XXIII

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Morire

Dovevo morire, era l'unico modo. La voce di Loki era ormai sparita e arrivai a pensare che fosse stata solo un segno di stanchezza, di pazzia, uno stimolo da parte della mia anima per evitare di fallire.

Quando arrivai davanti al laboratorio indossai la mia maschera più spietata e, senza bussare, entrai ritrovandomi un Barone sorridente che mi studiava con lo sguardo,

< ti vedo entusiasta > ammiccò

< non fare tanti giri di parole, so di che cosa si tratta " l'ultima prova " > agitai le mani in cielo per canzonarlo

< e sono contenta. Sono stanca, stanca delle emozioni, stanca di piangere e sentire la mancanza di persone che mi hanno abbandonata > dissi a testa alta e, quando vidi la sua faccia illuminarsi, non tirai solo una freccia, ma l'intero arco

< li voglio distruggere > sorrisi e sentii una stretta al cuore quando mi accorsi della mia faccia e alla somiglianza ai sorrisi spietati di Loki a cui un tempo facevo finta di aver paura solo per sentire la sua risata divertita rimbombarmi nelle orecchie.

< Perfetto. > alzò un sopracciglio

< togli la maglia, indossa i pantaloncini e legati al lettino > strizzò gli occhi con aria divertita

< mi sta mettendo alla prova Signore? > feci una vocina acuta per tenergli testa

Rimasi con solo il reggiseno nero e dei pantaloncini a boxer e senza rompere il contatto visivo col barone mi legai al lettino mentre tutti gli scienziati ci guardavano a bocca aperta.

Il piano sarebbe stato molto pericoloso, la probabilità di successo e che i miei ragionamenti fossero validi erano circa del 40% ma era l'unico piano fattibile. Inizialmente io e Fury avevamo un piano ben architettato, avrei dovuto aspettare molto meno tempo e avrebbe avuto molta più probabilità di successo, ma avevamo lavorato su un qualcosa di molto più semplice e non avevamo pensato al problema Barone Strucker, ancora sconosciuto allo S.H.I.E.L.D. e allo stesso Bucky che riuscì a scappare prima di incontrarlo. Fury sicuramente mi avrà dato per morta, soprattutto dopo quel video, e mentre ero stesa su quel lettino ripassando mentalmente il piano, giurai di sentire delle grida di tristezza, lamenti e pianti di voci familiari. Non so per quanto tempo sia stata lì dentro, in quella cella trasparente, ma il volto, la voce e il profumo di Loki stavano diventando un lontano ricordo, come Nat, Pietro e tutti gli Avengers. Mi mancavano le litigate con Tony, gli scleri con Wanda, le stupidagini con Pietro, gli scherzi a Clint e a Steve, gli esperimenti con Bruce, il cercare di far capire qualcosa a Visione, le bevute con Thor, le giornate passate in giro con Pet, Mj e Ned, le litigate tra Bucky e Sam e il costante bisogno di affetto del tenero soldato d'inverno.

Scossi la testa cancellando quei ricordi e mantenendo uno sguardo di sfida al Barone, aspettai che gli scienziati mi addormentassero per focalizzare tutti i miei poteri in un unico corpo.

Appena i miei occhi si chiusero, quelli della guardia si aprirono.

𝑀𝑖 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎𝑣𝑜 𝑛𝑒𝑙 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑖𝑑𝑜𝑖𝑜 𝑑𝑎𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑎𝑙 𝑙𝑎𝑏𝑜𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖𝑜, 𝑖𝑙 𝑐𝑜𝑟𝑝𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑖𝑎 𝑒𝑟𝑎 𝑑𝑖𝑓𝑓𝑖𝑐𝑖𝑙𝑒 𝑑𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑎𝑛𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑒 𝑠𝑒𝑛𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑟𝑒𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑜𝑡𝑡𝑎𝑣𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑜 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑚𝑖𝑜 𝑚𝑜𝑣𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜. 𝐴𝑟𝑟𝑖𝑣𝑎𝑖 𝑎 𝑔𝑟𝑎𝑛𝑑𝑖 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑖 𝑑𝑎𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑎𝑑 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑟𝑖𝑔𝑜𝑟𝑖𝑓𝑒𝑟𝑎 𝑑𝑜𝑣𝑒 𝑡𝑒𝑛𝑒𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖 𝑖 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑐𝑖𝑛𝑎𝑙𝑖, 𝑐𝑒𝑟𝑐𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑑𝑖 𝑓𝑎𝑟𝑒 𝑚𝑒𝑛𝑜 𝑟𝑢𝑚𝑜𝑟𝑒 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒, 𝑎𝑝𝑟𝑖𝑖 𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎 𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎 𝑒𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑎 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝑣𝑎𝑙𝑖𝑔𝑒𝑡𝑡𝑎 𝑐𝑜𝑛 𝑎𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑜 𝑡𝑟𝑒 𝑏𝑜𝑐𝑐𝑒𝑡𝑡𝑒 𝑛𝑒𝑟𝑒. 𝑁𝑒 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝑒, 𝑑𝑜𝑝𝑜 𝑎𝑣𝑒𝑟 𝑟𝑖𝑚𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑜 𝑝𝑜𝑠𝑡𝑜, 𝑒𝑛𝑡𝑟𝑎𝑖 𝑛𝑒𝑙 𝑙𝑎𝑏𝑜𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖𝑜 𝑑𝑜𝑣𝑒 𝑠𝑖 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎𝑣𝑎 𝑖𝑙 𝑚𝑖𝑜 𝑐𝑜𝑟𝑝𝑜. 𝐷𝑜𝑣𝑒𝑣𝑜 𝑠𝑏𝑟𝑖𝑔𝑎𝑟𝑚𝑖, 𝑠𝑡𝑎𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑒 𝑠𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑚𝑖 𝑠𝑎𝑟𝑒𝑖 𝑢𝑐𝑐𝑖𝑠𝑎 𝑖𝑛 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜, 𝑏ℎ𝑒 𝑠𝑎𝑟𝑒𝑖 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑞𝑢𝑒.
< 𝑢𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑠𝑢𝑜𝑖 𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑧𝑖𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑣𝑒 𝑢𝑠𝑐𝑖𝑟𝑒 𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑙𝑒𝑣𝑎𝑟𝑒 𝑢𝑛 𝑠𝑖𝑒𝑟𝑜, 𝑠𝑖𝑔𝑛𝑜𝑟𝑒 > 𝑑𝑖𝑠𝑠𝑖 𝑎𝑙 𝐵𝑎𝑟𝑜𝑛𝑒 𝑐𝑒𝑟𝑐𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑑𝑖 𝑢𝑠𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑚𝑜𝑑𝑜 𝑑𝑖 𝑝𝑎𝑟𝑙𝑎𝑟𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑢𝑠𝑎𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑖 𝑠𝑢𝑜𝑖 𝑠𝑜𝑙𝑑𝑎𝑡𝑖. 𝐿𝑢𝑖 𝑠𝑖 𝑙𝑖𝑚𝑖𝑡𝑜̀ 𝑎 𝑓𝑎𝑟𝑒 𝑢𝑛 𝑔𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝑎 𝑚𝑎𝑛𝑜 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖𝑠𝑡𝑎𝑐𝑐𝑎𝑟𝑒 𝑚𝑎𝑖 𝑙'𝑎𝑡𝑡𝑒𝑛𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑎𝑙 𝑚𝑖𝑜 𝑐𝑜𝑟𝑝𝑜 𝑒 𝑢𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑠𝑢𝑜𝑖 𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑧𝑖𝑎𝑡𝑖 𝑚𝑖 𝑠𝑒𝑔𝑢𝑖̀ 𝑓𝑢𝑜𝑟𝑖 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎. 𝑀𝑖 𝑎𝑙𝑙𝑜𝑛𝑡𝑎𝑛𝑎𝑖 𝑑𝑎 𝑡𝑒𝑙𝑒𝑐𝑎𝑚𝑒𝑟𝑒 𝑜 𝑑𝑎 𝑜𝑐𝑐ℎ𝑖 𝑖𝑛𝑑𝑖𝑠𝑐𝑟𝑒𝑡𝑖 𝑒 𝑑𝑜𝑝𝑜 𝑎𝑣𝑒𝑟 𝑝𝑎𝑠𝑎𝑎𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑠𝑖𝑒𝑟𝑜 𝑎𝑙𝑙'𝑢𝑜𝑚𝑜 𝑑𝑎𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑎 𝑚𝑒 𝑢𝑐𝑐𝑖𝑠𝑖 𝑙𝑎 𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑖𝑎 𝑏𝑟𝑢𝑐𝑖𝑎𝑛𝑑𝑜𝑔𝑙𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑒𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑖𝑙 𝑐𝑟𝑎𝑛𝑖𝑜 𝑒 𝑠𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑑𝑜𝑚𝑖 𝑛𝑒𝑙 𝑐𝑜𝑟𝑝𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑧𝑖𝑎𝑡𝑜.
𝐶ℎ𝑖𝑢𝑠𝑖 𝑖𝑙 𝑣𝑒𝑐𝑐ℎ𝑖𝑜 𝑐𝑜𝑟𝑝𝑜 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑟𝑖𝑔𝑜𝑟𝑖𝑓𝑒𝑟𝑎 𝑒 𝑐𝑒𝑟𝑐𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑑𝑖 𝑓𝑎𝑟𝑒 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑖𝑛 𝑓𝑟𝑒𝑡𝑡𝑎 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑠𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎𝑖 𝑖𝑙 𝑠𝑖𝑒𝑟𝑜 𝑖𝑛 𝑢𝑛𝑎 𝑠𝑖𝑟𝑖𝑛𝑔𝑎 𝑒𝑑 𝑒𝑛𝑡𝑟𝑎𝑖 𝑛𝑒𝑙 𝑙𝑎𝑏𝑜𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖𝑜.

Poteva funzionare, doveva funzionare. Pochi minuti e li avrei uccisi tutti, e sarei tornata da Loki, dagli avengers, a " casa ".

𝑀𝑖 𝑎𝑣𝑣𝑖𝑐𝑖𝑛𝑎𝑖 𝑎𝑙 𝑚𝑖𝑜 𝑐𝑜𝑟𝑝𝑜,
< ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑠𝑜𝑚𝑚𝑖𝑛𝑖𝑠𝑡𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑠𝑖𝑒𝑟𝑜 > 𝑑𝑖𝑠𝑠𝑖 𝑟𝑖𝑓𝑒𝑟𝑒𝑛𝑑𝑜𝑚𝑖 𝑎𝑔𝑙𝑖 𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑧𝑖𝑎𝑡𝑖 𝑚𝑎 𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑜𝑛𝑑𝑒𝑟𝑚𝑖 𝑓𝑢 𝑖𝑙 𝐵𝑎𝑟𝑜𝑛𝑒
< 𝑐ℎ𝑖 𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒̀? > 𝑎𝑛𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑜̀ 𝑖𝑙 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑐𝑜𝑟𝑝𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑜𝑐𝑐𝑢𝑝𝑎𝑣𝑜
< 𝑀𝑖 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑠𝑖̀, 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑜 𝑠𝑖𝑎 𝑢𝑛 𝑝𝑟𝑒𝑣𝑒𝑛𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑛𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑐ℎ𝑒 > 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑜𝑠𝑖 𝑖𝑛 𝑚𝑜𝑑𝑜 𝑝𝑟𝑒𝑓𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑒 𝑠𝑖𝑐𝑢𝑟𝑜 𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑖𝑎 𝑓𝑜𝑟𝑡𝑢𝑛𝑎 𝑖𝑙 𝐵𝑎𝑟𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑛𝑛𝑢𝑖̀.
𝐼𝑛𝑖𝑒𝑡𝑡𝑎𝑖 𝑖𝑙 𝑠𝑖𝑒𝑟𝑜 𝑛𝑒𝑙 𝑚𝑖𝑜 𝑐𝑜𝑙𝑙𝑜, 𝑚𝑖 𝑎𝑣𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑢𝑐𝑐𝑖𝑠𝑎 𝑛𝑒𝑙 𝑔𝑖𝑟𝑜 𝑑𝑖 𝑝𝑜𝑐ℎ𝑖 𝑚𝑖𝑛𝑢𝑡𝑖.
𝑀𝑖 𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎𝑖 𝑖𝑛 𝑡𝑜𝑟𝑛𝑜 𝑒 𝑠𝑒𝑛𝑡𝑖𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑠𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐𝑢𝑛𝑜 𝑚𝑖 𝑠𝑡𝑒𝑠𝑠𝑒 𝑟𝑖𝑠𝑠𝑢𝑐𝑐ℎ𝑖𝑎𝑛𝑑𝑜.

L'ultima cosa che sentii fu il bip della macchina che segnava la fine dei miei battiti, poi il corpo dello scienziato che occupavo cadde e io ne uscii da esso, sottoforma di spirito.

Il Barone era su tutte le furie, aveva capito il mio tentato suicidio ma non il mio piano. Ero troppo preziosa per morire. Strucker prese tutti i sieri blu che trovò e, con la rabbia che gli illuminava la faccia, infilzò quelle siringhe nel mio petto una ad una, finché il mio corpo si illuminò e mi attirò a sé.

Lilith || Loki LaufeysonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora