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arianna :)

arianna madonna

?

che succede?

tutto ok?

no

ma

?

sei sola a casa?

figo, ieri non lo eri

ma sì invece

vabb non commento

vuoi venire da me?

no

come no?

e allora perché me lo hai chiesto?

perché ieri ero sotto casa tua

ma sono stata costretta ad andarmene

potevi suonare, sono stata
a casa tutto il giorno

eh

mhm

dai ti aspetto

ne parliamo, ok?

ok

vieni adesso

sono giù

ambro mi sistema una ciocca di capelli e inizia a parlare a vanvera.
"ambrojè"
"oh"
"ho ansia"
"secondo me laura non era da lei, ieri"
"boh" rispondo solo.
"vai da lei, forza"
"ho paura"
"guarda un po' lì".
mi giro e vedo arianna davanti al portone. sta dondolando e sta aspettando che scendi dall'auto.
"vai, strega"
"ok, ok. ti voglio bene"
"buona fortuna!".
mi saluta con la mano, mentre mi avvicino lentamente.
"tutto ok? come stai?".
mi limito a sorridere, molto forzato devo dire, quindi annuisce e mi prende per mano, per poi farmi entrare nell'edificio.
prendiamo l'ascensore e l'attesa è snervante.
mentre mi guardo le scarpe, mi afferra il mento e mi costringe a guardarla negli occhi.
l'ascensore si ferma e fortunatamente non fa niente, a parte sorridere.
quando entriamo in casa usa la classica frase: "mi casa es tu casa".
mi porta in camera e mi passa una bottiglia d'acqua, mi legge nel pensiero. effettivamente ho un po' sete.
"bene, ora mi spieghi questa situazione di cui non ho capito niente?".
siamo sedute sul letto, una davanti all'altra a gambe incrociate.
mi accarezza la coscia destra: ispira ed espira.
mi tornano in mente le parole di ambro: "pensa al futuro, non al presente".
"perché eri con laura ieri?"
"laura? non ero con laura, ma cosa dici?"
"l'ho vista giù"
"oddio ven, ha i parenti qui. non è venuta da me"
"ah".
abbasso la testa imbarazzata, partiamo male.
"vabbè, vai avanti dai. perché sei venuta?"
"avrei bisogno di parlarti"
"parlami, allora".
"ti piaccio, quindi?"
"te l'ho già detto: sì, mi piaci, ma"
"ecco, potresti piacere anche a me"
"lo so" risponde ridendo.
"sì, ma mi dispiace per come mi sono comportata"
"non ti preoccupare".
sorrido e appoggio la mano sulla sua, che nel frattempo mi stringe la gamba.
"posso dire di essere occupata, quindi?"
"credo di sì?"
"perfetto" dice. "merito un bacio"
"tanto non te li do mai, vero?".
inizio a lasciarle tanti bacini ovunque, è rossa in faccia e mi fa abbastanza ridere.
"scusa, hai le calze a rete?"
"ambro"
"ambro?"
"lascia stare" rispondo sgranando gli occhi.
"ok, te le posso rompere?"
"ah beh, come vuoi".

frosinone // arieteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora