Epilogo

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Epilogo

Due anni dopo...

Pov. Harry
Fisso la mia immagina nello specchio e finalmente dopo anni riesco a sentirmi a mio agio in uno smoking. Per tanto tempo mi sono sentito sbagliato, come se la mia esistenza qui fosse fuori posto. Ho cercato tanti modi per ribellarmi, per difendere le persone che amo, per difendere me stesso. Non ho avuto di certo una famiglia normale, di veri principi. Mio padre era ciò che di peggio esisteva al mondo, ciò che terrei lontano da mia figlia a tutti i costi. Credo di aver ereditato un po' del suo temperamento, ma con gli anni mi sono dato una calmata. Mia madre era tutta un'altra storia e se non fosse stato per la malattia oggi, in questo giorno cos importante, sarebbe qui accanto a me.
«Tutto ok sposino?»
Louis entra nella stanza nel suo completo nero e il ciuffo perfettamente laccato. Mi guarda, mentre mette le mani in tasca e si avvicina.
«Vuole ancora sposarmi?» gli chiedo, ignorando la sua domanda.
«Ha sempre voluto sposarti.»
Mi sorride e mi mette una mano su una spalla, intuendo che sono un fascio di nervi. Mi guardo ancora allo specchio, concentrando tutta la mia tensione sul nodo alla cravatta.
«Ehi, non torturare quel povero nodo, è perfetto.»
Louis mi prende dalle spalle e mi fa voltare per guardarlo.
«Sapevo saresti stato nervoso e quindi, - mi fa segno di stare zitto perché sa che voglio negare, ma in realtà ha ragione – ho portato i rinforzi.»
Lo guardo allibito per un attimo, senza capire.
«Ehi piccola, ora puoi entrare.»
A quel comando la porta si apre di nuovo, ma questa volta un piccolo angelo vestito di bianco con lunghi capelli dorati mi viene incontro. La tensione evapora e mi sento sciogliere.
«Ehi, scimmietta.»
Mi piego sulle ginocchia e Adele mi sorride raggiante, raggiungendomi.
«Lo zio Louis ha detto che avevi bisogno di aiuto.» mi dice, con la sua vocina adorabile.
Ha una fascia di fiori tra i capelli, gli occhi grandi e verdi. Ho già detto di essere perdutamente innamorato di mia figlia?
«Bè, lo zio Louis aveva ragione.. tu però non dirlo alla mamma, promesso?»
«Posso dirlo a Toby?» mi chiede, sussurrando.

Toby è l'adorabile migliore amico di mia figlia. Dove va lei va lui, dove va lui va lei, letteralmente. Inizia a farmi diventare geloso già a cinque anni, non oso immaginare cosa mi aspetterà dopo.
«Certo scimmietta, puoi dirlo a Toby.»
Adele mi sorride di nuovo e mi abbraccia.
«Sei molto bello papà.» mi mormora tra le braccia.
La stringo più forte, annuso i suoi capelli e do un'occhiata a Louis che ci guarda commosso. Avevo proprio bisogno di aiuto.

Pov. Hanna
Non credevo che mi sarei sposata così presto, ma d'altronde non avrei neanche mai immaginato di avere già una figlia di 5 anni. E cosa ancora più straordinaria, non avrei mai pensato che tutto questo lo avrei condiviso insieme ad Harry Styles.
Mi alliscio le pieghe immaginarie del vestito da sposa che io ho realizzato e penso a quanto sia stata fortunata nell'ultimo periodo. Adele è la nostra gioia più grande, una meravigliosa bambina che ci regala ogni giorno un'emozione nuova. Sono così fortunata che Harry sia un padre così meraviglioso e lieta che l'influenza di Marcus non lo abbia scoraggiato. Sono fortunata a fare un lavoro che amo, incentrato soprattutto sullo disegnare abiti per bambini. Sono fortunata che finalmente Harry abbia trovato il suo posto, come socio di Josh nella gestione del locale e lavorando al fianco di Robert nel produrre nuovi dischi e trovare nuovi talenti. Josh ha proposto ad Harry di gestire il locale insieme e unire il tutto alla sua passione per la musica. Trova ragazzi che hanno quel famoso "qualcosa" e li lancia sul palco del'Irish, come debutto. Amo vederlo interagire con loro, credo proprio ce l'abbia nel sangue. Oggi sono in procinto di sposare questo ragazzo problematico, magnifico, a tratti dolce, - scherzo – e diventare la signora Styles.
Aria, la mia migliore amica da sempre, viene a chiamarmi e quando mi vede rischiamo quasi di rovinare il trucco per la commozione. Mi abbraccia, mi dice quanto sia meravigliosa, e mi piazza un piccolo bouquet tra le mani. Sto per chiedere che fine abbia fatto mia figlia, ma poi la trovo accanto a Toby nell'arco che ci separa dall'ingresso della chiesa.
«Pronti?»
Alzo lo sguardo e vedo mio padre in tutto il suo splendore che cerca di trattenere le lacrime. Afferro il suo braccio e gli sorrido, realizzando solo adesso che sta succedendo davvero.
«Non farmi cadere.» cerco di alleggerire la tensione, ricordandogli quanto sia goffa.
«Mai.»

O Ed eccoci.
La musica parte, Aria entra per prima, essendo la mia damigella d'onore e testimone. Sparpaglia un po' di petali rosa lungo la navata e quando arriva all'altare capisco che è il mio turno di andare. Adele e Toby ci seguono, lei con un altro piccolo bouqet, lui con le fedi in mano. I miei amici, la mia famiglia, si alzano tutti in piedi e mi sorridono, emozionati, ma dopo un po' mi perdo nello sguardo di quello che sta per diventare mio marito, il compagno che ho scelto per la vita. Harry. Più mi avvicino e più il mio cuore accelera i battiti, fin quando mio padre, in lacrime, mi lascia a lui. La messa si svolge in maniera regolare, arriviamo al rito delle promesse ed Harry mi fa piangere veramente mentre mi stringe le mani e mi guarda negli occhi. Adesso è il mio momento e finalmente posso recitare il discorso a cui ho pensato a tutta la notte. Stringo le mani di Harry, come ha fatto lui con me, e lo guardo.
«Sei stato un tornado.. un tornado che ha sconvolto la mia vita sin da quando eravamo piccoli. Eri il bel e misterioso migliore amico di mio fratello, - Louis dietro di lui alza gli occhi al cielo – ma soprattutto eri il bambino che mi difendeva quando gli altri mi prendevano in giro e solo pochi anni fa ho scoperto che in realtà quell'aria di mistero che ti avvolgeva era un modo per difendere gli altri da quello che ti succedeva, ed entrambi sappiamo bene perchè.. – stringe le mie mani e per un attimo abbassa lo sguardo, per poi riallacciarlo al mio – Io ero una bambina timida, con una stupida cotta per l'amico del fratello maggiore, e sono rimasta sempre questo per molto tempo, senza riuscire a sconfiggere le malelingue che mi circondavano solo perché avevo qualche chilo in più. – ripenso a quegli anni e mi viene un brivido – Ma oggi.. oggi finalmente ho capito qualcosa che mi ha detto qualcuno che purtroppo non può essere qui.. Noi siamo come il fuoco e il ghiaccio.. io porto un po' di tranquillità in te, tu porti un po' di vita in me, perché è di questo che parliamo. Fin ora mi hai regalato degli anni pieni di esperienze bellissime, cose che da sola non avrei mai potuto fare, e cosa più importante mi hai regalato il bene più prezioso che potessi mai avere. Nostra figlia. Dicono tutti che somiglia a me, ma io vedo anche quanto somigli tanto al suo papà, con la sua vivacità, la sua forza, la sua infinita dolcezza e la bontà che ha negli occhi. Sei il nostro supereroe, e io, come lei, ti amerò infinitamente e completamente.»
Potrei raccontarvi di come il viso di Harry fosse rigato dalle lacrime, di come il mio viso fosse rigato dalle lacrime, di quanto fu emozionante lo scambio delle fedi, o di come fosse adorabile la voce di Adele quando esultò al momento del bacio; potrei raccontarvi del riso trovato in ogni parte del mio corpo, anche in quella più impensabile, di come i nostri amici ci strinsero, di come fui felice di vedere Zayn ed Emma di ritorno dall'America, di come la mia famiglia fosse in un mare di lacrime, di come Aria fece fatica a infilarmi dentro la macchina con tutto quello strascico; potrei descrivervi l'emozione provata arrivata al ricevimento, nel ballare finalmente stretta a mio marito, di vedere Aria e Louis più felici che mai, di vedere mia figlia che ondeggiava insieme a Toby, di come Chester a metà serata si buttò in piscina – tralasciando il disappunto dei proprietari del ristorante – , di come mia figlia al momento della torta, in braccio ad Harry, prese un po' di panna con il dito per spalmarla sulla faccia del papà; potrei raccontarvi la felicità che ho provato nel vedere la mamma di Liam, nel sentire i Westlife cantare a fine serata e potrei raccontarvi di come tornammo a casa, pronti ad amarci come dovrebbe fare qualsiasi coppia.. qualsiasi coppia che non abbia già una figlia di cinque anni. E invece adesso siamo qui, nel nostro letto matrimoniale, io con ancora indosso la sottana del vestito da sposa, Harry senza cravatta, ancora in camicia e pantalone, che abbracciamo nostra figlia che dorme profondamente al centro del letto. Forse dovrei dire che ha avuto un incubo, che non voleva dormire sola nella stanza, ma in realtà io e Harry la volevamo con noi. Che posso dire? Siamo completamente innamorati di nostra figlia.
«Grazie, per quello che hai detto in chiesa.» mi sussurra Harry.
«Grazie a te per quello che fai per noi.» gli rispondo.
Ci sorridiamo, ci avviciniamo con il viso con l'intento di baciarci ma un russare improvviso ci interrompe. Chester, ai piedi del letto. Scoppiamo a ridere e stringiamo le nostre mani aggrovigliate insieme a quelle di Adele.
«Amo la nostra famiglia.» dice poi.
«Si, la amo anche io.»
Ed è vero.
La amo.

Spazio autrice
Ed eccoci arrivati alla fine. Scrivere l'epilogo di una storia è sempre una questione difficile perché hai sempre paura di deludere i lettori, ma anche te stessa. Sinceramente mi sono commossa mentre scrivevo, forse perché ascoltavo il theme di "pearl harbor" (probabile) o perché si chiude un ciclo (probabile anche questo). Sono molto grata a tutte le persone che hanno seguito questa storia sin dall'inizio, a quelle che sono rimaste e anche a quelle che hanno avuto da ridire. Con le vostre opinioni si cresce, si trova il modo di andare avanti e scrivere. Ringrazio ancora una volta Chiara per la pazienza avuta, e mi scuso per essermi assentata per parecchio tempo. Spero di aver lasciato qualcosa in ognuno di voi e se questa storia vi ha solo fatto passare una settimana noiosa, va bene anche così. A ognuno di voi, grazie.
Cla.

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