Capitolo diciannove.

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N.A. la storia non è mia io mi limito solo a pubblicarla.


HALF A HEART

(Ice on Fire) capitolo 19.

POV di Hanna.

Continuavo a trascrivere le stesse pratiche da un'ora, continuavo a fare elenchi delle cose che mancano servendomi della lista che mi aveva dato Josh.. un locale così piccolo aveva bisogno di tutte queste cose? 

Diavolo, cosa dovevamo mai farci con dieci pacchi di carta-igienica da sei? Neanche mia madre aveva mai comprato così tanta carta per due bagni, perché ne dovrebbe servire così tanta solo per uno? La gente non la usa neanche, preferisce utilizzare fazzoletti propri. D'accordo, mi basavo sulla mia esperienza, ma sono quasi sicura di non essere l'unica a comportarmi così. 

Quasi.

«Come va la lista?»Josh mi passò accanto sorreggendo una cassa di birra, sorridendomi, per irritarmi sicuramente. Da quando anche lui aveva scoperto che ero incinta mi avevano proibito di sollevare pesi, di affaticarmi troppo.. così mi mettevano a fare stupide liste e a lavare qualche tavolo di tanto in tanto.

«Credo che tu abbia una certa fissa per la carta-igienica, insomma, chi è compra tutta questa carta?» Scoppiò a ridere e mi affiancò per mettermi una mano su una spalla.

«Vedo che stai facendo un ottimo lavoro, tra poco puoi andare.»

«Josh! - mi lamentai — Non sono malata, non ho delle ossa rotte! Sono solo..»

«Incinta!» Harry spuntò al fianco di Josh e finì la frase per me insieme a lui. Ormai si divertivano tutti a prendermi in giro sulla questione, ma davvero mi trattavano come se fossi una disabile.

«Fa ancora i capricci?» chiese Harry a Josh.

«Ormoni in subbuglio.» sentii sussurrare da Josh. Prima che potesse andarsene, lanciai nella sua direzione la penna che tenevo in mano che colpì miseramente il muro. Riuscii a ottenere una risata da Harry che se ne stava davanti a me con le mani in tasca. Nessuno dei due aveva detto qualcosa dopo la notte che avevamo passato abbracciati e stare nella stessa stanza da sola con lui mi metteva in imbarazzo.

«Hai bisogno di un'altra sera al Luna Park?» scherzò. Nonostante ci fosse imbarazzo, nonostante volessi scomparire in quell'esatto momento, il sorriso sul suo viso mi fece dimenticare tutto. Avevamo ancora tante cose di cui parlare e tante cose da superare, ma oggi eravamo ancora Hanna ed Harry.

«Attento Styles, - lo avvertii ridendo — potrei usare i miei ormoni in subbuglio contro di te.»Harry sorrise ancora e più lo faceva, più il mio cuore si scaldava.

«Hai appena ammesso di avere gli ormoni in subbuglio.»

Si avvicinò per darmi un buffetto sulla guancia e io lo schiaffeggiai delicatamente sul braccio, ridendo.

«Mi avete rinchiuso in questo stanzino, cos'altro mi farete?» piagnucolai mentre lui andava verso la sua chitarra.

«Non è poi così male, - mentii e io feci una smorfia — hai il permesso di venire a sentirmi cantare però.» Sollevò la chitarra e se la mise attorno al collo.

«Cosa suoni?»

«Sorpresa.»Mi superò e lo vidi lasciare lo stanzino per tornare al locale. Lo seguii poco dopo e rimasi confusa dalla quantità di gente che c'era. Non era mai stato un locale pieno, venivano sempre le stesse persone di cui ora conoscevo le facce, ma in quel momento era pieno di ragazze della mia età e gruppi di ragazzi riuniti vicino al palco.

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