4. Piacere, Damian Davis

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⚠️Ei tu, so che probabilmente per te non sarà importante e che penserai che è solo una perdita di tempo, ma ti chiedo per favore di lasciare una  ⭐⭐⭐ se ciò che leggi ti piace

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⚠️Ei tu, so che probabilmente per te non sarà importante e che penserai che è solo una perdita di tempo, ma ti chiedo per favore di lasciare una ⭐⭐⭐ se ciò che leggi ti piace. Per me e molte altre autrici è una cosa veramente preziosa che ci dà la carica per andare avanti e ci aiuta a crescere e fare arrivare le storie ad un maggior numero di persone.⚠️

Ti ringrazio🤍

Claire's P.O.V.

La prima cosa che il mio raffinatissimo udito udì al mio risveglio, il mattino seguente, fu il trillo della sveglia posta sul comodino vicino al letto. Sapete cosa? Un giorno di questi distruggerò quell'affare così inutile e dormirò in pace fino alle due del pomeriggio se possibile. Ricordatemi perché non l'avevo disattivata una volta partita, ah sì, me ne ero dimenticata, come sempre.

Dato che non avevo per nulla intenzione di passare la mia mattinata a poltrire sul divano, nonostante l'idea mi allettasse parecchio, decisi di pianificare una giornata nettamente diversa da quelle che mi sarebbero aspettate nei giorni a seguire, che sarebbero state costituite da una sessione di studio matto e disperato.

Gli obiettivi da raggiungere entro l'ora di pranzo erano tre e tutti uno più semplice dell'altro, o meglio, questo era quello che credevo e soprattutto speravo. Il primo tra questi comprendeva il trovare la mia nuova scuola, una delle più famose lì nel quartiere, imparare la strada che avrei dovuto fare per arrivarci e tornare indietro sana e salva. Il secondo, invece, consisteva nello scoprire, attraverso un agguato in giardino, se i miei vicini avessero degli adolescenti con seri problemi mentali come figli. Il terzo...beh, quello me lo inventerò strada facendo.

Visto che non volevo perdere assolutamente tempo, schizzai letteralmente fuori dal letto e scesi al piano di sotto per fare un'abbondante colazione rigenerante. L'effetto del jet-leg non era scomparso del tutto, come avevo, invano, sperato sin da quando avevo aperto gli occhi, ma era diventato più sopportabile rispetto al giorno precedente.

Una volta arrivata in cucina, ancora mezza addormentata, mi accorsi che mia madre non era in casa così, svogliatamente, trascinai i piedi fino alla credenza di fronte a me, speranzosa di trovarvi qualcosa di commestibile, e sbirciai al suo interno. Non appena potei constatare che vi si trovassero tutte le mie merendine italiane preferite, che mamma aveva fatto spedire un po' di tempo fa, feci i salti di gioia, ne afferrai due al volo, le scartai e le divorai in soli tre morsi a testa. Volete sapere qual è il modo migliore per conquistarmi? Comprarmi i muffin al cioccolato con le gocce extra-fondenti di sopra.

Subito dopo aver concluso il primo pasto della giornata, gettai le carte all'interno del sacco dell'immondizia e salii in camera mia per decidere che cosa indossare, ovvero per compiere l'azione più ardua del secolo. Dopo circa trenta minuti di prove di abiti, optai per la scelta di un jeans color ghiaccio e una maglietta lilla con i fiori che mi arrivava alla pancia. Sì ragazzi, so che trenta minuti per un outfit così banale sono troppi, ma ognuno ha i propri tempi e i miei non sono per nulla brevi. Ovviamente al tutto avrei abbinato le mie adorate Vans nere che oramai erano diventate le mie compagne fisse di viaggio.

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