei tu, so che probabilmente per te non sarà importante e che penserai che è solo una perdita di tempo, ma ti chiedo per favore di lasciare una  ⭐⭐⭐ se ciò che leggi ti piace

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⚠️Ei tu, so che probabilmente per te non sarà importante e che penserai che è solo una perdita di tempo, ma ti chiedo per favore di lasciare una ⭐⭐⭐ se ciò che leggi ti piace. Per me e molte altre autrici è una cosa veramente preziosa che ci dà la carica per andare avanti e ci aiuta a crescere e fare arrivare le storie ad un maggior numero di persone.⚠️

Ti ringrazio🤍

Claire's P.O.V.

Il tragitto sembrava non finire mai, io ero molto turbata dalle parole di Damian, che mi avevano letteralmente confusa e non lasciavano spazio ad altri pensieri nella mia mente e Caleb aveva paura di dire la cosa sbagliata. Chi non avrebbe avuto paura di dire la cosa sbagliata in un momento così delicato? Nessuno, o meglio, non una come me, che a stento trovava le parole giuste per dei momenti indimenticabili e felici.

Che sapesse già ciò che Damian avrebbe fatto? Era una domanda che mi ero posta sin dal momento in cui era tornato da noi dopo la chiamata, ma non pensai che potesse essere così per il semplice fatto che lo vidi irrigidirsi alla vista del suo migliore amico. Impressione o no, gli dovevo un grazie enorme per avermi riaccompagnata a casa e per non avermi fatto domande.

Arrivata di fronte il vialetto di quest'ultima, scesi dall'auto in corsa, non curante del pericolo a cui mi ero sottoposta facendo ciò, ringraziai Caleb per ogni cosa e mi diressi a passo spedito verso il portone di quell'enorme abitazione che tutto mi ispirava, tranne che fiducia e sicurezza. Avere la consapevolezza di star portando una notizia bomba all'interno di quelle mura non fece altro che farmi pensare che forse sarebbe stato meglio prenotare un volo per Roma il prima possibile, con Davide Marchetti non si scherza.

Con un movimento fulmineo aprii lo zaino che avevo sulle spalle, presi le chiavi, le inserii nella serratura, la feci scattare e poi spalancai la porta, piombando letteralmente nell'atrio, in stile Fallon Carrington.

«Buonasera, ho bisogno di sapere tutto sull'episodio di undici anni fa a Roma» una volta accortami del fatto che i miei genitori fossero in piedi di fronte a me, con una mano sul cuore per via dello spavento dovuto alla botta del legno sul muro, senza giri di parole e fissandoli perfettamente negli occhi, chiesi di avere delle risposte concrete.

Quel momento della mia vita, a partire dai giorni che avevano seguito l'accaduto, era diventato un vero e proprio tabù e se prima la cosa non mi toccava particolarmente, adesso invece sembrava essere stata inserita nella lista delle priorità. Nessuno, a seguito di quest'ultimo, aveva osato più nominarlo e, nonostante mi venisse detto continuamente che lo si faceva per il mio bene, sapevo che il motivo fosse tutt'altro.

Da quell'esatto istante in poi, nessuno avrebbe avuto più avuto scampo, se io avessi voluto delle informazioni più certe rispetto a quelle che mi erano state passate prima, avrebbero dovuto darmele, con le buone o con le cattive maniere.

«Perché ti interessa sapere quello che è successo undici anni fa? Mi dici sempre che devo guardare oltre, proiettarmi verso un futuro non molto lontano e adesso fai l'opposto di ciò che predichi?» mio padre sapeva giocare bene le sue carte, ma non mi sarei lasciata abbindolare da uno stupido discorso su ciò che è meglio o non è meglio fare.

Persa nella tua bugiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora