Capitolo trentaquattro.

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N.A. la storia non è mia, io mi limito solo e unicamente a pubblicarla.
spazio me: d'ora in poi pubblicherò i capitoli in contemporanea alla scrittrice.

POV di Hanna.

Erano già passati due giorni da quell'orribile giornata e ancora non ero riuscita a riprendere il discorso con Harry. Mia madre alla fine non potè rimanere più di quanto voleva, accidentalmente mio padre aveva preso una storta sulle scale di casa e aveva la caviglia gonfia. Doveva tornare per prendersi cura di lui. Sorprendentemente questi due giorni si erano rivelati una rivelazione. Temevo già che mia madre non avrebbe perso occasione per fare qualche battuta su Harry, o della situazione in generale, invece si era rivelata premurosa e gentile.
«Mi farai sapere come sta papà?» le chiesi, sulla porta.
Mio padre aveva chiamato prima di cena, avvertendo mia madre dell'accaduto. All'inizio ci eravamo spaventati un po', ma poi Louis iniziò a sdrammatizzare il tutto descrivendo papà come un 'pasta frolla' e iniziammo a ridere. Anche Harry era insieme noi, mia madre aveva insistito ad averlo a cena.
«Certo Hanna, stai tranquilla.»
Mi avvolse in un abbraccio e mi accarezzò la schiena con una mano.
«Mi dispiace essermi tanto sbagliata su Harry in passato.. è un bravo ragazzo e si prenderà cura di te e del bambino, ne sono sicura.» mi sussurrò all'orecchio, sorprendendomi.
Sciolse l'abbraccio e mi sorrise, sostituendomi con Louis.
«Dirai da parte mia a papà quanto è imbranato?» scherzò.
«Non mancherà occasione, fate i bravi.»
Vidi mio fratello e mia madre finalmente affettuosi l'un l'altro e sorrisi. Harry mi affiancò e mise un braccio attorno alle mie spalle.
«A presto Harry.»
Mia madre sorrise al mio fidanzato e lui le fece un cenno con la mano. Una volta che se ne fu andata ci preparammo per la cena. Louis ed Harry litigarono tra cinese e pizza, e alla fine vinsi io con la pizza perchè ne avevo voglia e nessuno dei due voleva scontrarsi con una ragazza incinta. Chester mangiò quasi tutti i nostri bordi e a fine cena eravamo tutti quanti esausti ed Harry decise di rimanere da noi per la notte.
«Ho un sonno tremendo, domani sveglia presto.»
Si stiracchiò Louis, alzandosi dalla sedia.
«Quand'è che arriva Aria?» gli chiese Harry, piegando il cartone della pizza.
«Nel weekend.. ha anticipato la partenza e avevamo pensato di vederci direttamente a Bristol, al falò..»
Continuò a parlare lentamente, scegliendo le ultime parole con cura. Mi scrutò, aspettando una mia risposta, una mia reazione. Sapevo bene di cosa stava parlando. Avevano deciso di vedersi a Bristol per il falò in onore del compleanno di Liam. Fantastico.
«Oh bene, - disse Harry per smorzare la tensione – credo che andrò a sdraiarmi.. sono parecchio stanco.»
Mi lasciò un bacio sulla guancia e lo osservai mentre camminava insieme a Chester verso la porta della mia stanza. Da quando la dottoressa lo aveva avvertito sul gene dell'Alzheimer si era rabbuiato. Non con me o con i suoi amici, ma con se stesso.
«Credo che dovresti parlargli..» disse Louis.
Annuii e scesi dalla sedia, sistemando le ultime cose dal tavolo. Louis mi salutò con un abbraccio e filò anche lui nella sua camera. Presi del tempo prima di andare da Harry, dovevo scegliere le parole con cura, cercando di fargli capire che non sarebbe stato un problema. Il mio cellulare però vibrò sul tavolo e quando lo presi lessi un messaggio da parte di mamma.

Arrivata sana e salva. Papà esagera come sempre, vedrò di ricavarne qualcosa di buono;) Buonanotte Hanna :*


Mia madre che mi manda una faccina, wow.
Le risposi con una buonanotte e finalmente decisi di entrare in camera. La luce era spenta e alla tv c'era una strana telenovela di cui non avevo mai sentito parlare. Harry si era cambiato con dei pantaloncini da tuta e una canottiera bianca. Fissava lo schermo del telefono e muoveva velocemente il pollice in su. Chester quando mi vide alzò la testa e battè la coda sul pavimento.
«Ehi..»
Salii sul letto e mi misi su un fianco per osservarlo.
«Ehi.»
«Ti prego.. ti prego parlami.»
«Sto bene Hanna.»
Mi rispose quasi seccato, mettendo via il telefono e alzandosi dal letto..
«No, non stai bene.. - scesi dal letto annche io – non sei lo stesso da due giorni e io so perchè..»
«Se lo sai allora perchè chiedere?»
Si voltò di scatto e per poco non ci andai a sbattere contro.
«Perchè ti amo, perchè odio vederti così, che domande fai!»
Mi guardò per un attimo, forse pensando a cosa dire. Io a quel punto credevo che avremo preso a urlarci contro.
«Hanna.. non voglio litigare con te.. - prese le mie mani tra le sue – ma è una cosa che non puoi capire..»
Si avvicinò per darmi un bacio sulla fronte e lo vidi andare verso la cucina.
«Cosa non capirei? Sai che ti amerei lo stesso, sai che non ti lascerei rinchiudere in nessun istituto.. mi prenderei io cura di te, nostro figlio si prenderà cura di te, perchè è così importante per te?»
Accese la piccola luce della cucina, lasciando illuminare solo il piano cottura. Harry si appoggiò al mobile, sospirando.
«Per me è importante perchè ho visto una madre non riconoscere il proprio figlio e sai come mi sentivo ogni volta.. sai cosa ho provato, non voglio che i miei figli possano provare una cosa del genere!»
Aveva gli occhi lucidi e cercava di non alzare la voce per non farci sentire da Louis. A fine frase la voce quasi gli si ruppe in gola e a me mi si contorse lo stomaco. Sapevo cosa provava ogni volta che Adele non lo riconosceva, sapevo come si sentiva..
«Harry.. l'Alzheimer non è l'unica malattia che può colpirci.. dovremo lottare contro tutto questo, contro una febbre, contro una malattia.. potrei stare male anche io in futuro e mi fa una paura pazzesca, ma questo non vuol dire che dobbiamo smettere di andare avanti, di vivere.. - mi avvicinai a lui e gli presi una mano – Ti ho amato, ti amo e ti amerò sempre.. non mi interessa quale gene tu abbia e non dovrebbe interessare neanche a te. Stiamo per avere un bambino, siamo una famiglia.»
Sollevai la sua mano dal mobile e gliela appoggiai sulla pancia. Un piccolo sorriso si fece spazio sulle sue labbra e finalmente mi guardò negli occhi.
«Jeremy si prenderà cura di me?» mi chiese, facendomi ridere.
Abbassai lo sguardo e accarezzai la sua mano su di me.
«Io credo sia una femmina..» dissi sorridendo.
Harry mi prese il viso tra le mani e mi accarezzò gli zigomi con i pollici.
«Farò il test.» disse poi.
«Si?»
Presi le sue mani sul mio viso e gliele strinsi.
«Non so cosa farei senza te.»
Detto ciò mi strinse tra le sue braccia, cullandomi e lasciandomi baci tra i capelli.

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