⚠️Ei tu, so che probabilmente per te non sarà importante e che penserai che è solo una perdita di tempo, ma ti chiedo per favore di lasciare una ⭐⭐⭐ se ciò che leggi ti piace. Per me e molte altre autrici è una cosa veramente preziosa che ci dà la carica per andare avanti e ci aiuta a crescere e fare arrivare le storie ad un maggior numero di persone.⚠️
Ti ringrazio🤍
Damian's P.O.V.
Quando mia madre sentii il rombo di una macchina nel vialetto si precipitò subito verso di essa, di conseguenza verso di me, e con le lacrime agli occhi mi abbracciò. Fu un abbraccio diverso da quello che mi sarei aspettato di ricevere o di dare, ma in fondo, e su questo non potevo mentire nemmeno a me stesso, fu più vero di tutti quelli che prima di adesso mi avevano costretto a distribuire gratuitamente a chi non li meritava nemmeno.
«Sono tornato mamma, sono qua in carne ed ossa e per quanto sia consapevole possa venire difficile per te credere alle mie parole, non ho intenzione di andare via un'altra volta. Entriamo in casa e stiamo quanto più tempo possibile insieme, abbiamo troppe cose in sospeso» una volta circondate le sue spalle con il mio possente braccio protettore, così lo chiamava lei, ci avviamo verso casa, in particolare verso il divano del salotto che da quel momento in poi non avrebbe rappresentato altro che il posto sicuro e neutro in cui potere esprimere tutti i miei sentimenti.
Appena anche lei si sedette, poggiai la testa sulle sue gambe, come ero abituato a fare quando ero piccolo, e mi svuotai di tutti quei pesi, di tutte quelle bugie, di tutti quei discorsi rotti a metà che fino ad allora non avevano mai trovato il "giusto tempo".
«Come stai?» era una delle domande che mi poneva di meno, ma non perché non volesse interessarsi di suo figlio, lungi da me pensare ciò, bensì perché ci rimaneva male quando le rispondevo in modo sgarbato. E chi mi conosce sa che succedeva anche fin troppo spesso.
«Sono stato tante male mamma, ho pensato di cedere sai? So che mi hai sempre insegnato ad essere forte, ma quando la forza manca, cosa si fa? Come ci si rialza?» alcune di queste domande avrebbero sempre lasciato il tempo che stavano trovando, eppure venivano costantemente pronunciate in cerca di un finale diverso, migliore.
«Non so dirti con esattezza come si superano i momenti di completo sconforto, non sono mai stata in grado di capirlo, posso solo consigliarti di trovare quella persona che ti faccia credere in quello che stai facendo, che ti dia un valido motivo per non mollare» sapevo perfettamente di essere quella persona per mia madre ed ero fiero di esserlo, nonostante le voci nella mia testa continuassero a ricordarmi che avrei potuto deluderla da un momento all'altro.
«Oggi ho capito di aver trovato la persona per cui vale la pena lottare e non vedo l'ora di fartela conoscere» mia madre non sembrava essere contenta di questa cosa, lo si poteva notare dal modo in cui aveva irrigidito la schiena e le gambe, ma anche dal respiro mozzato che mi aveva riservato, così alzai il busto per permettermi di fronteggiarla.
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Persa nella tua bugia
Romance/cà·sa/ sostantivo femminile Costruzione eretta dall'uomo per abitarvi, suddivisa in vani ed eventualmente in piani. Per Claire Marchetti, ragazza Italo Americana, trasferitasi a Manhattan con i genitori per via del lavoro del padre, sempre solare c...