30

1K 39 5
                                    

apro gli occhi e mi guardo intorno: sicuramente mi sono addormentata appena sono arrivata, avevo sonno.
sento qualcuno che mi accarezza la mano, quindi mi giro e assottiglio gli occhi per vedere meglio.
"arianna?"
"buongiorno" dice sorridendo.
ricambio il suo sorriso e provo ad alzarmi, solo che mi blocca e mi fa sdraiare.
"come stai oggi?"
"bene ari, non ho nulla".
"sicura sicura?"
"sii" rispondo alzando gli occhi al cielo.
"posso darti un bacino?".
mi giro a guardarla e arrossisco.
sarà la botta che ho preso in testa, forse ho capito male"
"mhm?"
"non vuoi un bacino?"
"sì che lo voglio".
si avvicina e me ne lascia uno sulla fronte.
"sei normale? sulla fronte?"
"non so..."
"vabbè senti, vattene"
"ven, volevo parlarne ma sei in un lettino di un fottuto ospedale e-"
"esci, muoviti" afferma alessio. dietro di lui riesco a intravedere alba, ambra, marco e carlo.
"allora la finiamo qui?"
"no" sussurro.
"bene, allora la prossima volta non farti investire".
finalmente esce dalla stanza, lasciando tutti sconcertati. tutti tranne me.
me lo aspettavo, vuole chiuderla, ormai è palese. sinceramente, sti cazzi.
provo ad alzarmi, ma alessio corre a bloccarmi.
"ho sete".
"ah, ma te la porto io ferma".
cammina velocemente verso un tavolino e mi riempie il bicchiere.
"grazie lil".
invito a sedere gli altri, che nel frattempo sono zitti e stanno guardando la scena.
"bene bene bene" sussurra carlo sospirando.
"quando esci?"
"boh".
qualcuno bussa alla porta nel momento giusto: il dottore.
"buongiorno a tutti, come stai?"
"bene, sto bene"
"perfetto. per fortuna è tutto nella norma, solo qualche graffio. puoi andare tranquillamente". lo ringrazio e faccio uscire tutti i miei amici, in modo da potermi preparare.
quando esco si precipitano tutti a "sostenermi". non ne ho bisogno, quindi li guardo male e continuo a camminare.
cerco nelle mie tasche il telefono ma di esso non c'è traccia.
"dan?"
"dimmi"
"il telefono?".
fruga nelle sue tasche e lo tira fuori.
arianna mi ha appena chiamata tre volte, non posso rispondere davanti a loro.
"io e alessio dobbiamo andare a casa dei miei, vi va bene?" ci chiede alba arrivati al parcheggio.
"vai vai, sesso nel letto dei genitori!" afferma carlo.
entrambi arrossiscono e se ne vanno mano nella mano, seguiti da carlo. sono obbligati ad accompagnarlo a casa.
iniziamo a parlare con tutta calma e nel frattempo mi arrivano altre chiamate.
alla quinta decido di allontanarmi e rispondere.
"aspettate un secondo, arrivo".
marco mi lancia un'occhiataccia, ma faccio finta di niente.
"pronto?"
"oh cazzo, ci sei"
"sì" rispondo fredda.
"giuro, mi dispiace, non volevo trattarti così"
"ok"
"venere".
abbasso lo sguardo e sospiro.
"mi dispiace"
"brava"
"smettila!" urla.
"io? ti sto aspettando da ormai un mese"
"ma se ti piace dan!"
"ma che porca puttana dici"
"vabbè, ne riparliamo a casa" ordina. "e vieni subito perché mi incazzo".
"ma calmati".
"no".
sbuffo e chiudo la chiamata: se non sarò lì in dieci minuti mi mangerà viva.
"dan, dobbiamo andare"
"come torniamo?"
"vi diamo un passaggio noi" propone ambra.
sì, scelta giusta.
io e dan ci sediamo nei sedili posteriori.
ambra e marco non smettono di baciarsi, quindi ci stiamo guardando con una faccia infastidita.
"noi single" sussurra dan.
"io non sono single"
"scusa...".
sono single invece.
"marco, fermati qui"
"eh?"
"passo da ari".
"ah, va bene. a dopo allora".
saluto dan e scendo dall'auto, rischiando di slegarmi una caviglia.
forse dovrei smettere di finire in ospedale?
"guarda che abito anche io qua".
rido e mi scuso: questi dettagli mi sfuggono spesso.
attraverso velocemente la strada ed entro nel condominio. come sempre il portiere mi sorride e mi incammino verso l'ascensore, lasciando dan indietro.
ovviamente corre e ferma le porte in tempo.
"grazie eh"
"scusa, ho paura".
"andrà bene".
ha ragione, andrà bene.
"venere, stasera esco con la bionda".
spalanco gli occhi scioccata: non è possibile.
"sì, l'ho incontrata in ospedale...".
assurdo, è un segno del destino.
entra nel suo appartamento, mentre suono alla porta di arianna.
"eccoti".
mi prende per il polso e mi butta sul divano.
"ma che cazzo stai facendo?" urlo.
"mi urti"
"ma dai!"
"vabbè scusa". fa il broncio e si siede accanto a me. afferra le mie mani e mi guarda male.
"oh provaci almeno" chiedo.
"ok! ok! non voglio continuare questa cosa"
"finiamola allora"
"sì"
"no aspetta" sussurro. "ma sei scema?"
"esageratamente"
"non ti piaccio più?"
"è questo il punto! mi piaci troppo e mi sono rotta il cazzo"
"ma che senso ha?". stiamo iniziando ad alzare la voce come la scorsa volta.
"non facciamo prima a metterci insieme?" chiedo.
"no".
"e allora vaffanculo".
mi alzo dal divano e mi dirigo verso la porta.
"vai da dan, vai!".
qualcosa in me si risveglia, quindi torno indietro. "non mi piace dan, mi piaci tu, ma sei troppo orgogliosa, quindi non rompere il cazzo a me". le tiro uno schiaffo.
si alza in piedi anche lei, forse per arrivare alla mia altezza, mi afferra per i fianchi e mi fa sbattere la schiena al mobile della televisione.
quando mi bacia non ricambio subito, ma nel momento in cui desidera usare anche la lingua le concedo l'accesso.
"finiremo per scopare, lo sai?" sussurra al mio orecchio, mentre mi sfiora un tetta con la mano.
"mi piace questa cosa".
mi prende in braccio e mi trascina in camera, dove chiude la porta con il piede.
è assurdo come da litigare siamo finite a limonarci sul suo letto, ma è normale.
si fa pace così in queste situazioni.
"ti prego, non lasciarmi" la supplico. "io ti amo"
"no, non ti lascio. anche io".
mi sfila tutti gli indumenti, cosa che faccio anche io a lei.
"il letto è più comodo della vasca per...".
la censuro con un bacio. sorride e inizia a lasciarmi tanti baci ovunque, scendendo sempre più in basso.
inizia con un dito, poi ne mette un altro e aggiunge anche la lingua.
gioco con i suoi capelli e le spingo la testa mentre provo a trattenere gli urli esagerati.
ci sa seriamente fare, nemmeno da sola riesco a farlo così bene.
quando leva la lingua per baciarmi riesco a farla finire sotto di me.
uso la lingua per due secondi, poi le apro le gambe.
"sto male" dice ridendo.
"cosa?"
"sei così carina pure in queste situazioni".
le alzo il dito medio e mi siedo meglio sopra di lei.
"ridimmelo più tardi".
inutile dire che quando finiamo crolliamo sul letto sudate, col fiatone e assonnate.
"ti amo"
"lo so" risponde. "io pure".

PREGO EH

frosinone // arieteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora