Capitolo nove.

5.2K 225 21
                                    

N.A. LA STORIA NON E' MIA IO MI LIMITO SOLO A PUBBLICARLA

HALF A HEART

 (Ice on Fire) capitolo 9.


POV di Hanna.

Quando aprii gli occhi vidi il buio fuori dalla finestra. Delle braccia forti mi tenevano strette e un respiro calmo e regolare era sul mio collo. L'unica luce della stanza era la televisione che trasmetteva un programma di cui in quel momento non ricordavo il nome. Mi ci volle un pò per rendermi conto che ero ancora nella stanza di Harry e che mi ero risvegliata tra le sue braccia. L'ultima cosa che ricordavo era il suo sorriso perfetto mentre si lasciava trasportare dal sonno. Non ricordai quanto mi ci volle per seguirlo, ma non molto. La cosa sorprendente e di cui mi resi conto era che non avevo avuto incubi. Per la prima volta dopo quella notte non avevo avuto incubi. Rimasi immobile in quella posizione mentre il mio cuore batteva all'impazzata per quel contatto. Mi era mancato, Dio quanto mi era mancato. Mi voltai cercando di non svegliarlo e vidi il pasticcio dei capelli ricci sulla sua fronte, la bocca semi aperta e il viso apparentemente rilassato. Sembrava che niente potesse svegliarlo. Allungai indecisa una mano verso la sua guancia e ci appoggiai il palmo. Aveva il viso caldo e morbido. Era questo il mio.. Harry. Sembrava facile, avvicinarmi alle sue labbra e baciarlo dolcemente ma per ora andava bene così. 
Continui a farlo.
Cosa?
Continui a fissarmi.
Mi piace guardarti.
A me piaci tu.

I ricordi mi invasero la mente ed ebbi un tuffo al cuore.
La mia attenzione venne attirata dall'orologio digitale sul piccolo comodino e solo in quel momento mi resi conto che era quasi ora di cena e non avevo dato più mie notizie a Louis. Per quanto volessi scappare dalle sue parole non si meritava che non mi facessi sentire. Era sicuramente nel panico. Cercai così di alzarmi, sollevando il braccio di Harry a malincuore dalla mia vita e togliere i suoi piedi attorcigliati nei miei. Il pavimento era ghiacciato al tocco con i miei piedi e rabbrividii. Presi le scarpe e notai Chester russare ai piedi del letto. Lo lasciai lì e prima di uscire dalla stanza mi deliziai ancora con quella visione. Harry che riposava beatamente con un braccio lungo il materasso nel punto in cui poco prima c'ero io. Sorrisi, prima di chiudere la porta e sussultare alla vista di Zayn seduto sul divano.
«Gesù! Mi hai fatto spavento!»
«Ti ho fatto spavento? - rise - Che diavolo di lingua è?»
Sbuffai e mi sedetti sulla poltrona per infilarmi le scarpe.
«Beh? Che dovrebbe significare?» sbottò.
Lo ignorai facendo finta di non sapere a cosa si stesse riferendo.
«Siete tornati insieme?»
Il velo di irritazione nella sua voce era percepibile.
«Ti dispiacerebbe abbassare la voce?» sussurrai.
«Quindi gli hai detto tutto?» lo vidi strofinare i palmi delle mani tra di loro.
«No, ti prego possiamo non parlarne adesso?»
«E quando? - alzò istintivamente la voce per poi riabbassarla per via della mia occhiataccia - Non rispondi mai ai miei messaggi!»
«Ti prometto che domani parleremo, non qui ti prego.»
Indicai la porta di fronte a noi con dentro un Harry dormiente. Zayn sembrò calmarsi ma continuava a fissare il pavimento.
«Sta dormendo..» disse, con tono più calmo.
«Si, è vero.»
Fissai la porta chiusa, combattendo la voglia di tornare lì dentro tra le sue braccia. 
«Puoi dire ad Harry che può riportare Chester a casa quando vuole.»
Mi alzai goffamente dalla poltrona, guardandomi intorno senza neanche sapere cosa stessi cercando.
«Posso portarti a cas..»
«Domani, - lo interruppi - parleremo domani.»
Annuì sconfitto e lo lasciai nel salotto mentre lo salutavo alla porta con un cenno della testa. Faceva freddo, troppo freddo. Pensavo ancora alle braccia di Harry che mi tenevano stretta al suo corpo e a quanto mi sembrò di essere tornata a casa. Ma sembrava tutto così confuso, c'era troppo di cui parlare. Quando aprii la porta di casa trovai Louis sullo sgabello della cucina intento a curiosare la sua macchina fotografica.
«Dov'è Chester?» mi chiese, senza togliere gli occhi dall'obiettivo.
«E' con Harry, l'ho lasciato lì.»
Mi tolsi la giacca, cercando di andare verso la mia camera..
«Oh, eri con Harry? - mi bloccò - Quindi presumo tu gli abbia detto tutto.»
Mi bloccai nei miei passi, voltandomi sbuffando.
«No Louis non gliel'ho detto, ti prometto che lo farò ma ti prego, lascia che sia io a dirglielo.» lo supplicai.
Non avevo voglia di continuare a litigare con lui, ero solo esausta e volevo solo buttarmi nel mio letto prima di andare al locale.
«Dici come quando mi hai promesso che avresti fatto quel controllo?» 
Mi congelai. Letteralmente rimasi immobile in mezzo al salotto, mi mancava quasi il fiato. Louis posò la reflex e prese in mano qualcosa. Trasalii quando riconobbi il mio telefono.
«Hai dimenticato il telefono qui e ha chiamato una certa dottoressa Robinson, ti dice qualcosa?» si passò il mio telefono tra le mani e mi lanciò uno sguardo di ghiaccio.
«Io..»
«A cosa diavolo stavi pensando Hanna!» alzò la voce, sollevandosi dallo sgabello.
«Io.. volevo andarci ma qualcosa mi ha fermata, io..»
«Se un'irresponsabile! Non ti rendi conto che qua parliamo di una cosa seria! Stavi per morire e ti ostini ancora a fare finta di niente!»
«Non trattarmi come una bambina!» urlai anche io, sentendo i miei muscoli irrigidirsi.
«Tu smettila di comportarti come tale!»
Venne verso di me buttando il mio telefono sul divano.
«Sai cosa? Potrai spiegare direttamente alla dottoressa perchè non ti sei presentata al controllo domani, quando ci andremo insieme.» Che?
«Cosa? - chiesi sconvolta - Ti prego Louis non farmi questo, ti prometto che andrò presto solo..»
«Mi dispiace Hanna, - mi interruppe - ti ho già dato la possibilità di decidere da sola e non l'hai colta, domani andremo insieme e questa volta mi assicurerò che tu ci vada.»
Mi guardò serio per un ultima volta, prima di tornare verso il tavolo per giocherellare con quello stupido arnese.
«Critichi tanto papà per i suoi comportamenti, ma tu sei tale e uguale a lui.» sputai.
Lui mi ignorò e io sbattei la porta della mia camera alle mie spalle, scivolando con la schiena sul pavimento. So che Louis lo stava facendo solo per il mio bene ma non potevo affrontare questa cosa, non oggi, non domani, mai.

Half a Heart :: hesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora