Capitolo trentuno

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N.A. la storia non è mia, io mi limito solo e unicamente a pubblicarla.
HALF A HEART

(Ice on Fire) capitolo 31.

POV di Hanna.

Non so per quale motivo ma ero del tutto agitata per quella festa. Mi ero cambiata tante di quelle volte, ma ancora non riuscivo a trovare qualcosa di decente da mettere. I vestiti iniziavano a starmi stretti, in altri ci stavo scomoda, e avrei voluto tanto andarci in tuta. Mi fissai allo specchio ancora per qualche minuto, con quello che doveva essere almeno un quinto cambio nel giro di pochi minuti. La pancia cresceva, ma la camicia larga riusciva a coprirla, e il mio viso sembrava più paonazzo del solito. Avrei dovuto fare qualcosa a questi capelli, ma non riuscivo a trovare il tempo, o meglio, non riuscivo a trovare la voglia. Harry sarebbe arrivato tra poco e io ero ancora in alto mare.
«Stai bene.»
Louis era appoggiato allo stipite della porta, le brancia conserte e una bacchetta di cereali in una mano. Chester dal mio letto lo puntò e iniziò a scodinzolare per averne un pezzo. Mi guardai ancora nello specchio con un semplice jeans e la camicia rosa confetto, e pensai al possibile paio di scarpe da mettere.
«Non lo so..»
«Sei solo nervosa perchè passerai qualche minuto da sola in macchina con Harry.»
Si avvicinò e mi mise le mani sulle spalle e iniziò a massaggiarle, fissandomi dallo specchio.
«Non so cosa stiamo facendo.. ho accettato di andare a questa festa ma sinceramente, a cosa diavolo stavo pensando? Sono incinta e non so come fare a riconquistare il padre di mio figlio in questo stato.» mi lamentai.
«Sei bellissima Hanna.» disse semplicemente, rincuorandomi.
Gli sorrisi e, dopo aver addentato un pezzo della bacchetta, sparì dalla stanza con Chester alle costole. Decisi alla fine di seguire il consiglio di mio fratello e non mi cambiai più. Presi gli stivali marroni da sotto il letto e misi un pò di trucco sul viso. Sarebbe andato tutto bene. Avremo passato un pò di tempo con I nostri amici e a un certo orario saremo tornati a casa. Harry mi avrebbe accompagnato alla porta e forse, sicuramente no, mi avrebbe stretta tra le sue braccia. Sarebbe andato tutto bene. Allora perchè diavolo mi stavano tremando le gambe?
«Hanna!»
Sussultai al mio stesso riflesso allo specchio e quasi il lucida labbra non mi cadde dalle mani.
«Cosa?!» risposi, esasperata.
«Harry è qui.»
Respira. Respira.
Mi precipitai nel salotto e quasi inciampai nei mei stessi piedi, tanto ero eccitata.
«Nervosa?»
Louis era seduto sul divano con il portatile poggiato sulle gambe disteso sul tavolino. Mi ricomposi, cercando di respirare e di calmarmi. Sulserio.
«No, perchè dovrei?»
«Oh, dovresti.»
Una voce femminile riempì la stanza e rimasi perplessa mentre mi guardavo attorno. Mio fratello rideva come un ebete per la mia reazione e mi ci volle del tempo per capire che la voce proveniva dal computer. Mi avvicinai al divano e vidi sullo schermo Aria che mi sorrideva. Non appena mi vide alzò una mano in segno di saluto.
«Ciao mammina.»
«Ehi! Potevate dirmelo!» mi lamentai, lanciando un'occhiata a Louis.
«Quindi.. avete un appuntamento.» cambiò discorso.
«Non è un appuntamento! Andiamo a una festa!»
Nel frattempo Harry prese a suonare il citofono di continuo, facendomi innervosire ancora di più. Andai verso la porta sbuffando e lo avvertì che stavo arrivando.
«Sei bellissima per la cronaca.»
Alzai il viso verso lo schermo e sorrisi alla mia migliore amica.
«Mi manchi.. non vedo l'ora che tu venga qui.»
«Okay adesso basta, - Louis ruppe il nostro momento – state attenti perchè sta iniziando a piovere, davvero.»
Annuii al mio assillante fratello e, dopo avergli scoccato un bacio sulla guancia e aver salutato Aria, uscii di casa. Sentii l'aria fredda già nel palazzo e I vetri delle finestre continuavano a emettere rumori fastidiosi a causa del vento. Harry era posteggiato proprio di fronte al portone così, una volta uscita, evitai di bagnarmi.
«Stavo per salire su.» disse non appena fui dentro.
Mise in moto e si addentrò tra le strade di Londra mentre la pioggia a poco a poco aumentava.
«Scusami, c'era Aria in videoch-.»
Non appena lo guardai mi bloccai sulle parole.
«Hai tagliato I capelli?»
Sembravamo essere tornati a un paio di anni fa. Lui con I capelli più corti e un ciuffo ribelle all'insù e io più gonfia del solito.
«Si, ti piacciono?»
Mi lanciò un'occhiata con un sorriso malizioso sul viso.
«Si, mi piacciono molto.» risposi, arrossendo.
Harry allungò un braccio per accendere il riscaldamento e poi cambiò discorso.
«Quindi.. dove dobbiamo andare?»
Afferrai la borsa e presi il telefono. Denise mi aveva mandato l'indirizzo della casa questo pomeriggio, e io non avevo idea di dove fosse, speravo che Harry lo sapesse.
«La casa si trova a Sud, vicino a un quartiere che si chiama Socks, in via..»
Mentre leggevo lo schermo del mio cellulare si spense, ricordandomi che avevo dimenticato di caricarlo a casa.
«In via?» chiese Harry, fermandosi al semaforo.
Invece di rispondere iniziai ad aprire il porta oggetti di fronte, curiosai nel cassettino vicino alla radio, senza trovare nulla.
«Cosa stai cercando?»
«Il mio cellulare si è scaricato, non hai uno di quelli aggeggi per ricaricarlo?»
Harry fece una smorfia, ripartendo.
«Carica batterie per auto Hanna, - mi corresse – e comunque no, come puoi non esserti ricordata di caricare il cellulare?»
Mi lanciava delle occhiate di tanto in tanto, mentre continuava a guidare. Lo dovevo ammettere, ero stata un idiota.
«L'ho dimenticato! Può succedere sai?»
«A cosa stavi pensando?» mi domandò, seccato.
A te. A cosa diavolo potevo mettere per attirare la tua attenzione.
Avrei voluto dire.
«Non è importante! Non possiamo semplicemente chiamare Zayn con il tuo?» proposi l'ovvio.
«E' nella giacca del giubbotto.»
Mi porsi verso I sedili posteriori, con fatica a causa del gonfiore che continuava a crescere, e afferrai la sua giacca. Controllai nella tasca sinistra, niente. Nella tasca destra, niente.
«Credo che tu l'abbia dimenticato.» lo avvertì, mentre imboccava l'autostrada.
«Perchè diavolo hai preso l'autostrada?!» strillai subito dopo, facendolo sussultare.
«Maledizione! Non urlare mai più in quel modo!» mi rimproverò.
Mise la freccia verso destra e accostò nella corsia di emergenza.
«Non ho dimenticato il telefono, non è possibile.»
Afferrò la giacca dalle mie mani e iniziò a controllare dove avevo appena controllato io. Risultato: niente.
«Io credo di si.»
«Cazzo! - lanciò la giacca sui sedili posteriori sospirando – Non possiamo tornare indietro, è venerdì sera ci metteremo una vita con questa confusione.»
«Okay, non avresti dovuto prendere l'autostrada comunque.» continuai.
«Mi sono distratto! - cercò di giustificarsi – Tu avresti dovuto caricare il cellulare!»
«E tu avresti dovuto portare il tuo!» alzai la voce.
Il rumore del vento e della pioggia riempì il silenzio che ci fu dopo, mentre I nostri cervelli cercavano una soluzione. Per me era semplice,
potevamo tornare a casa e dire la verità, che eravamo due perfetti idioti.
«Credo di sapere dove si trova.» disse dopo un pò Harry.
Mise di nuovo in moto e tornò in strada.
«Credi? E se dovessimo perderci?»
«Sei con me Hanna, non ci perderemo.»

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