27. Cuori spezzati dalla gelosia

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⚠️Ei tu, so che probabilmente per te non sarà importante e che penserai che è solo una perdita di tempo, ma ti chiedo per favore di lasciare una  ⭐⭐⭐ se ciò che leggi ti piace

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⚠️Ei tu, so che probabilmente per te non sarà importante e che penserai che è solo una perdita di tempo, ma ti chiedo per favore di lasciare una ⭐⭐⭐ se ciò che leggi ti piace. Per me e molte altre autrici è una cosa veramente preziosa che ci dà la carica per andare avanti e ci aiuta a crescere e fare arrivare le storie ad un maggior numero di persone.⚠️

Ti ringrazio🤍

Napoli, Italia, Damian's P.O.V.

Tre notti. Tre interminabili notti passate all'interno di un nightclub in una delle vie più nascoste e malfamate di Napoli. Tre notti in cui la mia migliore amica divenne la vodka. Tre notti passate a sballarmi come non facevo da molto tempo. Ecco come un normalissimo diciottenne stava sprecando la sua vita. 

«Ragazzo forse dovresti smetterla di bere così tanto, sei già al sesto cocktail e non riesci a tenerti in piedi» queste furono le uniche parole che riuscii a decifrare nel bel mezzo del caos della mia mente, eppure parvero non essere in grado di smuovermi di un millimetro. L'idea di poter essere sul filo del rasoio mi balenò in testa, ma non me ne curai più di tanto, sia perché troppo intento a trovare il suo volto tra tutte le persone che popolavano i miei pensieri, sia perché consapevole del fatto di non star toccando veramente il fondo, non in quel momento per lo meno.

-Se solo Riveira ti vedesse, ti ucciderebbe con le sue stesse mani. Quanto tempo è che non stavi così eh? Incosciente, ecco come puoi essere definito-

-Tra tutte le voci che mi girano in testa, la tua è l'unica che sento veramente. Non mi importa di cosa direbbe Riveira, ho bisogno della vodka tanto quanto ho bisogno di sapere che non l'ho persa del tutto-

-Stai perdendo i sensi-

-Sto perdendo lei-

«Ragazzo ti prego reagisci o sarò costretto a chiamare il centodiciotto» di nuovo quella voce assordante.

«Mettetegli due dita in gola e fatelo vomitare, così che possa riprendere almeno un po' i sensi, e fate in modo che nessuno si avvicini a lui» avrei tanto voluto rispondere che io ero ancora cosciente, ma le parole mi morivano in gola non appena provavo ad aprire la bocca.

Un attimo dopo aver sentito quella voce, qualcosa si bloccò all'altezza della mia gola impedendomi di respirare in modo autonomo. Nemmeno il tempo di capire cosa stesse realmente succedendo, che mi ritrovai piegato sulla tavolozza di un Wc a vomitare anche l'anima. Fu il gesto più liberatorio mai fatto sulla terra, ve lo posso garantire.

«Ragazzo finalmente! Credevamo fossi morto» l'uomo, una volta accertatosi del fatto che potessi, anche in minima parte, comprendere quello che diceva, riprese ad urlare per farsi sentire, facendo, di conseguenza, aumentare il mal di testa dovuto alla situazione.

«Vuoi che chiami un'ambulanza? Magari andando in ospedale e facendo una lavanda gastrica ti sentirai molto meglio» chiese abbastanza preoccupato.

Rifiutai categoricamente, pur sapendo che sarebbe stata la scelta più saggia da prendere.

Persa nella tua bugiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora