Capitolo quarantasei

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Capitolo 46

Pov. Harry

L'aereo ha portato qualche minuto di ritardo, ma quando conosci qualcuno come i Westlife non hai problemi di coincidenze che non sono più coincidenze, quindi non perdi pullman o treni, ma finisci in una macchina lussuosa con un'autista che ti carica i bagagli nel cofano. Siamo atterrati a Dublino mezz'ora fa e i ragazzi hanno deciso di portarmi in un locale per festeggiare l'anno nuovo. Capiscono che non sono molto in vena, ma Mark ha insistito e non mi ha permesso di tornamene in hotel con Robert, per cui adesso mi trovo dentro il privet di un locale esclusivo. Ancora mancano due ore a mezzanotte, ma i ragazzi mi promettono che ci divertiremo.

Sai che bello.

«Avanti amico! Togliti quell'espressione da cane bastonato e fatti un drink!»

Shane mi da una pacca sulla schiena e mi fa sussultare, prendendomi di sorpresa.

Non ho la faccia da cane bastonato, davvero, ma sono nervoso perchè il mio telefono è morto e l'ultimo messaggio che ho ricevuto da Hanna è stato un "Mi manchi anche tu. Tranquillo, sto bene xoxo".

L'ho avvisata che ero atterrato dal telefono di Mark, ma ancora non ha dato risposta.

«Ehi Mark! Sicuro che non hai ricevuto niente?» chiedo al moro, intento a bere dello champagne.

Lo vedo uscire il telefono dalla tasca della giacca e me lo mostra. Nessuna notifica.

«Vedrai che Hanna sta bene, prendi un po' di questo.»

Shane mi passa un bicchiere di champagne e decido di rilassarmi un po'. Sicuramente sarà indaffarata con la cena e tutto il resto, per questo non ha risposto al messaggio. Me la immagino mentre rimprovera Louis per essersi mangiato anche il suo di piatto e mentre alza gli occhi al cielo a uno dei noiosissimi discorsi di sua madre. Ma sto pensando di nuovo a lei, e questo non aiuta. Tra un'ora arriverà il nuovo anno e io sembro un dannatissimo ragazzo depresso, quando invece dovrei sentirmi gasato dal fatto che aprirò i concerti dei Westlife.

Al diavolo.

Bevo un sorso e inizio a parlottare con i ragazzi. La musica è alta al punto giusto, senza infastidire chi ha voglia di parlare. E' un locale abbastanza riservato e mi sembra di aver visto qualche altra persona famosa nei dintorni, ma ehi, chi ci fa poi così caso? Io di sicuro no.

Hanna, al contrario, inizierebbe a urlare se vedesse chi mi sta attorno. E quindi, sto pensando di nuovo a lei.

«Vado un attimo al bagno.» dico, a nessuno in particolare.

Quando c'è abbastanza distanza tra di noi mi dirigo verso il bancone e noto una ragazza in camicia e cravatta che riempie i bicchieri. Ha un caschetto castano e muove quelle braccia così velocemente che quasi quasi ho paura le possa cadere una bottiglia a terra.

«Cosa ti porto?» mi chiede, piazzandosi di fronte a me.

«Oh scusami, in realtà non cercavo da bere ma volevo chiederti se.. - faccio fatica ad uscire il telefono dalla tasca e glielo mostro – hai per caso un caricatore dell'iphone? Il mio è morto.»

Mi guarda perplessa, come se si stesse domandando se veramente le ho chiesto una cosa del genere e non un drink.

«Tu sei quel ragazzo.. quello del talent..» stringe gli occhi e mi fissa.

«Si, ma te lo chiedo solo perchè la mia ragazza è incinta e vorrei sapere se-»

«Ok! - mi interrompe – Mi avevi già convinta con la questione del talent.»

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