Victoria

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Victoria King... è un nome pesante ma che porto con orgoglio. Sono stata fortunata a nascere nella mia famiglia ma questo non significa che la mia vita sia così perfetta.

Sono nata 25 anni fa a Londra qualche minuto prima di mio fratello Arthur. Il nostro è un rapporto molto speciale e soprattutto nei nostri primi anni siamo sempre stati inseparabili. A unirci ancora di più è il suo carattere molto chiuso che molto spesso gli impedisce di fare amicizia e quindi si ritrova bloccato con me.
Siamo il giorno e la notte ma non è mai stato un problema e anzi è perfetto visto che ci completiamo l'un l'altro.
Solitamente io sono una persona molto socievole e aperta. Adoro esprimere le mie emozioni e come dice mia madre, sono un sole per tutti o almeno lo ero...

Parlando della mia famiglia, i miei genitori sono Ariana Coltrane e Matthew King. Mia madre è la persona più forte e intraprendente che io abbia mai conosciuto: da sola è riuscita a ritagliarsi un posto nel mondo dell'aviazione mondiale partendo dal nulla. All'inizio era un semplice pilota della marina britannica ma a soli venticinque anni è riuscita a farsi un nome come ingegnere. Dal nulla ha creato un'azienda che piano piano è andata sempre a ingrandirsi sino ad arrivare a essere la più grande produttrice di aerei del mondo.
Mio padre, invece, è nato in una ricca famiglia londinese. La sua vita però non è di certo stata rose e fiori e anzi ha avuto una pessima infanzia. Dopo una vera e propria lotta è riuscito a ottenere la sua eredità e adesso è a capo della King Corp. che si occupa di progettazione e costruzione di navi, dalla più piccola alla più grande portacontainer al mondo.
I miei genitori si sono conosciuti quando erano entrambi molto giovani mentre mio padre era primo ufficiale su un'unità della marina e mia madre era ingegnere di bordo. Entrambi avevano una cotta l'uno per l'altro ma mia madre era ancora una ragazzina e mio padre avrebbe dovuto sposarsi nove mesi dopo il loro incontro. Il destino però ha deciso che cinque anni dopo si sarebbero rincontrati. In quei cinque anni molte cose erano cambiate come mio padre che aveva lasciato all'altare la sua fidanzata e mia madre che nel frattempo era diventata una donna con una carriera brillante davanti a sé.

Dal loro matrimonio pieno di amore siamo poi nati io e Arthur.
Attualmente il mio caro fratellino, che poi è alto almeno venticinque centimetri più di me, è in mezzo all'Atlantico perché sì il signorino ha preso la passione per la navigazione da entrambi i miei genitori. In realtà ci hanno sempre lasciati molto liberi di fare le nostre scelte e avere le nostre passioni. Indubbiamente essere cresciuti in un certo ambiente ti porta inevitabilmente o a odiarlo o ad amarlo e nel mio caso e quello di mio fratello lo amiamo.
Appena laureato in ingegneria navale ad appena diciannove anni, mio fratello, ha deciso di entrare in marina e quindi è spesso via da casa.

Io invece ho preso la passione di volare di mia madre. Ho iniziato a prendere lezioni di volo sin da ragazzina e da allora non ho mai smesso di volare. Essere un pilota è la mia passione più grande e non scambierei l'adrenalina per niente al mondo.

Il volo però non è la mia unica passione perché sono da sempre stata ipnotizzata dalla F1. Mia madre mi ha raccontato che quando ero piccolina, tanto che non sapevo ancora parlare, passavo ore a guardare le macchine in televisione. A far crescere la mia passione è poi stata la possibilità di vivere in prima persona e toccare con mano una vera macchina di F1. Mia madre e il proprietario di una delle scuderie sono amici di vecchia data e quindi ho passato molti dei weekend della mia infanzia a girare per l'Europa quando arrivavano le gare. Durante queste gare, io e Arthur, abbiamo fatto amicizia con Clayton che altro non era che il figlio del proprietario della scuderia.

Durante la nostra infanzia, la nostra comune passione per i motori ci ha portato a competere nei campionati di kart. Lui però non ha mai avuto la stoffa e la mentalità giusta per essere un pilota e quindi ha lasciato la carriera quando era ancora un ragazzino. Io dal canto mio ho continuato a correre e sono riuscita ad andare anche abbastanza avanti. Sono però consapevole che la carriera da pilota non mi avrebbe dato un granché per il futuro e quindi ho accantonato l'idea del professionismo per l'università.

Mi sono laureata relativamente molto prima della media proprio come mio fratello e quindi ho iniziato la mia carriera con qualche anno di vantaggio.

Clayton intanto è diventato Team Principal della scuderia di proprietà della sua famiglia, Aston Martin, e mi ha proposto di lavorare per loro come ingegnere di gara e anche come pilota di test. Il fatto di essere un pilota mi ha aiutato molto nel mio compito e il pilota che seguo è riuscito a vincere il campionato anche grazie al mio aiuto.
L'anno scorso però lui e il secondo pilota si sono entrambi infortunati gravemente dopo una collisione tra loro a campionato già iniziato. Clayton ha cercato due piloti ovunque ma alla fine è riuscito a trovarne solo uno e quindi ha avuto l'idea di mettere me dietro al volante sino a quando non trovava qualcuno di adatto. Il qualcuno lo ha trovato ma sono io. Da quando mi sono accomodata su quel sedile non ho mai sfigurato e nonostante avessi quattro gare in meno sono stata ad un passo dal vincere il titolo.

Sembrava tutto perfetto soprattutto perché potevo condividere la mia gioia con il mio fidanzato. Io e Clayton ci siamo fidanzati tre anni fa e da allora siamo stati inseparabili.

So che mio padre nutre qualche dubbio ma so anche che il suo è più risentimento verso il padre perché nonostante sia lui che mia madre fossero sposati lui continuava a provarci con lei. Mia madre ha sempre riso della sua gelosia perché effettivamente è sotto gli occhi di tutti l'amore immenso che unisce i miei genitori. Spero solo che quello tra me e Clayton possa essere uguale... 

Qualcosa però sta per cambiare la mia vita e farmi perdere la mia luce...

Alla ricerca della LuceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora