Capitolo trenta.

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N.A. la storia non è mia, io mi limito solo e unicamente a pubblicarla.HALF A HEART

(Ice on Fire) capitolo 30.

POV di Hanna.

Mi svegliai quella mattina stranamente più rilassata. Non c'era la solita temperatura fredda che di solito c'era sempre a quell'ora, e quando aprii gli occhi verso la finestra vidi I raggi del sole che illuminavano la mia scrivania. Guardai I fogli che avevo lasciato la sera prima sul tavolo, quando dopo aver parlato con Zayn, avevo provato a disegnarci su qualcosa. E mio padre aveva ragione. Quella passione, la passione per il disegno, la voglia di creare qualcosa di nuovo, non se ne era mai andata. Non sapevo ancora cosa avrei fatto con l'accademia.. Diavolo! Non sapevo ancora come avrei fatto con questo bambino. Non potevo garantargli chissà quale futuro e la relazione con suo padre era del tutto strana. Ma quando feci scivolare la mia mano sulla pancia le preoccupazioni sembrarono scomparire, rimpiazzate da un sorriso e da una gioia immensa.
«Hanna..»
Sussultai quando sentii sussurrare il mio nome e vidi Liam poggiato alla parete della mia stanza. Lo guardai confusa, non capendo perchè avesse la faccia triste e lui voltò la testa dal lato opposto per invitarmi a guardare. E poi lo vidi.. sulla mia sedia con le rotelle, in un angolo della stanza, Harry dormiva con un braccio a penzoloni e la testa piegata in un lato. Aveva la bocca legermente aperta e il respiro calmo e regolare. Che diavolo ci faceva qui? Mi aveva guardata dormire per tutta la notte? Mi alzai dal letto e rimasi per qualche minuto a fissarlo in silenzio. Liam era sparito e io indietreggiai per uscire dalla stanza e trovare mio fratello seduto sul divano insieme a Chester.
«Sei al corrente del fatto che nella mia stanza c'è Harry che dorme su una sedia?»
Mi avvicinai a lui, concentrato a mangiare I suoi cereali in una tazza con del latte e a guardare un qualsiasi programma idiota.
«Certo, pensi che lasci entrare chiunque?» rispose, facendosi colare una goccia di latte sul mento.
«Okay, ma perchè è qui? E poi cosa? Mi ha tipo fissato per tutta la notte?»
Solo a me sembrava tutto dannatamente strano?
«Louis!»
Lo richiamai, vedendo che mi ignorava.
«Perchè non lo svegli e non glielo chiedi tu stessa? Sto guardando How I met your mother e mi stai distraendo, grazie.»
Detto questo alzò il volume del televisore, dimostrando il fatto che la faccenda non gli interessasse proprio, e io sbuffai tornando di nuovo nella mia stanza. Harry era ancora lì, aveva solo piegato la testa dall'altro lato rispetto a prima. Mi sedetti di nuovo sul letto e continuai a fissarlo, pensando a un modo fastidioso per svegliarlo. Avrei potuto buttargli un pò d'acqua in faccia, ma si sarebbe incazzato. Avrei potuto svegliarlo gettando una pentola a terra, ma si sarebbe incazzato. Avrei potuto chiamare il suo nome urlando, ma si sarebbe incazzato. Dopo essermi convinta del fatto che si sarebbe incazzato in ogni caso, lasciai perdere. Iniziai a sistemare la stanza, infilai I fogli dentro al cassetto, sistemai il letto e piegai I vestiti sulla scrivania. Visto che Harry dormiva come un sasso, apparentemente, decisi anche di andare a darmi una lavata veloce e vestirmi. Louis era ancora dove lo avevo lasciato, con I suoi cereali e il mio cane traditore. Mi lavai velocemente la faccia, I denti e tornai nella mia stanza. Presi della biancheria pulita dall'armadio, un pantalone di tuta e una felpa. Osservai Harry nel momento in cui mi sfilai I pantaloni, tanto per accertarmi che non facesse il furbo, e infilai mutande e la tuta. Tolsi anche la maglietta, la sua maglietta e la gettai sul letto.
«Hanna..»
Non mi ero accorta degli strani rumori sulla sedia e, quando mi voltai, misi come protezione le braccia attorno al petto nudo.
«Non guardare!»
Harry si stropicciò gli occhi confuso e. subito dopo, imbarazzato. Arrossì come un idiota e io mi sentii una stupida visto che mi aveva visto nuda un sacco di volte.
«Ma.. io, tu..»
Aveva ancora la voce più roca del solito per via del sonno. Lo fulminai con lo sguardo e abbassò la testa per permettermi di infilarmi la felpa. Dovevo ammettere che quel piccolo momento di intimità mi fece salire in corpo una scarica di eccitazione esagerata.
«Sai che è ridicolo, vero?»
Mi voltai, ora del tutto vestita, e lui alzò di nuovo la testa per guardarmi.
«Perchè sei rimasto a fissarmi per tutta la notte? E' inquietante..» gli chiesi dopo, iniziando a sistemare il mio improvvisato pigiama.
«Ero venuto a parlarti di una cosa, Louis mi ha detto che dormivi e.. ed ero troppo stanco per andarmene, ecco.»
Si alzò dalla sedia imbarazzato, come se dovesse inventare una scusa sul perchè fosse rimasto a fissarmi per delle ore. Per un momento sperai che dicesse "perchè volevo guardarti dormire", ma sarebbe stato assolutamente più imbarazzante.
«Quindi..»
«Oh, giusto.. - mi fece segno di sedermi sul letto e lui tornò sulla sedia, mettendosi davanti a me – allora.. sapevi che il padre di Emma e Josh era un discografico?»
Annuii, immaginando soltanto quello che avrebbe detto.
«Okay.. dice che.. insomma, lui ha detto che..»
Aveva abbassato lo sguardo e continuava a contorcersi le mani come fossero piccoli pezzi di Lego. Trovando un pizzico di coraggio allungai le mie mani e afferrai le sue, interrompendolo. I suoi occhi furono subito sui miei. Le sue mani erano calde, quasi sudato, ma bastò quel tocco per calmarlo.
«Mi ha ascoltato cantare in questi giorni e mi ha chiesto se ho mai pensato di farlo come mestiere.»
Rimasi a fissarlo, aspettando che dicesse dell'altro, ma lui fissava me come se aspettasse che dicessi io qualcosa.
«Perchè.. perchè sembri terrorizzato? Non l'hai sempre voluto fare?»
Lasciò le mie mani e si alzò dalla sedia, iniziando ad andare avanti e indietro per la stanza.
«E se dovesse andare male? E se invece dovesse andare bene e fossi costretto ad andarmene da città in città? Non voglio stare lontano da te, non voglio stare lontano da mio figlio e di certo non voglio obbligarvi a spostarvi ovunque io debba andare.. soprattutto adesso, non voglio perdermi niente, non voglio farti sentire sola. Siete l'unica famiglia che mi resta e non-»
Mi alzai in piedi per andare a fermare il suo insopportabile andare avanti e indietro e il suo adorabile monologo.
«Ehi, - gli presi il viso tra le mani e si zittì – non ti perderai niente e se fossimo costretti a seguirti, in qualsiasi posto tu andrai, lo faremo.. e se dovesse andare male staremo accanto a te lo stesso, ma diventerai un grande cantante Harry, perchè so che sei un disastro nel socializzare, ma quando canti, arrivi al cuore delle persone.»
Eravamo a un centimetro di distanza, occhi dentro occhi, quegli occhi verdi che sognavo ogni notte e che avevo desiderato da quando ero solo una bambina. Fu lui a rompere il contatto visivo, appoggiò la fronte alla mia e mi fissò le labbra per quelli che pensai fossero dei minuti infiniti. E invece di baciarmi, come il mio intero corpo desiderava, mi avvolse tra le braccia e mi strinse al suo corpo, nascondendo il viso tra I miei capelli. Non c'era stato un bacio, ma ci aveva definiti la sua famiglia e per il momento era abbastanza. Rimasimo in quella posizione a lungo e l'unico rumore nell'intera casa era la voce di Barney dal televisore del salotto. L'abbraccio era caldo e pieno di affetto, ed ero quasi sicura fosse amore, ma I nostri petti erano separati da un sottile strato di pancia. L'idea mi fece ridere. Harry però non sembrò farci caso e rimase con una mano tra I miei capelli e il viso che si muoveva con gesti lenti nel mio collo. Dopo un pò però fu lui a liberarci e mi guardò, credo, con uno sguardo più dolce.
«Se io provo in questa cosa, mi prometti che pensi seriamente a riprendere a disegnare?»
Rimasi confusa da quella sua proposta e poi mi ricordai dei fogli sparsi sulla scrivania.
«Hai visto I disegni?»
«Ho visto I disegni.» mi confermò.
«E' un'idea stupida.. ci ho provato solo perchè mio padre mi ha chiesto di farlo e Zayn mi ha ch-»
Nel momento in cui nominai il suo nome, Harry mi bloccò.
«Ne hai parlato con Zayn?» chiese di botto.
Lo fissai, cercando di capire che cambiamento avesse comportato questa notizia.
«Si..»
«E non potevi parlarne con me?»
Si era arrabbiato. Lo capivo dalle sue narici che si dilatavano, dal suo sguardo che era passato da dolce a infastidito.
«Grandioso! Dobbiamo litigare?»
Lo superai sbuffando e andai ad aprire la finestra per fare cambiare un pò l'aria nella stanza. Lo ignorai per I secondi successivi, ma sentivo il suo sguardo fisso su di me e I miei movimenti.
«Va bene, mi dispiace..»
Harry Styles aveva appena detto che gli dispiaceva? Lo guardai, desiderando di sentirglielo dire di nuovo, ma non appena aprii la bocca lui mi anticipò.
«No, non lo dirò un'altra volta! Andiamo a fare colazione.»
Mi spinse fuori dalla stanza e le risate sostituirono il brevissimo momento di rabbia.

Alla fine andammo da Starbucks perchè ad Harry non andava bene la solita caffetteria di Mary e a Louis non andava bene il Mc. Io buffai per tutto il tempo che trascorremmo in macchina, a causa dei loro continui litigi.
«E' la mia dannata macchina!»
Brontolava Harry, quando Louis cercava di imporre una determinata canzone alla radio. Sembravano due bambini capricciosi, ma era una gioia vederli finalmente parlare e litigare su cavolate del genere. Chiamammo anche Zayn per unirsi a noi e lui ci avvisò che avrebbe portato anche Denise.
«Sii carino.» pregai Harry.
Li stavamo aspettando seduti a un tavolo a un angolo della stanza ed Harry aveva assunto un ghigno fastidioso non appena aveva sentito che ci sarebbe stata anche lei. Sicuramente l'avrebbe preso in giro tutto il tempo.
«Stai tranquilla, - mi sussurrò – ehi innamorato cronico!»
Si rivolse a Louis, concentrato a scrivere un messaggio, e gli tirò un pezzo di carta quando vide che lui non alzò lo sguardo.
«Che diamine!»
Mio fratello sussultò per il pezzo di carta che gli arrivò sul naso e guardò il suo migliore amico sconvolto.
«Mi dispiace fratello aver disturbato la tua danza dell'amore, ma puoi dedicare qualche minuto di attenzione anche a noi comuni mortali?»
Vidi Louis arrossire, colto sul fatto. Stava sicuramente scrivendo un messaggio ad Aria. Era così innamorato, così dolce, così.. spostai il mio sguardo sul volto di Harry e quasi mi venne da piangere. Ci trovavamo in questa situazione di limbo, senza sapere cosa fossimo esattamente. Amici? Diamine, avremo un bambino!
«Tu pensa alla tua danza dell'amore.»
Harry rimase a fissare mio fratello per un istante e poco dopo, come me, iniziò ad arrossire e ad ammutolirsi. Il momento per fortuna non durò tanto perchè qualche minuto dopo Denise e Zayn entrarono nel locale.
«Ehi.» salutò Zayn.
Harry sembrò riprendersi e ricambiò il saluto con un cenno della mano.
«Vi ricordate Denise?»
Harry stava per aprire bocca, ma io gli diedi un calcio da sotto il tavolo per zittirlo.
«Certamente! Come stai?» le chiesi.
La ragazza prese posto accanto a me e credo che mi ringraziò silenziosamente per averla tolta dal momento di imbarazzo. Non erano proprio una coppia bizzara, al contrario, sembravano perfetti l'uno per l'altro. Denise mi parlò dei suoi piani per l'America, di come era stato difficile accettare perchè viveva da sola con sua madre e non voleva lasciarla, ma lei accettò segretamente al suo posto. Io le raccontai del mio sogno di diventare una stilista, ma che per vari problemi non ero potuta andare in Italia, - avevo omesso il dettaglio della gravidanza – e lei mi disse di quanto le dispiaceva e che le piacerebbe che un giorno ci ripensassi. Piacerebbe anche a me. Restammo a parlare per delle ore, finchè un tuono non ci fece sussultare e girammo tutti di scatto il volto verso la finestra.
«Cavolo, si prospetta una bella serata..» osservò Harry.
Un altro tuono fece tremare I vetri e io sussultai di nuovo e, senza neanche pensarci, appoggiai una mano su quella di Harry sotto il tavolo. Lui si voltò a guardarmi e, dopo un attimo di confusione, mi strinse la mano ghignando. Ricordava la mia fobia per I tuoni.
«Aproposito di questa sera, - disse a un tratto Denise – un mio amico organizza una festa, niente di troppo grande, solo una serata tra amici.»
«Io passo, stasera devo..» stava per dire Louis.
«..stare su skype con Aria.»
Harry finì per lui e tutti scoppiammo a ridere, facendolo arrossire ancora di più.
«Fottiti!»
Avevo ancora la mano stretta in quella di Harry e per un attimo dimenticai di cosa stavamo parlando.
«Hanna?»
Zayn mi riportò alla realtà e mi accorsi che tutti mi stavano fissando, aspettando una mia risposta. Cosa avrei dovuto dire? Era da tanto che non andavo a una festa, forse l'ultima era stata quella dell'ultimo ballo a scuola e non sapevo neanche se poteva definirsi festa, e forse era un'occasione per divertirci un pò tutti insieme.
«Si.. sarà divertente.»
«Sei sicura?» mi chiese Harry.
Lo guardai negli occhi e il suo sguardo, accompagnato dalla sua stretta sulla mia mano, fu abbastanza per mandarmi a fuoco.
«Si, sono sicura, non mi accadrà nulla.»
«Allora se vai tu, vengo anche io.»
Louis posò il cellulare sul tavolo e per la prima volta da quando c'eravamo seduti qui sembrò interessarsi alla conversazione.
«Ci andrò io, non fare aspettare Aria.»
Harry rispose al posto mio e questa volta nel suo tono non c'era nessuna intenzione di sfottere Louis, ma era come se volesse davvero che parlasse con Aria.
«Perfetto! Vi passiamo a prendere noi?» chiese Zayn.
Preferivo di no, ma come lo avrei detto? Se la festa fosse stata un completo disastro potevamo sempre scappare via e andare in un altro posto, no?
Vuoi solo stare da sola con Harry, ammettilo.
«No, prendo la mia macchina.»
Harry rispose prima che potessi mandare al diavolo la mia coscienza e gli strinsi ancora di più la mano sotto il tavolo. Zayn annuì e decidemmo di vederci direttamente alla festa per le nove.
«Vi manderò l'indirizzo per SMS.» ci avvertì Denise.
La colazione sembrò terminare e io lasciai la mano di Harry non appena si alzò dal tavolo. Non volevo creare imbarazzo con nessuno, ma lui sembrò quasi restarci male.



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