Capitolo ventitré

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N.A. la storia non è mia io mi limito solo ed unicamente a pubblicarla.


HALF A HEART

 (Ice on Fire) capitolo 23


POV di Hanna.


La bambina con I capelli dorati continua a girare su se stessa e a ridere, ridere di cuore, ridere davvero.

Ha la sua stessa risata, ha I suoi stessi occhi, ha la sua stessa voglia di scoprire il mondo.

Mi delizio a guardarla, sentendomi forse per la prima volta nella mia vita serena.

Ma poi qualcosa cambia.. la bambina si ferma improvvisamente e mi guarda, gli occhi pieni di rabbia.

"Non ho un padre" mi dice, con la serietà più angosciante possibile.

"Cosa?"

Mi guardo attorno e l'atmosfera serena di qualche attimo prima scompare per lasciare spazio a una stanza buia e vuota.

"Si che hai un padre.." provo a dire.

La bambina indietreggia, quasi spaventata da me.

Allungo una mano e lei indietreggia ancora.

"Non ho un padre" ripete, per poi voltarsi e scappare via da me.

"No!" urlo.

«No!»

«Hanna!»

Sentivo qualcuno scuotermi, ma I miei occhi cercavano ancora nell'oscurità quell'angelo di bambina che fino a qualche minuto fa stava danzando felice, per me.

«Non andare!»

«Hanna svegliati!»

Spalancai gli occhi, allarmata.

Harry era sopra di me, l'espressione terrorizzata sul volto e le mani sulle mie spalle. Io respiravo a fatica ed ero in una pozza di sudore.

«Ehi.. va tutto bene.»

Mi accarezzò una guancia con una mano e poi mi tirò tra le sue braccia, lasciandomi teneri baci tra I capelli.

«Va tutto bene piccola, sei qui con me.»

Mi lasciai cullare tra le sue braccia, il tempo giusto per scacciare via quell'incubo e riuscire ad addormentarmi di nuovo.

Qualcosa di caldo e umido mi tormentava la mano e mi costrinse ad aprire di malavoglia gli occhi. Alla mia destra, Chester continuava a leccarmi la mano che se ne stava a penzoloni fuori dal letto.

«Buongiorno piccolo.» sorrisi, impacciata.

Mi ci volle un attimo per rendermi conto che ero da sola nel letto e per un attimo mi prese il panico.

E' andato di nuovo via? Ti prego no, non riuscirei a sopportarlo di nuovo.

Un rumore di pentole in cucina mi rincuorò e mi presi il mio tempo per rimettere in ordine le idee. Quell'incubo era stato terribile. Quella bambina aveva gli occhi di Harry, doveva essere per forza la nostra bambina. Istintivamente portai una mano sulla pancia e sorrisi non appena sentii il piccolo rigonfiamento. Era solo un puntino e già gli volevo bene. Volevo bene a qualsiasi cosa stesse crescendo nella mia pancia. Maschio o femmina. Ma dopo aver visto quanto fosse bella quella bambina con gli occhi e il sorriso di Harry sapevo, sentivo che sarebbe stata una bambina. Mi resi conto di stare sorridendo come una perfetta idiota per qualcosa che ancora neanche c'era e tutto l'entusiasmo svanì non appena vidi l'orologio che segnava le 9 del mattino. In un attimo l'incubo, l'angoscia, tutto mi fu più chiaro. Quella mattina Harry sarebbe venuto con me dalla ginecologa.

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