Capitolo sei.

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N.A. LA STORIA NON E' MIA IO MI LIMITO SOLO A PUBBLICARLA

HALF A HEART

 (Ice on Fire) capitolo 6.




POV di Hanna.

Erano passati circa quattro giorni da quello spiacevole episodio al locale.
Come avevo promesso al dottore, ero rimasta a riposo e ora che Louis conosceva la verità, si accertava che ciò avvenisse. Me ne stavo seduta sul divano per delle ore, con le gambe lunghe sul tavolino di fronte, Chester accanto a me con la testa sulla mia coscia e il computer portatile sulle ginocchia. Non avevo visto o sentito Harry da quel giorno e non sapevo ancora come sentirmi al riguardo. Era stato un vero shock vederlo su quel palco e sentivo le sue parole come scheggie che colpivano il mio cuore ripetutamente. Non che io fossi stata meno cattiva, ma ogni volta che pensavo di chiamarlo, il viso di Liam mi balenava nella testa e cambiavo subito idea. Così finivo a leggere le email ricevute e i messaggi sul cellulare, molti dei quali erano di Emma che mi chiedeva continuamente come stavo e che quando mi sarei sentita meglio avrei potuto riprendere il lavoro. Ero felice del suo affetto, ma quel giorno trovai un email di Aria e l'angoscia tornò.

Oxford è fantastica, e non vedo l'ora di iniziare i corsi, ma già te l'avevo detto parecchie volte. Vorrei tanto sapere come stai e soprattutto quando potrò vederti. Sei proprio sicura che non c'è modo di fare un salto in Inghilterra? Sono sicura che tutti sarebbero felici di rivederti, specialmente i tuoi. So che c'è molto di cui parlare ma.. mi manchi.

Rimasi a fissare lo schermo del computer per un tempo che mi sembrò infinito. Aria pensava ancora che fossi a Madrid e non sapevo come farle sapere che invece ero qui, a poche ore da lei. Il problema era che avevo paura di affrontarla, delle domande che poteva rivolgermi e della verità che incombeva.
«Dovresti chiamarla.»
Alzai la testa e vidi Liam poggiato sul muro di fronte a me.
«E dovresti chiamare anche Harry.» aggiunse.
Lo guardai ancora una volta, ma prima di poter dire qualcosa, la serratura della porta scattò e Chester corse a salutare Louis scodinzolando. 
Liam era sparito.
«Ehi bello!»
Abbassai lo schermo del pc di scatto e sorrisi a vedere Lou che coccolava Chester.
«Ti ho comprato quei bastoncini al cioccolato che ti piacciono tanto.»
«Grazie fratellino ma sono solo incinta, non sono una bambina da viziare.»
«Spiega il 'solo'»
Arricciai il naso, mentre lui andava verso lo sportello della cucina per sistemare la spesa. Odiavo il fatto di dover stare chiusa in casa senza poter fare nulla. Louis era adorabile, ma non volevo che si occupasse 24 ore su 24 di me.
«Ricorda l'appuntamento di questo pomeriggio.»
Mi si strinse lo stomaco.
«Non l'hai dimenticato vero?» continuò.
Pomeriggio avevo fissato la tanto attesa ecografia. Non volevo farla, per niente al mondo. Non ce l'avrei fatta a vedere quel piccolo esserino dentro il mio corpo. Avevo solo 19 anni e sentivo il mondo cadermi addosso.
«Prenderò un autobus.» dissi, poggiando il computer sul tavolino.
Camminai pigramente verso di lui, prendendo un bastoncino al cioccolato dal pacco.
«Non esiste! Ti accompagno io.»
Cazzo.
«Ti prego mi sentirei a disagio, fammici andare da sola.» lo pregai.
Aprì il gas per mettere la pentola con l'acqua sopra e quasi mi ignorò.
«Lou!» lo richiamai, strattonandola per un braccio.
«Va bene! Ma ti accompagno lo stesso e vengo a riprenderti.»
Alzai gli occhi al cielo, sapendo di non poter ottenere di più.
«Hai più.. sentito Harry?»
Sentii la tensione salire e mi fossilizzai a fissare le mie dita sporche di cioccolato. Da quando gli importava così tanto di Harry?
«Avrei voluto chiamarlo..»
«Dovresti.» mi anticipò.
Mi voltai per guardarlo e anche la voce di Liam mi risuonò nella testa.
Volevo chiamarlo, volevo vederlo, ma allo stesso tempo mi sembrava sbagliato ed ero ancora ferita.
«Ciò che vi siete detti non può essere tanto più brutto di ciò che vi siete fatti negli ultimi anni.» aggiunse mio fratello, fissando l'acqua che iniziava a bollire.
Guardai Chester per un momento, intento a giocare con l'osso. Chissà se gli mancava, chissà se lo pensava. Chissà se Chester sarebbe stato felice di rivederlo.
«Ci penserò.» dissi infine.
Lasciai mio fratello in cucina e andai nella mia stanza.
Non mi ero portata quasi niente da casa. Tutto ciò che mi rimaneva erano due o tre foto e quella fascia verde militare. La presi dal cassetto e me la girai tra le mani mentre andavo a sedermi sul letto. Ricordo ancora la prima volta che gliela vidi in testa, mi sembrava tanto buffo ma sorprendentemente stupendo. La portai vicino al viso, cercando di cogliere quell'odore che avevo risentito solo quando mi aveva presa tra le sue braccia per portarmi in ospedale.
Se tu mi fossi stata lontana come ti avevo chiesto e fossi rimasta con Liam, lui sarebbe ancora qui con noi! E' colpa tua!
Oh mio Dio! Lo pensava davvero?
Sentivo le lacrime pulsare, gli occhi diventare rossi e mi impedii di piangere. 
Nonostante lo amassi ancora più della mia stessa vita, più lo guardavo o pensavo e più il corpo senza vita di Liam mi balenava in testa. Non avrei voluto che Harry fosse al suo posto, non avrei voluto perdere nessuno dei due, come invece avevo fatto.

POV di Harry.

Credo di essere impazzito ad aspettare notizie di Hanna.
Ero diventato più frenetico, ansioso e, per quanto potesse essere possibile, più scorbutico.
«Cosa ti hanno detto che aveva?»
Zayn se ne stava a pochi centimetri da me, sulla poltrona opposta al divano. Sembrava preoccupato quasi quanto me, ma Hanna era una sua amica, era comprensibile.
«Ho tempestato Louis di messaggi e mi ha sempre detto che si trattava solo di una piccola intossicazione alimentare.»
Spensi la sigaretta nel portacenere e Zayn fece una smorfia per via del fumo che aveva inondato la casa. Lo ignorai.
«Mmm..» mugugnò.
«Cosa? Non gli credi?»
«No.. si, cioè dico solo che Hanna non mi sembra un tipo da riempirsi lo stomaco con schifezze per compromettere il suo corpo perfetto..»
Non sapevo se scagliarmici addosso per come aveva enfatizzato la frase 'corpo perfetto', ma il suo discorso mi interessava di più. Hanna aveva avuto problemi con il fisico e il mangiare anni fa, Zayn non lo sapeva ma io si, quindi poteva avere ragione.
«Quindi cosa pensi?» lo esortai a continuare.
Dove voleva arrivare?
«Forse.. e dico forse, non ti hanno raccontato tutto.»
Aggrottai la fronte, assumendo un'espressione confusa.
Non mi avevano raccontato tutto? Che motivo c'era di mentire?
«Bè, in ogni caso lei non vuole parlarmi, non so il suo numero e non ho idea di dove stiano.»
Zayn si strofinò le mani l'una con l'altra e io tornai a fissare il pavimento.
«Com'era? - lo guardai confuso - Dico, come l'hai trovata?»
Rimasi a guardarlo per interpretare la sua espressione.
Che diavolo di domanda era? Era Hanna. Ai miei occhi era sempre la bellissima ragazza di cui mi ero perdutamente innamorato.
«Era.. era bellissima, - iniziai, fissandomi le mani e sorridendo in modo idiota - ha i capelli più lunghi adesso, come me, ha ancora quel sorriso di quando era bambina e sai, ha sempre quelle adorabili lentiggini sulla faccia.»
Ridevo da solo. Mi sentivo un vero idiota mentre descrivevo la ragazza che amavo.
«Si, lo so.»
Guardai Zayn e lo vidi fissare il pavimento e sorridere quasi quanto me.
Eh?
«Cosa?»
«Eh? Niente, cioè, dovrei andare.»
Lo vidi alzarsi goffamente dalla poltrona e grattarsi il collo con una mano.
Da maschio, sapevo che era un segno di imbarazzo.
«Dove vai?» gli chiesi invece, mettendo da parte la confusione.
«Devo andare a ritirare un album da disegni e qualche scatola di inchiostro.»
«Oh.»
Lo vidi prendere il cellulare e il portafoglio dal tavolo e con un cenno della mano mi salutò.
Cosa diavolo era appena successo?
Prima insinua che Louis e Hanna mi tengano all'oscuro della verità e poi questo. Zayn che sorride come un ebete quando parlo di Hanna? Mi stai prendendo per il culo? Che cazzo è successo in mia assenza?
I miei pensieri vennero interrotti dalla vibrazione del mio telefono. Lo presi e vidi un messaggio da Emma.

*Ehiii simpaticone! Spero tu sia di buon umore perchè hai vinto un pomeriggio di scarico merci con la sottoscritta e un gelato offerto da me! Ti va? Dimmi di siiii*

Mi venne da ridere mentre la immaginavo mettere il broncio e supplicare con la sua voce stridula. In realtà la prospettiva di passare un pomeriggio con Emma mi attirava di più di starmene a casa a pensare modi contorti di far parlare Zayn. Così accettai.

*Ci vediamo da Mary,schizzata!*


POV di Hanna.

«Sicuro che qui vada bene?» ripetè ancora Louis.
«Per la centesima volta, si! Me la caverò!»
Louis si era fermato qualche metro prima della clinica e mi torturava ogni secondo perchè non voleva che facessi un passo senza di lui. Morboso.
«Sarò qui tra un'ora.» mi avvertì.
Aprii la portiera e mi bloccò di nuovo.
«Hanna! Ti voglio bene.»
Lo guardai ancora una volta, prima di allungarmi verso di lui per scoccargli un bacio sulla guancia. Non potevo desiderare un fratello migliore, davvero.
Mi incamminai verso il palazzo a vetri e ci entrai, sbirciando da dentro l'auto di Louis. Rimasi lì ancora per qualche minuto e poi lo vidi andar via.
«Signorina posso aiutarla?»
Mi voltai di scatto e vidi una donna dietro a un bancone. Aveva dei lunghi capelli neri e sul petto una targatta con inciso il nome 'Lucy'.
«Io..» farfugliai.
«Mamma!»
Una bambina era in piedi di fronte alla sua mamma e rideva di gusto mentre la donna la riempiva di baci scherzosi. Si allontanò leggermente, quanto bastava per far vedere la grande pancia che aveva. Non sapevo come sentirmi, un vortice di emozioni mi investii. Ansia, gioia, tristezza, angoscia..
«Signorina si sente bene?» mi richiese Lucy.
Scelsi l'ansia e scappai via da lì.
Sentivo il petto farmi male, immensamente male. 
La visione di una piccola bambina con i capelli lunghi dorati e grandi occhi verdi mi balenò in testa, accompagnata da un'ondata di tristezza. Mi appoggiai contro il muro, ignorando la gente che mi lanciava occhiate confuse. 
«Hanna?»
Una voce familiare attirò la mia attenzione e quando misi a fuoco la figura riconobbi la pelle scura e i lineamenti che come amava dire Aria, erano marocchini.
«Zayn.» sussurrai.
Prima Harry, adesso Zayn. Questa città mi voleva proprio male.
«Ti senti bene?» mi chiese.
«No, cioè si.. - borbottai - tu sei qui, cioè qui a Londra..»
«Si, - rispose - in realtà io ed Harry viviamo insieme.»
Ecco. Quando pensavo di averle viste tutte, ecco che loro due decidono di andare a vivere insieme. Dannatamente perfetto.
«Voi due? Insieme?» non riuscii a nascondere lo stupore.
«Si bè, Harry non sa niente di.. insomma di quella piccola cosa che c'è stata.»
Mi sentii male al pensiero. Come avrebbe reagito se l'avesse scoperto?
«Ti va di fare una passeggiata?» disse imbarazzato.
Perchè era così imbarazzato? Rendeva tutto più difficile.
Annuii insicura e prendemmo a camminare per la città.
Zayn mi raccontò di come aveva iniziato a disegnare nella sua piccola stanza a Bristol e di come quei disegni fossero diventati dei tatuaggi. Aveva fatto qualche domanda, seguito un corso e adesso aveva iniziato a farli alle persone nel suo appartamento. Io annuii per tutto il tempo e lui sembrava avesse quasi paura di chiedermi qualcosa.
«Mi dispiace sai.. di essermene andata senza dire niente.» dissi a un tratto.
«Forse non devi chiedere scusa a me.. si cioè, anche a me è dispiaciuto e Aria stava andando di matto, ma quello che ci è stato più male è stato..»
«Lo so.» lo interruppi, sapendo benissimo di chi parlava.
«E' stato tanto male?» gli chiesi, non sapendo realmente se volessi saperlo o no.
Zayn fissava un punto impreciso davanti a noi, mentre calciava con un piede un sassolino.
«Conosci Harry meglio di me, il dolore lo esprime chiudendosi in se stesso.. si è ammutolito da quella notte, non parlava con nessuno e passava le giornate.. a cercarti.. o almeno credo, fin quando penso se ne sia fatto una ragione e ha deciso di seguirmi a Londra.. di notte ha gli incubi, crede che io non lo senta ma.. sento tutto.»
Trasalii. 
Quindi anche Harry aveva gli incubi? Mi sentii male per entrambi e desiderai aver passato almeno una notte con lui per alleviare il suo dolore.
«Cosa.. cosa senti?» deglutii.
«Dice sempre e solo una parola: papà.»
Zayn mi guardò per un attimo e lessi la tristezza nei suoi occhi.
Camminammo in silenzio per un pò, finchè lui non si fermò davanti a un pub.
«Vuoi qualcosa da bere? Una birra?»
«No, non posso.» risposi troppo istintivamente.
«Che sei tipo incinta?» rise.
Mi congelai sul mio posto, mentre gli occhi di Zayn cercavano di catturare la mia espressione. Il suo sorriso sparì e mi maledii per non essere riuscita a dire niente. Al contrario invece feci per scappare via ma lui mi afferrò delicatamente dal polso.
«Hanna..» sussurrò.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime e in un attimo Zayn capì.
«Oddio! Certo che sei incinta! Non era un'intossicazione!» strizzai gli occhi, sentendolo alzare il tono di voce. Lessi lo shock nella sua espressione e lui si accorse della mia reazione.
«No ti prego scusa, non avrei dovuto reagire così.»
 Mi circondò con le sue braccia prima che i singhiozzhi potessero prendere il sopravvento. Rimasimo in quella posizione per un tempo che mi sembrò infinito, mentre Zayn mi cullava e mi sussurrava parole dolci all'orecchio. Fin quando due figure conosciute girarono l'angolo, fermandosi di fronte a noi. Harry ed Emma.
«Ehi!» salutò allegramente Emma.
Mi scostai velocemente da Zayn e mi asciugai le lacrime sulle guance.
«Che è successo?» 
Harry si avvicinò immediatamente a me, sfiorandomi il gomito. Lo ritirai velocemente.
Ero arrabbiata per il fatto che fosse con Emma, ma poi mi ricordai che Emma aveva una cotta segreta per lui e il panico mi invase.
«Spero che tu ti senta meglio Hanna e che possa tornare presto al lavoro.»
Emma ignorò il comportamento di Harry e mi rivolse un sorriso affettuoso che ricambiai.
«Ciao Zayn, - salutò con un cenno Zayn prima di tornare a me - conoscevi già Harry vedo.»
«Noi.. eravamo vecchi amici.»
Non volevo che Emma sapesse di me ed Harry, le avrei spezzato il cuore e lui notò il mio nervosismo, accigliandosi.
«Quindi voi due..» disse Emma, riferendosi a me e a Zayn.
«Oh no!» scuotemmo la testa entrambi.
«Sareste carini.» disse a un tratto Harry, serrando la mascella.
«Cosa stavate facendo voi due invece?» chiese Zayn, ignorandolo.
«Ho chiesto una mano ad Harry per scaricare delle merci e dovevate vedere quanto era goffo!»
Emma diede una spinta affettuosa ad Harry sulla spalla e lui scoppiò a ridere, imbarazzato. Mi stavano irritando. Potevo sentire la voragine dentro il mio petto farsi sempre più grande. C'era qualcosa tra loro che non sapevo? Non volevo saperlo.
«Io dovrei andare.» dissi a un tratto.
L'espressione di Harry cambiò, tornando a essere.. triste?
«Lascia almeno che ti accompagni a casa.» si propose Zayn.
«No, Louis mi sta aspettando, grazie lo stesso.»
Rivolsi un sorriso a tutti e tre, mentre Emma mi diceva che mi aspettava al locale quando mi sentivo pronta. Sentii lo sguardo di Harry addosso per tutto il tempo e il mio corpo sembrava percorso da piccole scariche. Mi era mancata questa sensazione. O no? 
Arrivai appena in tempo alla clinica, Louis arrivò con la macchina cinque minuti dopo di me.
«Allora, come sta il mio nipotino?»
Quasi mi affogai con il mio stesso respiro. Louis notò la mia reazione.
«Scusa, mi dispiace.» farfugliò.
Il tragitto fino a casa fu imbarazzante. Dovetti inventare delle cose ridicole a Louis, sfruttando le poche cose che ricordavo di Biologia dalla scuola, ma con mia grande sorpresa, sembrò crederci. Lo vidi sorridere mentre gli raccontavo di ciò che avevo visto, in realtà inventavo, ma mi si strinse il cuore. Louis sembrava più eccitato di me su questo bambino, mentre io volevo solo che sparisse del tutto. Ero una persona tanto cattiva? Ma avevo solo 19 anni, senza un lavoro e senza un fidanzato. Cosa potevo dare a questo bambino? Solo una vita infelice. E poi c'era Zayn che adesso conosceva la verità e il terrore che Harry lo scoprisse si faceva sempre più grande. Vivevano insieme? Cazzo vivevano insieme. Si sarebbe scoperto tutto lo sapevo. Del bacio, della possibile relazione tra me e Zayn, della piccola creatura che avevo nella pancia. Creatura? Adesso l'avevo chiamata così? E Liam. Liam era morto, oddio, Liam era morto. 

*Dobbiamo parlare, ti prego rispondimi.*

Ignorai il messaggio di Zayn e cercai di prendere sonno.
I miei incubi quella notte furono più forti e incontrollati. Immagini di me che uccidevo un piccolo bambino, immagini di Harry che sparava a suo padre, e questa volta non era più la sagoma di Liam che mi cadeva tra le braccia. Harry. Era Harry.
Mi svegliai di soprassalto nella mia stanza buia, con il sudore che mi colava giù dalla fronte, il cuore che batteva all'impazzata per la paura. 
E' stata colpa tua!
Sentivo la voce di Liam nella testa e coprii istintivamente le orecchie con le mani. Ero pazza, Liam era morto non poteva essere nella mia testa. Ero spaventata, terrorizzata. Prima che potessi rendermene conto avevo il telefono all'orecchio, aspettando che Harry rispondesse. Era notte fonda, cosa mi aspettavo? Risponde al secondo squillo, sorprendendomi.

Pronto?  La voce non era assonnata, non si direbbe che stesse dormendo.
«Harry?» la voce tremante.
Hanna? Sei tu?  Per un attimo dimenticai che non aveva più il mio numero.
«Si sono io, scusa se ho chiamato a quest'ora io..»
No va bene.. Stai bene? E' successo qualcosa? Stai di nuovo male?
Sentivo il suo tono preoccupato e ansioso.
Sei ancora lì?
«Si.., cioè si io sto bene, volevo solo sapere se tu stessi bene.» Nei miei incubi stavi morendo.
In realtà no, non sto bene Hanna. Mi sento uno schifo per tutte quelle cose che ci siamo detti, io..
«Anche io.. non avrei mai voluto che fossi tu al suo posto, non volevo che qualcuno morisse in realtà.» La voce più rotta di quanto avessi calcolato.
Hanna non piangere ti prego, mi dispiace.. avrei voluto lasciare Liam fuori da tutto questo, mi dispiace io..
«E' colpa mia, avrei dovuto assicurarmi che sarebbe rimasto in macchina, io..»
Smettila! Ti prego non pensare a quello che ho detto, non è colpa di nessuno, ti prego non piangere.. vuoi che venga da te?
«No, - risposi velocemente - va bene così..»
Oh okay, allora..
«Non riattaccare!»
La paura di poterlo perdere ricomparve e la mia voce sembrava quasi disperata.
Non lo stavo facendo.. vuoi parlare?
«Si, ma non di quello che è successo..»
Va bene. Sai volevo sapere, Chester è lì con te?
«Si, è qui.» sorrisi mentre guardavo Chester intento a leccarsi una zampa.
La paura sembrò evaporare, insieme all'angoscia, e io ed Harry parlammo per quasi tutta la notte. Mi raccontò cose divertenti che erano successe a Londra prima che arrivassi, di come Emma una volta avesse provato a tagliargli i capelli di nascosto, mi chiese anche il permesso di poter vedere Chester qualche volta e io acconsentii. Parlammo per ore e tornai a ridere insieme a lui dopo troppo tempo che non lo facevamo, fin quando mi addormentai con la sua buonanotte sussurrata in un modo così dolce che per la prima volta il buio non mi portò agli incubi, mi portò in un posto che sentivo come casa.

 

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