Culloden

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La mattina di buonora scendemmo a fare colazione. Non potevamo andare via da Inverness senza aver prima fatto un salto al campo di Culloden. Intorno alle 10:00 eravamo già lì. Passeggiare tra quelle pietre in un luogo così impregnato di storia, fa un certo effetto.

– "Cosa stai facendo?"

– "Mi hai beccata"

Lo sguardo di disappunto di Milly non mi fece desistere dal raccogliere due pietre accanto al masso in ricordo del clan Fraser e a lasciarle scivolare nella mia borsa.

– "Se ti beccano, ti arrestano"

– "Lo so, ma non c'è nessuno. Tranquilla"

– "Che poi a cosa ti servano, non so"

Sorrisi. Ogni oggetto ha legato a sé un ricordo, qualcosa di personale, di immateriale, ma di enorme potenza evocativa e di forte carica emozionale.

Le conservo ancora ed è sempre bello ritornare per un momento a Culloden quando le osservo.

– "Si sta alzando un forte vento", cambiai discorso.

– "Anche il cielo si sta coprendo di nuvoloni minacciosi"

– "Che dici? Concludiamo il giro visitando la struttura in mattoni all'entrata e poi andiamo via?"

Milly controllò l'orologio e aggiunse: - "In effetti ci vuole un po' per arrivare ad Aberdeen e se intanto vogliamo fare anche tappa al cerchio di pietre, ci conviene andare"

All'ingresso di Culloden si trova un museo che custodisce oggetti e documenti dell'epoca, armi e proiettili usati in battaglia e spiega in maniera molto chiara come si è arrivati allo scontro su quel campo di battaglia e quali sono state poi le conseguenze.

– "Il campo di battaglia di Culloden ha tanto da raccontare. Chiunque lo attraversi viene trasportato in quella fredda mattina del 16 aprile 1746, quando 1.500 Highlanders vennero ammazzati dalle truppe britanniche"

– "Caspita Milly, oggi è il 17 aprile. Siamo arrivate a Culloden esattamente 270 anni dopo la battaglia"

– "Ho i brividi"

Entrambe ci voltammo verso l'immenso campo, meravigliate da quella constatazione. L'atmosfera che si respirava era sospesa in un limbo silenzioso di illusione e magia: si percepiva una certa sofferenza in quel luogo come se l'anima dei soldati fosse ancora lì a soffrire della speranza infranta di vincere un sogno per la libertà.

– "Come si fa a non amare gli scozzesi?", chiesi.

– "Sono morti combattendoper la libertà.Onore a loro, onore agli scozzesi"

Cara Scozia, il diario di un'avventuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora