⚠️Ei tu, so che probabilmente per te non sarà importante e che penserai che è solo una perdita di tempo, ma ti chiedo per favore di lasciare una ⭐⭐⭐ se ciò che leggi ti piace. Per me e molte altre autrici è una cosa veramente preziosa che ci dà la carica per andare avanti e ci aiuta a crescere e fare arrivare le storie ad un maggior numero di persone.⚠️
Ti ringrazio🤍
Claire's P.O.V.
Erano sette giorni che non rispondevo alle mille chiamate di Damian, ignoravo i suoi messaggi e non gli permettevo di vedermi. Era ormai passata una settimana dall'ultima volta in cui mi ero presentata a scuola e sentivo che la scusa dell'influenza, presa per di più in pieno inizio Settembre, stesse cominciano a vacillare. Le ragazze avevano rassicurato gli uomini del gruppo riguardo il mio stato di salute e li avevano informati riguardo il mio rientro, non proprio imminente come ci sarebbe potuti aspettare, ma immaginavo che qualcosa non tornasse nei loro calcoli, soprattutto in quelli di Damian. Il giorno in cui mi aveva lasciata a casa a riposare stavo una meraviglia, come mi sarei mai potuta ammalare nell'arco delle dodici ore successive?La sua sete di conoscenza non mi avrebbe certo stupita, ma non mi aspettavo nemmeno tutta questa insistenza.
Quella mattina decisi che era giunto il momento di riprendere in mano la vita e di affrontarla in modo diverso, contrario a quello con cui lei mi aveva costretta a fermarla. Infilai le pantofole, misi su una giacca, visto che il caldo delle coperte aveva fatto sì che il mio corpo non sopportasse le temperature esterne, e scesi in cucina per aiutare mia madre con la preparazione del pranzo. Non che avrei realmente fatto qualcosa, non sono famosa per le mie doti culinarie, però quanto meno avrei avuto la possibilità di scambiare qualche parola con lei. Rispettare il mio silenzio era stata una delle cose più difficili che aveva mai fatto in vita sua, e per questo gliene ero molto, ma veramente molto grata.
Ero così felice di quella scelta, che scesa al piano inferiore non mi accorsi nemmeno della sua strana assenza. Di solito, quando non la si trovava all'interno della casa, il primo luogo in cui si sarebbe dovuto guardare sarebbe dovuto essere il giardino. Mia madre aveva una strana fissa per le piante o comunque per il giardinaggio in generale e in quel periodo sembrava che questa si fosse trasformata in una vera e propria ossessione. Chissà per quale strana ragione non mi aveva ancora proposto di riempire camera mia, o addirittura camera sua e il salotto, di fiori colorati e di ogni genere.
«Buongiorno signora, si ricorda di me?» stavo per raggiungere la donna al di fuori dell'abitazione, convinta che l'avrei trovata da sola, quando udii una seconda voce affiancare la sua. Nascondermi fu il mio primo pensiero. Farsi trovare arzilla da qualcuno che sa che sei malata non è un buon piano per mantenere viva la tua reputazione.
«Ciao Damian, certo che mi ricordo di te. Non chiamarmi signora perché mi fai sentire vecchia» non ero stata in grado di riconoscere il volto della persona in questione, ma di certo avevo udito forte e chiaro il nome pronunciato da mia madre. Proprio quando avevo cominciato a credere che Damian si fosse arreso alla triste realtà in cui io non volevo includerlo nella mia vita, ecco che ricompariva.
STAI LEGGENDO
Persa nella tua bugia
Romance/cà·sa/ sostantivo femminile Costruzione eretta dall'uomo per abitarvi, suddivisa in vani ed eventualmente in piani. Per Claire Marchetti, ragazza Italo Americana, trasferitasi a Manhattan con i genitori per via del lavoro del padre, sempre solare c...