XI

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La settimana successiva passò pressoché in fretta, passavo le giornate a leggere, a rafforzare i miei poteri a ridere e scherzare con Thor mentre Loki diventava sempre più cupo.
Arrivai a passare intere giornate con Thor e mi piaceva, anche se eravamo gli esatti opposti era bello stare in sua compagnia, non mi faceva pensare a niente; una sera mi portò ad un bar Agardiano, ricordandosi solo dopo, che noi umani non reggiamo la stessa quantità di alcohol degli Asgardiani, quindi mi ritrovai stesa per terra dopo un solo shootino e mi risvegliai direttamente al palazzo nell'esatto momento in cui Frigga iniziò ad imprecare contro Thor costringendolo a prendersi cura di me finché non mi  passò la sbronza. Mi portò in braccio fino in camera mia, dove mi tenne compagnia per tutta la sera. Fu imbarazante, molto imbarazante, ma Frigga era talmente tanto incazzata che ebbi paura di aprire bocca per i successivi due giorni.

All'inizio dell'ultima settimana della mia permanenza ad Asgard ci fu un grosso litigio tra Loki, Thor e Odino, non riuscii a capire che stessero dicendo, dato che arrivai quando ormai era finito, ma dalla faccia di Loki dedussi che il protagonista della discussione fosse lui.
Due giorni, poi tre e infine cinque passati alla ricerca di Loki, sparito nel nulla, nessuna guardia o persona l'aveva visto e ormai Thor si sentii  costretto a perlustrare tutta Midgard ma anche lì di Loki non vi era traccia.
Odino era in collera e se non avessero trovato in tempo il dio dell'inganno io non sarei potuta tornare a New York.

In quei giorni mi annoiavo talmente tanto che decisi di rendermi utile nelle ricerche, andai in biblioteca, in camera sua, nei posti più alla Loki del palazzo ma niente era sparito. Come al solito mi scocciai velocemente quindi iniziai a cazzegiare in una delle sale vuote del palazzo, finché un lamento non attirò la mia attenzione, nella parete opposta alla mia vi erano delle scale, era buio al di là e non sapevo cosa ci fosse. Il lamento era come un pianto, debole e estremamente triste e un nodo mi strinse la gola, mi feci coraggio e a gradi passi mi addentrai nell'oscurità di quelle scale fino ad arrivare in una grande sala piena di celle; non vi era nessuno all'interno apparte una cella illuminata in fondo con qualcuno all'interno. Strinsi i pugni per farmi coraggio e mi addentrai nell'oscurità seguendo solo la piccola e fioca luce che si ingrandiva sempre di più.

Alla fine di quella luce trovai semplicemente Loki in piedi che mi guardava, indossava abiti asgardiani, era perfetto, come se fosse appena uscito da un bagno,

< hey, che cavolo stai facendo qui, ti cercano tutti > gli tirai uno dei pugnali che ormai portavo sempre con me - amavo i pugnali e nel tempo libero perfezionavo i miei lanci- colpii la parete che era a due pollici dalla sua faccia
< uoo stai diventando brava Lilith cara > sorrise
< che hai in mente Loki > ringhiai
< non sono fatti tuoi stupida midgardiana > strizzò gli occhi
< Loki ti stiamo cercando da giorni, ho rischiato di non tornare a casa > mi sporsi verso di lui
< casa? tu non hai una casa > sputò freddo
< non hai una famiglia, un cognome, non hai niente, sei sola e inutile, ti fai tanto forte, " guardate ho i super poteri " Lilith sono inutili. Come te. > la sua voce era cupa e un sorriso malefico gli disegnava la faccia facendolo sembrare un mostro.
Qualcosa dentro il mio petto si ruppe e lacrime, tante lacrime iniziarono a inumidirmi il viso e lasciare macchie bagnate sulla maglietta, le gambe mi facevano male mentre indietreggiavo guardandolo, tremavo. Avevo già sentito quelle parole, tante, troppe volte ma...mai pronunciate da qualcuno di cui mi iportasse.
< Lilith.... aspetta > mi fermai mentre con le maniche cercavo di bloccare il fiume di lacrime che usciva dai miei occhi
< scusa > abbassò la testa e la figura posata con la tuta asgardiana e i capelli perfetti si disperse in una luce dorata che trasformò l'intera stanza e mostrò il vero Loki steso per terra con ancora un pigiama sporco  i capelli disordinati e pallido più del solito.

< Loki..> sussurai appena lo vidi,
piangeva ed era visibilmente distrutto

sentii una forte fitta al petto, mi resi conto che non stavo più guardando Loki, ma me, ero io la ragazzina stesa sul pavimento della mia camera in quello stupidissimo orfanotrofio, piena di graffi sulle braccia, con gli occhi gonfi e rossi e le e...

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sentii una forte fitta al petto, mi resi conto che non stavo più guardando Loki, ma me, ero io la ragazzina stesa sul pavimento della mia camera in quello stupidissimo orfanotrofio, piena di graffi sulle braccia, con gli occhi gonfi e rossi e le emozioni da tempo ormai spente. Quanto avrei voluto avere qualcuno, qualcuno che mi dicesse che sarebbe andato tutto bene, che mi avrebbe scaldato tra le sue braccia. Poi tornai alla realtà e al posto di quella ragazzina vidi Loki, un Loki che non avevo mai visto e che mi rappresentava talmente tanto.
< Cos'era quella cosa di prima? > chiesi con ormai le lacrime secche che mi pungevano il viso
< una delle mie tante maschere > non riuscì neppure a guardarmi in faccia
< perché sei qui? > continuò fissando un punto nel vuoto
< perché sono tua amica > rimasi ferma mentre lui si torturava le mani,
< perché dovresti essere amica di uno come me? > mi guardò e appena ebbi la forza di incrociare il suo sguardo gli scudi non c'erano più e tutti i suoi pensieri e ricordi furono visibili.
Era un posto buio, freddo e triste, simile al mio ma diverso, stavo per gridare, ma mi contenni riuscendo ad uscire da quel posto spaventoso e trovarmi di nuovo difronte a lui.
Un inpulso, forse perché ne avevo più bisogno io di lui, o perché avevo visto tutto il buio della sua mente, mi fece buttare tra le sue braccia; era quello, quel semplice abbraccio, quel semplice gesto a cui bramavo da una vita, in tutti quei momenti tristi e contro tutti i miei demoni.
Mi misi sopra le sua ginocchia mentre era ancora seduto per terra circondando la sua vita con le mie gambe e il collo con le braccia appoggiando la testa nell'incavo del suo collo e liberando un pianto ormai trattenuto per troppo tempo. Sentii le sue mani esitanti stringermi forte a lui mentre stava in silenzio e sentii delle goccie bagnarmi la spalla.
Qul giorno, in una cella mentre gli occhi di entrambi erano rossi e non servivano parole per capirsi, diedi il mio primo bacio, mi tuffai in quelle labbra rosee continuando ad abbracciare la sua figura mentre cercava di contenere le lacrime e cercava di tenere alto quello scudo che si stava ormai sgretolando come sabbia del deserto.
< tu mi piaci > mi allontanò per guardarmi in faccia mentre spostava una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio.
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Riuscii a farlo tornare in camere per cambiarsi, non preferimmo parola, ormai non c'enera più bisogno.
Mi chiusi in camera mia, quella sarebbe stata la mia ultima notte ad Asgard e poi?
Avrei dovuto abbandonare Loki?
Ma subito dopo quella ragazzina impaurita stesa per terra con la faccia rigata da lacrime si risvegliò e con lei domande nuove si ripresentarono creando una nebbia nera invisibile intorno a me, fatta di paure e ricordi.

Lilith || Loki LaufeysonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora