XXII

399 24 4
                                        

A dire il vero questa nuova forma mi faceva sentire benissimo, mi sentivo forte, piena di energie, IMMORTALE. Se fossi uscita da quel posto avrei potuto passare l'eternità ad Asgard, avrei potuto avere il mio lieto fine. Il mio corpo era visibilmente più forte, ne ebbi la certezza durante una prova a cui mi sottopose il Barone, naturalmente recitai la parte della debole, ma dentro di me l'adrenalina prendeva il sopravvento. 

Non uscivo da quella cella trasparente ormai da giorni, venivo studiata e tenuta in osservazione perennemente, la scaletta mentale che mi ero creata risultò pressoché inutile, dato che gli orari furono completamente sballati. Passai la maggior parte del tempo a studiare me stessa, i miei poteri, le nuove ali ancora più belle delle precedenti e quelle fantastiche orecchie che mi permettevano di sentire anche al dilà di quello spesso vetro. I poteri rimasero gli stessi, forse solo più forti, mentre la cosa che mi incuriosiva di più erano quegl'occhi viola. Sapevo di vedere meglio, potevo vedere più in lontananza, ma non riuscì a capire quanto a causa del vetro che mi divideva dal resto del mondo. Durante la notte mi svegliai, le luci dell'intero edificio erano spente e mi accorsi di una sola cosa, i miei occhi brillavano, come quelli di un lupo pronto ad azzannare una preda dormiente,  nel buio totale. Potevo vedere, non benissimo ma vedevo, non vi era un filo di luce nella stanza, ma io vidi.    

Durante quei giorni mi limitai ad osservare, fingere e fare la brava, subendomi un lungo e straziante loop.  Finalmente qualcosa cambiò, il Barone, accompagnato dai suoi soldati, mi iniettò il siero rosso, tornai ad essere quasi umana, ma le orecchie a punta non svanirono, sapevo benissimo il perchè, avevano creato un mostro, un dio, i miei poteri erano ormai troppo forti per essere annullati, ma mi finsi ugualmente sorpresa. Mi trascinarono di nuovo in quel laboratorio dove ancora una volta mi legarono. Stava andando tutto nella norma, ormai erano tutti tranquilli, ignari di tutto. Mi fecero gli stessi esperimenti per giorni e giorni e quando mi accorsi che le loro facce mentre mi toccavano erano rilassate, non più impaurite ed esitanti, misi in atto il piano. Dovevo destabilizzarli, squarciare il loro schema mentale creando il caos.

Appena mi fu iniettato il siero blu, senza mai staccare il contatto visivo di sfida al Barone, entrai in una delle menti più deboli in quella stanza strizzandola come un panno bagnato fino a sentire il battito fermarsi. Appena sentii il corpo cadere a tessa con un tonfo, sorrisi al Barone che mi scrutava con confusione e avrei giurato un briciolo di terrore.

< Lilith cara... ti avevo detto di fare la brava > cambiò espressione, mostrando i suoi sorrisi peggiori

< mi sono stancata > sorrisi e con un movimento secco e preciso staccai i polsi da quelle stringhe di pelle che mi legavano al lettino.

< sei forte allora > la sua figura non si mosse di un millimetro,  forse aveva capito che non avrei attaccato

<  ma sei debole > commentò prima di richiamare una decina dei suoi soldati. Perfetto, lui mi vedeva come un toro con l'anima di un agnellino. Stava andando tutto secondo i piani.

Mi portarono in una sala buia, uno di loro accese una piccola lucina e l'unica cosa presente nella stanza era una sedia per l'elettroshock. 

< qui è dove abbiamo torturato Bucky e ucciso tuo padre > disse con un ghigno mentre mi somministrava il siero rosso nel collo,

< ora. senza poteri, subirai ciò che hanno subito l'oro così avrò la certezza che non mi tradirai più > mi prese per il braccio trascinandomi sulla sedia dove mi legò

Aveva tolto la maggior parte dei miei poteri, avrei sentito sicuramente molto dolore ma sarebbe stato comunque attutito, dovevo solo resistere e fingermi devastata così che si potesse fidare cecamente di me. 

Lilith || Loki LaufeysonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora