Capitolo trentasette.

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  N.A. la storia non è mia, io mi limito solo e unicamente a pubblicarla.  


POV di Hanna.

La visita di Karen mi aveva riportata alla realtà. Mi aveva fatta rendere conto che non potevo continuare a vivere per le cose che non c'erano più. Liam era morto e io stavo per diventare madre. Harry stava intraprendendo una carriera e sarebbe diventato padre. La vita doveva andare avanti.
«Prenderete un albero di Natale, vero?»
Eravamo partiti per Bristol la mattina successiva insieme a Chester e i miei genitori ci avevano accolto con un sorriso enorme stampato sulla faccia. Dalla cucina veniva un insolito buon odore di cibo, cosa che mi sorprese più di tutto. Mia madre non perdeva tempo a cucinare, preferiva incaricare qualcun'altro. Immagino dovessi abituarmi a questi cambiamenti.
«Certo, non sarebbe Natale.» rispose Harry.
Il salotto di casa mia non era mai stato così pieno di persone a cui volevo bene. Di solito la casa era piena di ricconi che erano gentili con me solo per ottenere qualcosa da mio padre. In quel momento vedevo Harry, i miei genitori, Louis e presto sarebbe arrivata Aria.
«Oh Hanna perchè non venite a stare da noi? Lo spazio non ci manca mica e saremo più tranquilli a saperti qui.» propose nuovamente mia madre.
«Harry deve lavorare mamma e lui e Louis sanno prendersi cura di me, stai tranquilla.»
Harry mi mise un braccio attorno alle spalle e mi baciò sulla guancia.
«Come sta andando Harry?» gli chiese mio padre.
Ci eravamo riuniti in salotto in attesa di Aria e che qualsiasi cosa avesse messo mia madre in forno fosse pronta.
«Bene, credo.. ho iniziato a suonare in qualche locale di Londra e dovrei andare a Dublino per aprire dei concerti un po' più importanti.»
Mio padre cercò di sorridere, cercando di non far notare il fatto che non fosse d'accordo con quel tipo di carriera. Per questo ci fu un attimo di silenzio, interrotto per fortuna da mia madre.
«Hanna perchè non andiamo a controllare in cucina?»
Annuii e la seguì in cucina, mimando un ti amo con le labbra ad Harry. Non appena entrammo avvertii subito uno strano odore di bruciato.
«Hai messo il timer nel forno?» le chiesi.
Mia madre spalancò gli occhi e si precipitò verso il forno, aprendolo e facendo uscire un immensità di fumo. Mi coprii la bocca e iniziai a tossire, cercando di non dire 'te l'avevo detto'.
«Che disastro!»
Mia madre lanciò la teglia piena di cibo quasi carbonizzato dentro il lavello e sbuffò.
«Perchè ti sei messa a cucinare?» cercai di non ridere.
«Volevo solo prepararvi qualcosa, comportarmi per una volta da madre normale..»
La guardai sorridendo e la osservai nel suo abito elegante avvolta da un orribile odore di bruciato. C'erano cose che non erano fatte per tutte le persone. Cucinare non era per mia madre.
«Tu sei una madre normale, insomma.. sei insopportabile come quasi tutte le madri, se può farti sentire meglio.»
Mi lanciò un'occhiataccia ma subito dopo rise. In quel momento Louis spalancò la porta della cucina, insospettito.
«Sta bruciando qualcosa?»
Sorrisi a mia madre, fissai mio fratello ed Harry alle sue spalle e poi proposi:
«Vi va il cinese?»
Louis sorrise e andò verso il telefono per ordinare la cena. Nel momento in cui mio fratello appese, il campanello della porta suonò. Louis fu il primo a precipitarsi ad aprire e non appena lo fece una chioma nera gli saltò addosso.
«Quanto mi sei mancato! Ti amo, vorrei che tu potessi venire con me!»
Mi sentivo in imbarazzo per quel momento così privato, ma anche sorprendentemente felice che finalmente si potessero rivedere. Mio padre tossì per far rendere conto della nostra presenza ed Aria si staccò da Louis imbarazzata. Non appena mi vide corse ad abbracciarmi.
«Dio Hanna! Sei incinta!»
Le diedi un colpetto sulla spalla e scoppiai a ridere.
«Mi sei mancata anche tu.» le dissi.
Non ci vedevamo solo da due mesi ma sembrava cambiata. Sembrava più rilassata, più convinta di se stessa – non che prima non lo fosse – aveva l'aspetto di una vera studentessa di Oxford.
«Tu ti comporti bene?» fece ad Harry.
Harry sorrise e si abbassò per abbracciarla. Aveva i capelli un po' più corti dell'ultima volta che l'avevo vista in web-cam e.. un momento.
«E' un tatuaggio quello?» le sussurrai mentre ci spostavamo in cucina.
Fissai ancora la piccola rondine sul polso. Non mi avevano mai affascinata i tatuaggi, ma da quando Harry era tornato con tutto il corpo coperto di inchiostro nero, avevo cambiato idea.
«Ti piace?»
Alzò il polso soddisfatta, facendo attenzione a non farsi vedere dai miei.
«Si, è carino.»
«Bene, non dirlo ai miei.»
Mi fece l'occhiolino e la seguii perplessa in cucina.

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