Capitolo quarantuno.

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POV di Hanna.

La mattina dopo sentii la pioggia fuori dalla finestra che picchiettava sul vetro, attirando l'attenzione di Chester che, una volta aperti gli occhi, trovai seduto che fissava il cielo fuori e che indietreggiava ogni quando vedeva un lampo. Che cane fifone!
Mi svegliai per bene e guardai l'orologio che segnava le 7 di mattina ma venni disturbata dal fatto che mi ritrovai da sola nel letto e sentii qualcuno che armeggiava con gli sportelli del bagno. Il profumo di Harry mi penetrò nelle narici, dandomi un meraviglioso risveglio, e poco dopo lo vidi uscirci e sistemarsi le maniche della camicia bianca.
«Come sei bello..» sussurrai, sorridendo.
Lui sollevò la testa, sorpreso di vedermi sveglia.
«Ehi, ti ho svegliata?»
Si incammino verso di me e io feci cenno di no, prendendolo dal colletto e trascinandolo di nuovo a letto.
«Vorrei poterti togliere questa camicia e tenerti qui a letto con me.»
Gli confidai, sorpresa dei miei stessi pensieri.
Harry scoppiò a ridere e si tenne su con un gomito, mentre mi sfiorava la guancia con una mano.
«Credimi, niente mi farebbe più felice.. - si avvicinò per baciarmi troppo lentamente, facendomi impazzire – ma devo andare.»
Si sollevò dal letto e andò a infilarsi la giacca di pelle.
«Mio Dio! Sei perfido!» sbuffai.
Rise di nuovo, facendo comparire le adorabili fossette sulle guance, e io mi alzai per andargli incontro.
«Viene Aria a prenderti?» mi chiese.
«Si, dopo aver accompagnato Louis al lavoro.»
Notò il mio tono triste e mi sollevò il mento per potermi guardare negli occhi.
«Lo sai che mi dispiace non accompagnarti, vero?»
«Si, vorrei solo che ci fossi, tutto qui.»
Tenendomi il mento con una mano si avvicinò per baciarmi e questa volta fu più deciso di prima, permettendomi di allaciargli le braccia attorno al colloe e spingerlo per quanto possibile verso di me.
«Ci sarò alla prossima, promesso.»
Si staccò, facendomi sbuffare, e mi lasciò un bacio sul naso.
«Falli secchi, tigre.» scherzai.
«Ti amo, ma le battute di SpiderMan non sono sexy.»
Mi fece l'occhiolino e poi uscì di casa, lasciandomi con un sorriso ma anche con un pò di tristezza. Non mi piaceva rimanere da sola, iniziavo a pensare e pensare troppo non portava mai a niente di buono. Grazie ai suoi baci e alla sua bellezza era completamente sveglia, quindi fu inutile rimettersi a letto. Sistemai la stanza, mettendo a posto I suoi vestiti e riempiendo la lavatrice. Chester mi seguiva passo dopo passo, troppo spaventato dei tuoni per rimanere da solo in una stanza. Lo trovavo carino, ma avrei preferito che fosse lui a difendere me e non il contrario. Mi lavai, stirai I capelli pensando che un giorno mi sarebbe piaciuto portarli corti, ma non ne avevo il coraggio, indossai qualcosa di comodo e quando terminai era passata solo un'ora. L'appuntamento era alle 9, quindi avevo ancora un pò di tempo prima che Aria suonasse all'impazzata il campanello di casa. Presi posto sul divano e passai il tempo con il cellulare, controllando anche le email e ne trovai una di Zayn.

Da Zayn:

Ciao bellissima, come state? Ho deciso di provare il mio nuovo portatile, quindi ti scrivo questa email così evito di svegliarti nel cuore della notte, visto che ancora non ho preso mano con il fuso orario. L'accademia è fantastica, piena di gente fuori di testa proprio come me. L'ultima volta mi hai chiesto di Denise e si, siamo in buoni rapporti, ma francamente non so dove ci porterà questa cosa. Sento spesso Emma, non farti strane idee, e ho visto che il nostro Harry è diventato una diva! Come sta il mio nipotino? Spero di esserci per la nascita, ma qui non abbiamo un attimo di tempo libero, non so se riuscirò neanche a tornare per Natale.. mi mancate, ti voglio bene.

Sorrisi per quasi tutta l'email, a parte quando mensionò Emma, il che mi sembrò strano, e quando parlò delle vacanze di Natale. Non lo vedavamo da un paio di settimana e già mi mancava terribilmente. Cercai di rispondergli in maniera chiara, senza raccontare dei litigi tra me ed Harry, che sorprendentemente erano diminuiti, ma cercai di aggiornarlo su tutte le cose belle che ci stavano succedendo. La nascita del bambino che si avvicinava, cosa avevamo deciso io ed Harry sulla casa, il lavoro di Louis e la vicinanza con Aria, cercai di rallegrarlo. Non appena cliccai sul tasto 'invia' il campanello della porta suonò e Chester corse all'entrata. Mi alzai lentamente e non appena aprii Aria mi accolse con un sorriso e una delle sue solite battute su quanto fossi più grassa del giorno prima. Sapevo che scherzava, ma non mi sarei mai offesa per questo. Risultare grassa perchè porti tuo figlio dentro di te, ne vale assolutamente la pena.
«Harry è andato a salvare il mondo?» mi chiese, prendendo un pò d'acqua.
«Piantala, è andato a parlare del tour.»
Infilai la giacca di pelle e lei mi fece il verso, facendomi ridere. Salutai Chester e scendemmo alla macchina, fortunatamente aveva smesso di piovere.
«Fa un freddo cane.» constatò la mia amica, litigando con il riscaldamento.
«Credo che quello serva per la neve.»
Aria schiacciava qualsiasi pulsante pur di riscaldare la macchina e solo dopo qualche minuto ci riuscì.
«Non voglio che il cucciolo si congeli.» spiegò, mettendosi in strada.
Tutti davano ormai per scontato che mio figlio fosse un maschio, il che entusiasmava più Harry e Louis, ma io volevo solo che fosse sano e per quanto pensassi fosse femmina, anche la dottoressa credeva che potesse trattarsi di un maschietto. Con la guida sprint di Aria arrivammo in pochissimo tempo, trovammo un posto vicino ed entrammo di corsa dentro il palazzo a causa del freddo. Lucy non era di turno quel giorno, al suo posto vi era una signora più grande con dei lunghi capelli biondi e sulla targhetta vi era il nome di Rose.
«Buongiorno.» ci salutò, sorridendo.
«Buongiorno, abbiamo un appuntamento per le 9, signorina Tomlinson.»
Rose controllò l'agenda, sfogliando un pò di pagine e indicando finalmente con l'indice il mio nome, picchiettando un pò di volte sul foglio di carta.
«Oh si, Hanna Tomlinson.. potete accomodarvi in sala d'attesa.»
Annuii e mi accomodai in quella sala d'attesa ormai a me nota. Aria non c'era mai stata e sembrava più eccitata di me che lo avevo già viste diverse volte.
«Vedrò la piccola pulce finalmente.»
«E' molto più grande di una pulce, credimi.»
Scoppiò a ridere e prese una rivista dal tavolino di fronte, iniziando a sfogliarlo.
«Sicura di voler tornare stasera?» le chiesi.
Mi stavo così abituando alla sua presenza che avevo dimenticato che prima o poi dovesse tornare a Bristol.
«I miei mi uccideranno se non lo faccio, ma ci vedremo tra qualche giorno per la vigilia, non ti preoccupare.»
Mi prese le mani per stringerle e io le strinsi a mia volta, sorridendole.
«Sai che senza te, senza Louis.. non ce l'avrei mai fatta..»
«E ora c'è Harry, sarà un padre stupendo.» aggiunse.
Parlammo ancora un pò di Zayn, le raccontai della sua email, di come era felice in America, senza mensionare la parte su Emma, non ne sapevo ancora abbastanza. Aria mi raccontò un pò di come fosse felice di aver scelto Oxford e di come la vita universitaria la stesse rendendo più matura, di come le mancasse vedere il suo fratellino ogni giorno, di come il ragazzo delle pizze faceva battute ogni volta che consegnava nella loro stanza e mi fece promettere di non dirlo a Louis. Solo qualche minuto dopo Rose ci chiamò, avvertendoci che era il nostro turno.
«Hanna! - mi salutò sorridendo la dottoressa Robinson una volta entrata – e lei è una tua amica?»
«In realtà.. lei è la zia.» dissi per la prima volta credo.
Aria sgranò gli occhi e quasi scoppiò a piangere, ma si limitò a sorridermi affettuosamente.
«Piacere dottoressa, io sono Aria.»
Si strinsero le mani e prendemmo posto di fronte a lei.
«Allora Hanna, hai fatto tutto ciò che ti ho detto?» mi chiese, osservandomi con la coda dell'occhio.
«Niente lavoro, niente affaticamento ed Harry era lì a ricordarmelo.»
«Benissimo allora, sono contenta che le cose tra voi vadano bene.»
Mi sentii arrossire e lei tornò ad armeggiare con il suo computer, cercando qualcosa a me sconosciuto. Mi fece le solite domande, sull'alimentazione, se avevo avuto dolori, incidenti, e la mia risposte erano altrettanto le stesse.
«Dov'è il nostro papà oggi? Non ti lascia mai venire sola.» chiese.
Sentii una piccola fitta allo stomaco per ciò che disse, non perchè fossi ancora arrabbiata con lui, sapevo perchè non poteva esserci, ma non lo rendeva meno spiacevole.
«Impegni di lavoro, era molto dispiaciuto.»
Cercai di sorridere più che potevo, la Robinson a volte era troppo indagatrice e sembrava quasi la psicologa che avevo avuto mesi fa.
«Bene, vediamo questo bimbo?»
Aria battè la mani, eccitata, e io scossi la testa rassegnata. Mi avvicinai a lettino, sapendo ormai la posizione in cui mi dovevo mettere e feci cenno ad Aria per dove sedersi.
«Tornerai a casa per Natale?» chiese la Robinson, mentre spalmava il gel sulla pancia, facendomi rabbrividire.
«Si, - sussultai – è gelido.»
Aria mi prese la mano e fissò attenta lo schermo, mentre la dottoressa premeva sul mio ventre per trovare Jeremy.
«E' quello?» chiese Aria, impaziente.
Nessuno rispose, io perchè vedevo solo linee, la dottoressa forse perchè ancora non c'eravamo. Poi la figura apparve e vidi il mio piccolo cucciolo in quell'ammasso di linee nere e grige, ed era un'emozione ogni singola volta.
«Oddio.. è così emozionante.»
La mia amica aveva la voce rotta e quando mi girai la trovai in lacrime. Le strinsi la mano e tornai con lo sguardo sullo schermo.
«Dì ciao alla zia piccolo.» sussurrò la Robinson.
«Oh mio dio, è una così tenera piccola palla, con delle braccine e gambette minuscole..»
Guardai Aria sconvolta da tutte quelle parole tenere dette da lei tutte in una sola frase e la pregai di smetterla.
«Non è di certo una palla.» la corressi ridendo.
Si asciugò le lacrime che le scivolarono sulle guance e mi strinse ancora più forte la mano. Sapevo che era un'emozione vedere un bambino ancora non nato sullo schermo, ma queste dimostrazioni mi mettevano in imbarazzo perchè non sapevo come diavolo comportarmi.
«Vuoi andare a prenderti una bottiglia d'acqua?» le chiesi.
La Robinson nel frattempo cambiava espressione da divertita a seria, e non sapevo il motivo.
«Sarà meglio, ti serve qualcosa?»
«No, sono apposto.»
Aria si alzò dalla sedia e, dando un'ultima occhiata alla 'piccola palla', uscì dalla stanza. Sorrisi divertita per la scena e mi concentrai sulla dottoressa, era da troppo che stava in silenzio. Fissava lo schermo muovendo quell'aggeggio sul mio ventre come se fosse un pezzo di carne da schiacciare e quasi non mi scappò di fare pipì.
«Va tutto bene?» le chiesi divertita.
Lei non mi rispose, continuò a schiacciare tasti su quella tastiera, con l'espressione sempre più seria. All'inizio pensavo fosse solo divertita dalla reazione di Aria ma adesso.. adesso mi stava seriamente preoccupando.
«Dottoressa Rob..» provai a richiamarla.
«Sei stata a riposo Hanna? Davvero intendo..» mi chiese seria interrompendomi.
«S-si.. ho lasciato il lavoro ed Harry faceva quasi tutto al posto mio.»
Fece una smorfia, come se non ci credesse del tutto.
«Dottoressa, cosa succede?» chiesi ancora.
«Sei caduta?» mi chiese all'improvviso, sorprendendomi.
Si voltò per fissarmi, seria come non l'avevo mai vista, e non riuscii a dirle nulla.
«Sono sicura che Harry davvero non ti abbia fatto fare nulla, ma questo deve essere dovuto a qualcosa.. quindi te lo chiederò un'altra volta e ti prego di rispondermi sinceramente, sei caduta?»
«Questo? Questo cosa?»
«Hanna rispondimi..»
Guardai lei, poi guardai il fermo immagine di Jeremy, sembrava tutto apposto, sembrava tutto perfetto come qualche mese fa.. che diavolo stava succedendo?
«Si.. ieri sono caduta..» ammisi.
«Come pensavo.» disse solamente.
«Cosa sta succedendo? Il mio bambino sta bene, vero?»
La sua espressione non mi piaceva, stava succedendo qualcosa.
«Non ti mentirò.. la caduta ha provocato un distacco della placenta..»
«Un distacco della placenta? Cosa significa?»
La guardavo terrorizzata, sapendo che tutto ciò non avrebbe portato a niente di buono. Mi asciugai il gel sparso sulla pancia e mi rivestii, prestando ascolto alle sue parole.
«Il distacco può impedire il passaggio di ossigeno al bambino..»
«Impedire il passaggio di ossigeno? Mi sta dicendo che il mio bambino morirà?» chiesi allarmata.
La stanza iniziò a girare, io iniziai a sudare e tutto ciò che volevo in quel momento era avere Harry accanto a me..

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