2.Nuovo incarico

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La mia vita dopo essere tornato a casa è la cosa più inutile e monotona che ci sia

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La mia vita dopo essere tornato a casa è la cosa più inutile e monotona che ci sia. Alle Knight Industries mio padre, che non mi voleva nemmeno assumere, si è visto ricredere dopo che in poco tempo sono diventato il suo miglior agente. Non che io avessi dubbi perché sono bravo in ciò che faccio anche se apparentemente nessuno crede in me.
Le cose andavano benissimo e il fatto che nessuno in azienda sapeva che mio padre era il capo mi aveva permesso di andare d'accordo con i miei colleghi.

Tutto però è cambiato quasi subito perché non so come ha iniziato a girare il motivo per cui me ne sono andato dall'esercito. Ovviamente nessuno ha mai chiesto la mia parte della storia e tutti hanno iniziato a credere che in realtà sono un mostro.
Dal migliore dell'azienda sono passato all'ultimo posto perché nessuno mi voleva assumere. Sono diventato inutile e adesso mi occupo di cose banali tipo la sorveglianza notturna. Non che mi lamenti perché tanto la notte non riesco a dormire comunque però è un po' umiliante per le mie capacità...

Amavo quello che facevo prima e ritornare alla vita normale non è stato facile e non credo che sarò mai in grado di rientrare perfettamente nei canoni normali.
Lavorare come bodyguard non era male all'inizio, certo alcuni erano maleducati e ti trattavano male però li ignoravi e il gioco era fatto. Certo anche quello era uno spreco delle mie capacità perché seguire dei ragazzini viziati che per dispetto ai loro ricchissimi genitori decidono di scappare a Ibiza non è di certo l'apice del pericolo e l'adrenalina è letteralmente sotto lo zero, però almeno facevo qualcosa di utile mentre oggi guardo i corridoi bui attraverso uno schermo.

La cosa che fa più male è che nessuno ha tentato di difendermi o comprendermi, nemmeno i miei genitori. So che sono la loro vergogna ma è vero anche che non mi hanno mai dato una possibilità, specialmente mio padre. Ho indagato un po' e sono riuscito a scoprire chi è stato a mettere in giro le voci su di me e devo dire che non sono stato minimamente sorpreso nel vedere che è stato mio fratello Albert.

Era forse geloso che i dipendenti andassero più d'accordo con me che con lui? Questo è anche ovvio visto che lui non scende dal suo piedistallo e si occupa solo di dirigere l'azienda al fianco di mio padre senza nemmeno sapere cosa in realtà facciamo. Della serie non credo nemmeno che abbia mai messo piede nella palestra della struttura o che quanto meno sappia cosa significa difendere qualcuno.

Tra noi le cose non sono mai andate bene ma la causa è che non ci conosciamo affatto. Abbiamo solo un anno di differenza ma tra di noi abbiamo scambiato sì e no dieci parole. Quando ero un bambino non mi voleva mai tra i piedi. Una volta mi ha permesso di uscire con lui e i suoi amici: sono tornato a casa con le lacrime agli occhi. Ho scoperto dopo che mia madre lo aveva obbligato per farmi distrarre dalla morte della nonna e lui si è messo d'impegno per farmi passare per sempre la voglia di uscire con lui.

Non credo di comprendere il motivo di tanto odio però adesso non fa più male.

Adesso sono in ufficio a passare una normale giornata di lavoro. Sto compilando le scartoffie delle missioni di tutti gli altri agenti e non ne posso più di scrivere soprattutto di cose che vorrei fare anche io.
A distrarmi dai miei noiosissimi e inutili compiti mi occupo della mia seconda carriera. Tanto siccome non servo all'azienda non faccio nulla di male a farmi gli affari miei.
Sin da quando ero un ragazzino ho scoperto una abilità che non sapevo di avere. Sono molto bravo nella logica e quindi nel tempo libero in collegio ho iniziato a seguire dei corsi di programmazione e ho appreso tutto velocemente come una spugna.
Nel tempo libero ho continuato a istruirmi e adesso posso dire che sono abbastanza bravo tanto che ho numerose richieste da varie compagnie. La cosa in cui sono specializzato è cercare di hackerare le aziende per poi sistemare la loro sicurezza migliorando le difese nei loro codici.
Posso dire che mi occupo sia di sicurezza fisica che digitale. Sono un pacchetto completo e nonostante questo mi sento un fallimento.

Ormai ho concluso con tutti i documenti e sto per iniziare gli affari miei ma il telefono squilla.
Non so nemmeno come si risponde perché da quando mi hanno sbattuto in questo ufficio dell'archivio nessuno mi ha più chiamato. Del resto, a cosa ti serve un archivio cartaceo se lo hai digitale?

Trovo il telefono e mi sorprendo di trovarlo attaccato al muro. Alzo la cornetta di quell'oggetto preistorico e con mia sorpresa è la voce di mio padre. Sicuramente avrò combinato qualcosa... anche se cosa avrei mai potuto fare in uno scantinato con della carta e una connessione a internet che non funziona?
Vabbè per la connessione ho montato dei ripetitori ma nessuno lo sa e quindi sono tutti convinti che nel seminterrato non ci sia la connessione.

Al telefono mi dice un semplice "vieni nel mio ufficio ora" e riattacca. Niente ciao figlio, come stai. Insomma, lavoriamo nello stesso palazzo e non lo vedo da tre mesi forse. Non che io cerchi di fare altrimenti visto che entro da una porta di servizio così da non incontrare nessuno. Per farlo ho inserito una serratura particolare che disattiva l'allarme della porta con la mia impronta e per timbrare il cartellino ho scritto un bot che lo fa per me senza che io debba mettere piede nella sala comune e sorbirmi gli sguardi di disprezzo delle persone.

Ok forse ho combinato alcune cose ma sono mesi che faccio così e possibile che se ne sia accorto solo ora?

Prendo l'ascensore e per passare dal piano meno uno al trenta ci metto all'incirca mezz'ora. Quel dannato ascensore apriva le porte a ogni piano. Forse avrei dovuto prendere le scale, almeno mi sarei risparmiato lo sguardo delle persone. Al terzo piano avevo già sentito tutte le offese possibili bisbigliate tra i dipendenti e stancato di vedere le loro facce schifate dalla mia presenza, decido di chiudere gli occhi e gettarmi nella mia testa. Non che sia stata una scelta buona visto la poca sanità mentale che mi è rimasta però non credo che avrei resistito a vedere sguardi accusatori per altri venticinque minuti.

Finalmente arrivo all'ultimo piano dove ci sono solo gli uffici dei miei genitori e di mio fratello Albert. Che trattamento equo dei figli no? Neanche se gli avessi mandati in banca rotta o avessi ucciso mio fratello...

Arrivo davanti all'enorme doppia porta e mi prendo qualche secondo prima di bussare. Sento la voce fredda di mio padre che mi dice di entrare e mentalmente sospiro sperando che non sia una delle solite ramanzine.

Senza nemmeno degnarsi di salutare suo figlio mi fa segno di sedermi nella poltrona davanti a lui e obbedisco.

Pensavo che mi avrebbe chiesto almeno come stessi, invece no. Direttamente agli affari... se non avessi voluto un secondo figlio non avresti dovuto farlo... non ho chiesto io di venire al mondo

JAKE: Allora questo importante cliente vuole un bodyguard per sua figlia. Sono persone potenti e devi essere perfetto.

Per quale motivo sta dando questo incarico a me? L'altro giorno diceva che non ero nemmeno buono a fare la guardia notturna...

JAKE: Lei è un pilota di F1 ma non è questo il punto ma chi sono i suoi genitori. Sono i King li conosci e sai quanto siano influenti quindi non e dico NON puoi commettere un minimo errore.

So di chi sta parlando... è Victoria King. Ok ammetto di essere un fan di F1 e nemmeno a dirlo che la Ferrari è il mio team preferito.

HUNTER: Se hai così paura perché stai assegnando a me l'incarico?

JAKE: Hunter per una volta fai quello che ti dico e non combinare più danni di quelli che hai già fatto

HUNTER: non hai risposto alla mia domanda

JAKE: La signora King ha espressamente chiesto di te...

Non vedo l'ora di conoscerla ho sentito grandi cose su di lei: dicono che sia il miglior pilota della marina che ci sia mai stato. Ma perché ha chiesto di me? Ma soprattutto sa chi sono?

HUNTER: Buon per te che non uso il tuo cognome e nessuno sa che sono tuo figlio almeno se affondo non porto giù l'onore della tua famiglia.

Esco scappando via da quell'ufficio mentre mio padre cercava ancora di fermarmi. Forse avrei potuto risparmiarmi l'ultima frase ma quando ci sta ci sta.

Per il corridoio, però, sento la voce di mia madre e mio fratello intenti a chiacchierare davanti a una tazza di caffè e come al solito a uscirne ferito sono sempre io. A volte mi chiedo se mi vogliono bene. Magari sarò stato un errore e volevano solo un figlio oppure sono stato adottato... non mi spiego tanto odio nei miei confronti

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