XXVII

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Mi avvicinavo sempre di più a quella torre, non riposavo da ormai due giorni e l'andamento delle mie ali era sempre lo stesso, battiti veloci e costanti. La parte della schiena non la sentivo più e così anche le ali che si muovevano ormai anche senza che le controllassi. 

Ero ormai davanti alla grande vetrata della torre, il cuore mi esplose e un sorriso si allargò sulla mia faccia, ma quando provai a frenare, le mie ali non risposero facendomi schiantare come un piccione, su quel vetro, rompendolo in mille pezzi. 

La testa mi pulsava e una striscia di sangue colò dal mio sopracciglio, 

< hey > riuscì a dire a nessuno in particolare, e prima di perdere i sensi sentii lo strillo di Pietro:

< UN FANTASMA > gridò e sorrisi lasciandomi cadere all'indietro.

Mi svegliai nel mio letto, ero sola e non mi sembrava vero, stavo per disperarmi alla sola idea di essere ancora in quella montagna, e che tutto questo fosse solo una tortura di Strucker, ma le voci degli Avengers mi fecero pensare al contrario. 

Appena mi alzai, mi accorsi che le mie ali erano ancora lì e non riuscii neppure a farle sparire, ad ogni piccolo movimento il dolore che mi procuravano era talmente forte da farmi piegare dal dolore. Indossavo ancora la tuta aderente nera di Fury, non avevo neanche le forze per cambiarmi, ma quando mi guardai allo specchio la mia faccia assunse un espressine di stupore. I lineamenti del mio viso più pronunciati, i capelli perfetti, gli occhi viola, le orecchie a punta, le gambe slanciate e le mani lunghe e magre, mi facevano sembrare una dea, ero una dea, esattamente come Thor e Loki, ora ero immortale.  Era difficile stare in piedi e le grandi ali, che strisciavo sul pavimento, di certo non mi erano di aiuto.

Quando arrivai in salone, mi mancò il fiato alla vista di tutti gli Avengers in piedi che si mordevano le unghie per lo stress, ma all'appello mancavano i due dei. 

I loro sguardi erano posti su di me, e neanche Pietro riuscì ad essere più veloce di tutti loro, quando mi si buttarono addosso. 

Restammo abbracciati per molto tempo e vidi persino gli occhi di Tony diventare lucidi, mi osservarono a lungo notando ogni mio singolo cambiamento. Tony come al suo solito cercò di smorzare la situazione facendo battute sulle mie orecchie, mentre Nat gli dava piccoli colpi con il gomito sulle costole ribadendo ogni volta che le amava.
Era presente anche Peter, che rimase a fissarmi gli occhi come un bambino,
< fighi viola > sorrise e lo abbracciai.

Intanto Bucky da dietro stava guardando le mie grandi ali e quando le sfiorò la mia reazione stupii anche me.
Appena un suo polpastrello toccò la punta della mia ala, il mio ringhio animalesco fece tremare le finestre. Mi attappai la bocca con le mani e mi girai di scatto colpendo in pieno la faccia di Steve con la mia ala destra, facendolo cadere di chiappe a terra.
< scusa..> dissi ad entrambi, e quando Steve si rimise in piedi scoppiarono a ridere.

Wanda mi fece sedere sul divano, mi ero dimenticata la sua comodità, facendomi raccontare tutto, tralasciai solo la parte finale, quando non trovai più il corpo del Barone. I volti di tutti si riempirono di lacrime, nessuno escluso,  e mi si ributtarono addosso.

< sei così diversa... che strano siero ti hanno iniettato > quella di Bruce era più un imprecazione che una domanda

< non lo so, ma era nero come la pece > sbuffai.

< ti sta bene il viola degli occhi ed quelle orecchie che tanto amavi nei libri ora le hai anche tu > sorrise Nat
< e i capelli corti e mossi neri e guarda la tua bellezza... ora sei uno dei musei più visti al mondo > fece l'occhiolino ricordandomi il discorso che mi fece un giorno prima di di partire per quell'inferno.

Lilith || Loki LaufeysonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora