⚠️Ei tu, so che probabilmente per te non sarà importante e che penserai che è solo una perdita di tempo, ma ti chiedo per favore di lasciare una ⭐⭐⭐ se ciò che leggi ti piace. Per me e molte altre autrici è una cosa veramente preziosa che ci dà la carica per andare avanti e ci aiuta a crescere e fare arrivare le storie ad un maggior numero di persone.⚠️
Ti ringrazio🤍
Damian's P.O.V.
Era notte fonda e io mi trovavo su un taxi diretto all'aeroporto di New York. Avevo una valigia con lo stretto necessario all'interno, per intenderci parlavo di qualche maglietta, qualche paio di jeans, un giubbotto leggero, e un paio di scarpe che non mettevo dai tempi del terzo superiore, ma che continuavano a starmi bene. Non sapevo per quanto mi sarei assentato, ma non avrei avuto problemi a spendere qualcosa per comprare dei capi d'abbigliamento o per potermi pagare un piccolo appartamento a Napoli, il vero problema era legato al motivo per cui io stessi scappando da qui. Questo tipo di problemi non possono essere risolti con il denaro. La felicità di una persona non si può comprare con i soldi o, meglio, non quella della "mia snowflake".
Quanto potevo essere stronzo e incoerente? Poche ore fa le stavo urlando contro perché non volevo che si avvicinasse a me più del dovuto, mentre adesso la stavo definendo addirittura mia. Ma perché mi veniva così tanto difficile ammettere a me stesso che avevo bisogno di qualcuno di vero nella mia vita, qualcuno che potesse riuscire a farmi amare di nuovo, qualcuno diverso dai miei amici? Perché la persona che forse poteva colmare questo mio immenso vuoto nel petto doveva essere la stessa che portava a galla i miei demoni? Cosa avevo fatto di male al destino, affinché mettesse tutti questi ostacoli sulla mia strada?
-Tornerò mai da lei dopo tutto quello che ho fatto, dopo tutto quello che ci siamo detti? Tornerò con delle risposte per lei o con il doppio delle domande per me? - era questo quello che mi chiedevo mentre guardavo scorrere dal finestrino della vettura la mia amata città. Amata era un parolone bello grosso. Se fossi dovuto essere puntiglioso anche con i miei pensieri avrei detto che, nonostante fosse riuscita a farmi rialzare, donandomi l'aiuto di amici con la A maiuscola, questa città mi aveva fatto soffrire tanto quanto o poco più della prima.
A proposito di amicizie e persone che tengono a me... mi sentivo in dovere di avvisare qualcuno riguardo la mia partenza, ma chi? Avrei dovuto avvertire personalmente mia madre di questa mia scelta, ma ero stato troppo codardo per farlo e le avevo lasciato una lettera sul bancone. Chiamare Scarlett, Anastacia o Harry sarebbe corrisposto all'essere fermato all'istante e non era quello che volevo. Sebbene fosse masochista da parte mia tornare in una città di cui non conservavo bei ricordi, non avevo la benché minima voglia di soffocare dentro le mura della mia villa a Manhattan, circondato dalla compassione dei miei amici. Chiamare Claire e darle la soddisfazione di sentirsi dire che fossi partito, che avesse raggiunto il suo obiettivo? Mai. Ultima ancora di salvezza, persona che sicuramente mi avrebbe appoggiato, pur non approvando la mia scelta, era Caleb.
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Persa nella tua bugia
Romance/cà·sa/ sostantivo femminile Costruzione eretta dall'uomo per abitarvi, suddivisa in vani ed eventualmente in piani. Per Claire Marchetti, ragazza Italo Americana, trasferitasi a Manhattan con i genitori per via del lavoro del padre, sempre solare c...