⚠️Ei tu, so che probabilmente per te non sarà importante e che penserai che è solo una perdita di tempo, ma ti chiedo per favore di lasciare una ⭐⭐⭐ se ciò che leggi ti piace. Per me e molte altre autrici è una cosa veramente preziosa che ci dà la carica per andare avanti e ci aiuta a crescere e fare arrivare le storie ad un maggior numero di persone.⚠️
Ti ringrazio🤍
Claire's P.O.V.
Tornata a casa mi diressi direttamente in camera mia e, dopo essermi stesa sul letto, cominciai a pensare a ciò che era successo e alla decisione che avevo preso. Avevo seguito il consiglio di mia madre e quindi avevo concesso una seconda possibilità a quel povero ragazzo che sembrava essere sincero, ma nonostante tutto sentivo un peso all'altezza dello stomaco che somigliava tanto ad un campanello d'allarme. Il presentimento che alla fine di tutta questa situazione ci avrei rimesso solo io mi perseguitava e, dato che ero stanca di soffrire per gente che pensava solo al proprio benessere, cominciai a pentirmi di aver fatto un passo del genere.
Per sciogliere i nervi decisi di fare un bel bagno caldo e una maschera facciale, poi, dopo aver finito tutto, mi vestii e mi truccai. Scesi da mia mamma per farmi aiutare con l'acconciatura, che mi stava dando non pochi problemi e poi mi rintanai nuovamente nella mia stanza. Mi posizionai di fronte lo specchio e cominciai a cercare segni di imperfezione nel mio corpo e nel mio vestiario, fino a quando mia madre non entrò in camera e mi costrinse ad uscire da lì e a raggiungere Anastacia giù in giardino.
Capito oramai che non avevo scelta e non ci sarebbe stato modo di farle cambiare idea, mi accinsi a raggiungere la mia vicina di casa alle prese con le sue adorate decolleté. Avevo visto la scena dalla finestra di camera mia, forse era anche un po' questo il motivo del mio ritardo nella preparazione.
«Ehi, per favore non ucciderti e non litigare con le scarpe prima del dovuto» esclamai prendendola in giro.
«Senti, vedi di non prendermi in giro che sono irritata di mio. Come vedi le scarpe non collaborano e Caleb ancora non è partito da casa sua per venirmi a prendere. Dammi una buona notizia oppure esplodo» non pensavo si potesse essere così irascibili a causa di uno stupido ballo scolastico, insomma, non dovevamo mica andare a sfilare sul red carpet.
«Damian mi ha chiesto di ballare con lui» il mio intento era quello di sputare il rospo così velocemente da non essere capita, ma alla fine scandii perfettamente ogni singola lettera di quella frase.
«Eh tu me lo dici così, senza preavviso?» incominciò a saltare facendo dei piccoli gridolini, sembrava quasi che stesse per avere una crisi.
«Ma in che modo te lo avrei dovuto dire scusa, urlando e gridando?» chiesi con un misto di irritazione e gioia.
«Non dico che avresti dovuto mandarmi un piccione viaggiatore, ma nemmeno dirlo con così tanta non chalance. Dimmi che hai accettato ti prego, sarebbe un buon modo per cominciare a conoscervi davvero e chissà, magari questa amicizia si trasformerà in altro» era evidente che tra le due quella più eccitata per questo ballo con Damian fosse lei e non la diretta interessata, ossia io, e il fatto che stesse già viaggiando troppo con la mente mi fece capire che dovevo riportarla con i piedi per terra il prima possibile, altrimenti mi sarei ritrovata già sposata e chissà con quanti pargoli casa casa.
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Persa nella tua bugia
Romance/cà·sa/ sostantivo femminile Costruzione eretta dall'uomo per abitarvi, suddivisa in vani ed eventualmente in piani. Per Claire Marchetti, ragazza Italo Americana, trasferitasi a Manhattan con i genitori per via del lavoro del padre, sempre solare c...