Lilith una ragazza Newyorchese, orfana, a cui è stato nascosto il suo passato, i suoi genitori e la verità su sé stessa.
Una ragazza solitaria, narcisista e introversa che odia tutti e non si fida pressoché di nessuno, si troverà davanti all'opportu...
Riuscii a far dimenticare quella scena a Isabella e quando tornammo di fretta al bar il cuore batteva ancora forte e il fiatone e le risate quasi ci facevano mancare il fiato. < sei forte Lilith cara > sorrise lui sedendosi in una delle panchine fuori dal locale, < potrei dire lo stesso di te > sorrisi e mi invitò a sedere con lui facendomi un segno con la mano che stranamente accettai. Forse la stanchezza o il freddo che avevo a causa del sudore che aveva inumidito il mio felpone, ma per la prima volta feci un contatto con qualcuno, appoggiai la testa alla spalla di Loki e acconsentii alle sue braccia di circondarmi. La sensazione di protezione tornò, ero stanca, stanca di tutto e forse... forse quel calore mi serviva. < la mia valigia? > feci per liberarmi dalle sue braccia ma lui non mi lasciò < l'ho presa io > < ma... Loki non c'è > diendi uno strattone liberandomi facilente dalla sua presa < Lil... ti ho detto che l'ho presa > alzò gli occhi al cielo e mi ricordai di tutte le cose che faceva comparire e scomparire < mhh ... mi prendi una cioccolata calda? > piegai la testa pronunciando un leggero sorriso che fu ricambiato con una risatina, < aspetta qua. Torno subito > soffiò nel mio orecchio.
Thor tornò quando ormai il liquido scuro aveva raggiunto la fine della tazza e come promesso ci riportò ad Asgard. Non avevo ancora capito quale fosse il mio posto, da una parte avevo New York dove avevo passato la maggior parte della mia vita ma che non mi ha mai dato felicità e dall'altra avevo Asgard un paradiso per molte persone ma che a me divenne banale ma magico allo stesso tempo. Durante il pranzo del giorno dopo parlammo della mia permanenza ad Asgard e rimasi scossa dopo che Thor mi disse con sorriso < due settimane e torni a New York > sarei tornata in quella citta troppo presto, a fare? non sapevo i dettagli e forse decisi di non chiedergli per non avere preoccupazioni o per paura di restarne delusa. Lo sguardo di Loki mi scrutava come se mi stesse studiando ogni muovimento, finché non lo sentii staccarsi quando mi chiusi la porta alle spalle. Mi buttai sul letto affondando la faccia tra i cuscini, avevo bisogno di distrarmi di provare ....provare a sentirmi qualcosa; troppe domande mi ronzavano per la mente e troppe domande avevo cacciato via accumolandole semplicemente.
Stavo per farmi abbandonare dalle lacrime quando non sentii un mugolio ai piedi del letto < che vuoi? > mi passai la felpa sulla faccia per evitare che si notasse la mia faccia disperata e in qualche modo spegnere i sentimenti e tornare ad essere la Lilith apatica di sempre, < non sei forte quanto fai vedere > sbottò appoggiando le mani alla ringhiera del letto < neanche te, dato che ti preoccupi di una inutile Midgardiana > sputai acida ma lui si limitò a scrollare le spalle, < che vuoi? > ripetei < mi annoio > < vai da quella puttanella che ti sei scopato l'altra sera allora > risi prendendo in braccio uno dei tanti cuscini sul mio letto < non mi sono scopato nessuno dolce Lilith > strizzò gli occhi su di me < come hai detto non lo saprò mai > ammiccai in segno di sfida < vuoi vedere che ho fatto l'altra sera? accomadati > portò il peso in avanti e appena incrociai il suo sguardo entrai nella sua cupa mente, aveva abbassato gli scudi e quando mi girai indietro gli aveva chiusi, provai a sbatterci contro i pugni ma fu inutile erano come una lastra spessa di smeraldi incastonati a creare un resistente muro, mi aveva intrappolata li dentro, non avevo via di scampo.
Tornai nel mio corpo, la scena di me sulle sue ginocchia mi aveva imbambolata tanto che mi resi conto di lui solo quando uscì dalla stanza dicendo: < sta attenta nella mente di chi entri, potrebbero bloccarti lì dentro e fare di te ciò che vogliono >
Quello che avevo visto era un suo pensiero, non aveva mai avuto rapporti con altre ragazze né quella sera né nei giorni prima, mi aveva semplicemente intrappolata dentro la parte della sua mente a cui mi consentì l'accesso, per torturarmi, nient'altro. Ma quel dolore, sofferenza e oscurità che avevo visto quando lo guardai negl'occhi non riuscii a lavarmela via.
Non potevo essere la preda, non volevo. Non potevo far vincere lui. Mi alzai dal letto stropicciandomi la faccia e indossai una delle mie tante maschere e mi diressi verso la sua stanza. Ora toccava a me.
Lui era lì steso a leggere come al solito, < oh ciao piccola Lil. Vuoi il biss? > disse senza distogliere lo sguardo la libro, < la prossima volta...cerca di non immaginarlo soltanto .....vigliacco > cercai di assecondare i suoi giochetti ma lui rimase con la faccia su quel libro limitandosi a pronunciare un sorriso felino. Mi avvicinai di più e abbassai il libro lentamente fissandogli l'oceano di smeraldi che aveva al posto degl' occhi; con muovimenti predatori, lenti e eleganti mi misi sopra la sua figura e avvicinai il capo alla sua faccia < non hai fonito di raccontarmi > bisbigiai nell'orecchio di Loki, ma non riuscii a vedere un cambiamento di espressione. Mi spinsi allora allo stremo, dovevo farlo crollare, iniziai ad accarezzare con una mano il suo petto formando forme astratte e scendendo sempre più lentamenre arrivando all' onbellico. Indossava una maglietta a maniche lunghe e un pantaloncino, vestiti abbastanza Midgardiani per lui, < sai...I vestiti asgardiani....mi piacciono > usai un tono di voce sensuale e lo vidi crollare sotto di me, rivoltò velocemente la situazione posizionandosi sopra di me e intappolandomi sotto la sua enorme figura, < Lil cara.... non devi fare questi giochetti con me > mi morse il lobo dell'orecchio mentre pronunciava lentamente qulle parole. Cercai di non lasciarmi alla lussuria e notai in pieno la mia vittoria, con i miei poteri lo feci levitare sopra di me e dopo essermi alzata e avvicinata alla porta lo sentì gridare < azzardati > poi chiusi la porta e sentii il tonfo della sua figura cadere violentemente sul pavimento in legno. Una risatina soddisfatta mi accompagnò fino al mio letto dove mi gustai la mia vittoria godendomi una dormita lunga e serena.
La mattina dopo ero a fare colazione con Thor, Frigga e Odino serenamente come al solito, quando per poco non sputai dalle narici il latte che stavo bevendo nel vedere Loki entrare nella sala con le vesti asgardiane che avevo chiesto la sera prima
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< cazzo > bisbigiai asciugando con il fazzoletto il casino che avevo fatto travasando il latte dappertutto e cercando di non incrociare lo sguardo con il dio che rideva della mia situazione < giorno cara > ammicò sedendosi a fianco a me < buongiorno > cercai di contenere gli strilli dei miei umori impazziti.