30. Ritorno a casa

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⚠️Ei tu, so che probabilmente per te non sarà importante e che penserai che è solo una perdita di tempo, ma ti chiedo per favore di lasciare una  ⭐⭐⭐ se ciò che leggi ti piace

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⚠️Ei tu, so che probabilmente per te non sarà importante e che penserai che è solo una perdita di tempo, ma ti chiedo per favore di lasciare una ⭐⭐⭐ se ciò che leggi ti piace. Per me e molte altre autrici è una cosa veramente preziosa che ci dà la carica per andare avanti e ci aiuta a crescere e fare arrivare le storie ad un maggior numero di persone.⚠️

Ti ringrazio🤍

Napoli, Italia Damian's P.O.V.

Non avrei mai immaginato di potermi sentire nuovamente così inutile per qualcuno, eppure stava accadendo e forse nel modo più doloroso che io conoscessi. Nella mia vita avevo di certo dovuto fare i conti con molte sfide, con le menzogne delle persone e con un carico sulla schiena non indifferente che aveva riempito la mia figura di troppe aspettative, ma mai avrei pensato di dover fare così tanto i conti con il mix che il mio cuore e il mio passato avevano creato per me.

Dopo quanto mi era stato raccontato da Isabella che, piangente, era venuta a cercarmi, avevo dato il peggio di me. Avevo cominciato a camminare avanti ed indietro per la struttura mentre lei, Massimo e Celeste cercavano di bloccarmi per evitare che distruggessi tutto il loro lavoro e la loro attrezzature, e poi ero uscito all'aria aperta e avevo corso verso una meta a me ignota urlando con tutta la rabbia repressa che avevo in corpo in quel momento e dando la colpa di ogni cosa al karma, pur consapevole che gli dovevo molto più di quello che lui mi stava levando in quel momento.

Stremato dalla corsa, mi ero buttato a terra nel bel mezzo di un campo di grano abbandonato e avevo cominciato a tirare pugni al terreno, rischiando di fratturarmi le nocche, solo per poter distrarre i miei pensieri ormai in frantumi.

Avevo preso il telefono che tenevo in tasca pensando di scaraventarlo via, il più lontano possibile da me, dal mio corpo, dalla mia visuale appannata, ma poi avevo deciso di farmi ancora più male e così avevo aperto il registro delle chiamate e mi ero fermato ad osservare il nome di Claire, ovviamente sostituito dalla scritta "numero sconosciuto", troneggiare in mezzo a tutti quei nomi. Fu uno dei rari momenti in cui sperai che quel numero appartenesse a Louis o a mio padre, o a chiunque avesse avuto voglia di minacciarmi per pareggiare dei conti in sospeso, piuttosto che credere che fosse il suo.

Faceva così male sapere ciò che la mora aveva detto ad Isabella, ma ancora più doloroso era sapere che si fosse sfogata con lei, credendo che fosse me.

Io mi sarei dovuto prendere tutto il suo dolore, io avrei dovuto ricevere tutte quelle pugnalate allo stomaco, nessuno oltre me e invece guardate dove eravamo andati a finire. Lei mi aveva cercato e non mi aveva trovato, che fosse un segno del destino che mi consigliava di lasciarla andare?

Ryan alla fine dei conti aveva vinto un'altra volta, era riuscito a prendere la sua tanto amata vendetta nei miei confronti, in modo sleale, ma lo aveva fatto, e contava quello, no? Per lui contava solo poter dire di aver battuto l'imbattibile.

Persa nella tua bugiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora