⚠️Ei tu, so che probabilmente per te non sarà importante e che penserai che è solo una perdita di tempo, ma ti chiedo per favore di lasciare una ⭐⭐⭐ se ciò che leggi ti piace. Per me e molte altre autrici è una cosa veramente preziosa che ci dà la carica per andare avanti e ci aiuta a crescere e fare arrivare le storie ad un maggior numero di persone.⚠️
Ti ringrazio🤍
Manhattan, Ny, Anastacia's P.O.V.
Due giorni. Erano passati due giorni dall'ultima volta che avevo avuto una discussione decente con le mie migliori amiche, due giorni dall'ultima discussione avuta con Caleb, che non si era conclusa nel migliore dei modi.
«Ciao amore» pronunciato con una freddezza tale da far venire i brividi anche alla regina delle nevi, sguardo assente e braccia incrociate sul petto, così è come si era presentato Caleb a casa mia il pomeriggio della mia sfuriata con Claire.
«Che succede? Non sei mai stato così freddo con me nemmeno quando abbiamo litigato pesantemente» esclamai leggermente irritata dal suo comportamento.
«Sai perfettamente cosa non va oggi. Cosa ti è passato per la testa Anastacia?!» urla, solo ed esclusivamente urla, non una traccia di compassione o di amore nei suoi occhi.
«Ho fatto quello che nessuno di voi sta riuscendo a fare, ovvero aprire gli occhi sulla situazione che ci è stata posta davanti. Il tuo migliore amico è scappato da questo paese e tu te ne stai altamente fregando-» mi bloccai per guardarlo negli occhi, scorgendo al loro interno un lampo di insicurezza.
«Lo hai aiutato tu a scappare? Che stupida che sono stata, dovevo immaginarlo che non avrebbe potuto fare tutto da solo. Quanto tempo è che meditate questa fuga eh? Giorni, mesi, ore, anni? Quando saresti venuto a dirmi che il mio migliore amico stava per compiere la cazzata del mese?»
«Non so di cosa tu stia parlando Anastacia, non ho aiutato io Damian a scappare»
-Si può mentire ad un estraneo, ma non alla propria ragazza mio caro-
«Bugiardo. Dimmi dove è andato così lo riporto a casa e finiamo questo stupido teatrino del cavolo che sta durando anche troppo» esclami al limite delle mie forze.
«Stai delirando Anastacia. Non so dove sia Damian, ma anche se lo sapessi, non te lo direi comunque. Ha diciotto anni e una testa per pensare, credo che quello che sia successo un paio di anni fa lo abbia aiutato a maturare. Non dobbiamo opprimerlo come stai facendo tu in questo momento, non lo dobbiamo rinchiudere in gabbia solo perché pensiamo che possa commettere degli errori. Lasciamogli vivere la vita e lasciamolo fare anche a Claire, che non merita tutto l'odio che le hai sputato in faccia stamattina» vederlo schierarsi dalla fazione opposta alla mia fu un duro colpo, un segno di tradimento.
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Persa nella tua bugia
Romance/cà·sa/ sostantivo femminile Costruzione eretta dall'uomo per abitarvi, suddivisa in vani ed eventualmente in piani. Per Claire Marchetti, ragazza Italo Americana, trasferitasi a Manhattan con i genitori per via del lavoro del padre, sempre solare c...