Capitolo qurantatrè.

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POV HANNA.

Quando mi sveglio trovo la mia stanza completamente al buio, l'unica luce viene dalla batjour sul comodino, che ricordo benissimo di non aver acceso. Sbatto le palpebre più volte per abituarmi a quella poca luce e mi metto seduta, stropicciandomi l'occhio destro. Sento un calcio che gentilmente mio figlio mi regala e porto una mano sulla pancia, sussultando.
«Hai fame piccolo?» sussurro, sorridendo.
Mi alzo e prendo il cellulare sul comodino e solo in quel momento mi rendo conto che sono le undici di sera, il che vuol dire che ho dormito per più di tre ore ed è per questo che l'esserino dentro la mia pancia è così affamato. Apro la porta della stanza, seduita da Chester, e vado subito alla ricerca di Harry. In tutta la casa le uniche luci sono quelle dell'albero di Natale, che lampeggiano proiettando delle ombre sulla parete, e poi alcune luci soffuse che non capisco da dove provengono.
«Harry?» lo chiamo, senza ricevere risposta.
Solo quando inizio a scendere le scale capisco da dove proviene quella luce soffusa. Qualcuno ha riempito il salotto di candele, rendendo l'atmosfera molto più che romantica, qualcuno che adesso sta russando sul divano della stessa stanza. Mi avvicino e quasi piango quando vedo il tavolino con una vera cena preparata, a base di pasta e insalata. Harry dorme con la bocca aperta sul divano, un braccio penzola fuori dal divano e Chester va subito a leccargli la faccia.
«Via Chester!» bisbiglio al nostro cane.
Cerco di inginocchiarmi vicino al volto di Harry e inizio ad accarezzargli i capelli. Sono più corti di prima perchè li ha tagliati, ha una ruga sulla fronte e rido a guardarla, chissà cosa sta sognando.
«Ti amo così tanto.» sussurro.
Mi avvicino con il volto e inizio a lasciargli piccoli baci su una palpebra, poi sull'altra, vado sulla guancia e per finire sulle sue labbra. Quando mi allontano di poco lo vedo strizzare gli occhi e lo sento muoversi di poco. Sbatte le palpebre e mi stringe il cuore sapere che ha aspettato che mi svegliassi per farmi questa sorpresa.
«Ehi.» mi dice con la voce impastata dal sonno quando mette a fuoco il mio viso.
«Sono una fidanzata orribile, hai fatto tutto questo e io dormivo.»
Fa una smorfia e si solleva per mettermi di sedermi vicino a lui.
«Non sei una fidanzata orribile, - mi conforta – sei solo una ragazza che sta diventando madre troppo giovane e ha bisogno di riposare.»
Se solo sapesse quanto ne avrei davvero bisogno.
«Potevi svegliarmi..»
Mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e si avvicina per lasciarmi un bacio in fronte.
«Avevi bisogno di dormire, possiamo mangiare adesso, sono sicuro che stai morendo di fame.» propone.
Mi tocco la pancia sorridendo, sentendo il mio stomaco brontolare.
«Ho una fame da lupi!» confesso, imbarazzata.
«Allora avanti scheggia, datti da fare.»

Dopo non so quanto tempo io ed Harry abbiamo spolverato via più di metà del cibo, e ora siamo più riposati e a pancia piena. Sono accoccolata tra le sue braccia, con la testa sul suo petto, mentre lui mi accarezza i capelli e mi lascia qualche bacio nel frattempo.
«Promettimi che anche quando partirai questo non cambierà.» sussurro, timorosa.
«Cosa?»
Mi sollevo di poco per poterlo guardare negli occhi.
«Questo, noi due, nostro figlio.. promettimi che il nostro amore non diminuirà.»
Harry mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi sorrido, accarezzandomi uno zigomo con il polpastrello. Era questa la vera felicità per me. Ricevere un gesto così semplice, ma importante, dalla persona che ami di più al mondo.
«Non potrebbe mai diminuire, mi credi?» mi chiede, circondandomi il viso con entrambe la mani.
«Promettilo lo stesso.» lo supplico.
«Ti prometto che ti amerò anche se saremo a chilometri di distanza, anche se al momento del parto ti vedrò tutta sudata e piena di sangue, - feci una smorfia- e anche quando sarai così stanca da non avere le forze di fare l'amore con me perchè l'hai riservato tutto per accudire nostro figlio.»
Sorrido per la sua bizzarra promessa, ma non so perchè sento il cuore sciogliersi.
«Riserverò sempre un po' di amore per te.»
«Oh grazie, la cosa mi rincuora.»
Mi sorride e si avvicina per far scontrare le nostre labbra. Ci baciamo a lungo, senza mai esagerare, ma nonostante i baci siano lenti riesco ad avvertire la passione che ci mettiamo. Afferro il colletto della sua camicia e lo avvicino più a me, senza averne mai abbastanza. Non so per quanto tempo ci baciamo, ma a un tratto in lontananza sentiamo suonare le campane della chiesa, segno che è mezzanotte in punto.
«Buon Natale amore mio.» mi dice dolcemente, staccandosi di poco dalle mie labbra.
«Buon Natale Harry.» rispondo, sorridendo.
«Quindi adesso.. posso darti il mio regalo.» mi dice, lasciandomi sul divano e andando verso l'attaccapanni. Infila la mano in una tasca e io lo osservo curiosa, già curiosa di sapere cosa sia.
«Aspetta! - dico a un tratto – Io devo prendere il tuo.»
Mi alzo anche io e salgo piano nella mia stanza, prendendo il pacchetto dentro il mio borsone. Quando scendo al piano di sotto trovo Harry seduto di nuovo sul divano, con il viso illuminato dalla luce del fuoco del camino. Lo raggiungo e mi siedo di fronte a lui.
«Prima tu?» mi chiede.
Annuisco eccitata e mi passa il piccolo pacchetto azzurro. Ha un fiocco verde che mi piace subito e decido di conservarlo, senza riferirlo necessariamente ad Harry.
«Può sembrare banale, ma volevo che lo avessi.» spiega, non appena apro il pacchetto.
Dentro ci trovo una piccola pallina d'argento, con una catenella. Ci metto un attimo a capire che si tratta di un "Richiamo degli angeli", un piccolo sonaglio che arriva al livello della pancia. Sorrido immediatamente.
«Oh mio Dio, è bellissimo!» mi sporgo in avanti per baciarlo e lui sorride contro le mie labbra.
«Puoi..?» gli chiedo poi, invitandolo a metterlo.
La misura è proprio giusta e non appena lo vedo penzolare sulla pancia gonfia, sorrido di nuovo.
«Ora posso aprire il mio?» chiede.
Annuisco e gli passo il pacchetto marrone. Anche il mio non è grande, ma spero comunque che gli piaccia. Scioglie il fiocco nero e apre il pacchetto, rilevando la collanina con il ciondolo a chitarra.
«Volevo che avessi qualcosa che potesse ricordarti me, quando sarai in tour.» spiego, con rammarico.
«Hanna.. - mi guarda con occhi dolci – non mi serve una collana per ricordarmi di te ma la adoro, grazie.»
Si avvicina anche lui per baciarmi e poco dopo gli aggancio la collana, ripetendo i gesti di un attimo fa. Vorrei che questi momento non finissero mai, vorrei che il tempo si fermasse, che fossimo sempre così felici, sempre. Sussultiamo quando Chester inizia ad abbaiare alla finestra, fissando qualcosa di invisibile.
«Chester! - lo richiama Harry – Non c'è niente!»
Chester continua ad abbaiare, a intervalli, saltellando a destra e a sinistra, come se volesse acchiappare qualcosa. Anche io vedo un movimento fuori dalla finestra, quindi decido di alzarmi.
«C'è davvero qualcosa..» dico.
Non appena lo raggiungo scosto la tende per vedere meglio e quando capisco sul mio volto appare un sorriso così grande da illuminare l'intera stanza.
«Che succede?» chiede Harry, avvicinandosi.
Mi affianca e anche lui guarda oltre il voto, notando i piccoli fiocchi di neve che scendono uno dietro l'altro e si poggiano sul davanzale. Mi mette un braccio sulle spalle e mi stringe a se.
«Ti amo Hanna.» mi sussurra.
«Ti amo anche io.»

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