L'incidente con Delice rischiava di diventare un fastidioso nuvolone nero nel nostro cielo sereno. La difficoltà della guida a sinistra avrebbe potuto oscurare come un'ombra nera l'idea di viaggio perfetto che avevamo in testa. Per nostra fortuna così come è arrivata quella fastidiosa nuvola, così una folata di vento l'ha scacciata via. Una folata di vento che è arrivata però il giorno dopo, quando abbiamo ripreso nuovamente la macchina per dirigerci verso Fort William.
Durante il nostro soggiorno a Glasgow alcuni raggi di sole sono riusciti a distogliere la nostra attenzione da quel nuvolone nero.
Il sorriso dispiaciuto delle due sorelle che ci accolsero alla Seton Guest House fu la prima distrazione che ci venne imposta.
- "Ci dispiace. Abbiamo avuto un overbooking. Non abbiamo stanze disponibili qui. Ma se per voi non è un problema allo stesso prezzo potete pernottare all'Alexander House qui di fianco e domattina venire da noi per la colazione"
Io e Milly ci guardammo per una frazione di secondo e all'unisono rispondemmo: - "Nessun problema"
Non vedevamo l'ora di visitare la città. Avrebbero potuto anche farci trascorrere la notte nel seminterrato che non ci saremmo comunque lamentate. Le nostre priorità riguardavano: posare subito le valigie, darsi una rinfrescata veloce e incamminarsi immediatamente verso il centro.
All'Alexander House ci accolse una coppia di polacchi. Lui, un uomo alto e robusto, con i baffi biondicci e con un prorompente alito di birra bilanciava in modo impeccabile la sua figura con una simpatica ospitalità.
Alla fine dell'ampia scalinata in legno sulla sinistra, che dall'entrata portava direttamente al piano superiore dove si trovavano le camere per gli ospiti, c'era la nostra stanza.
L'intero pavimento della casa, compresa la scalinata, era rivestito di soffice moquette rossa. Per ovvi motivi igienici solo il bagno in comune con gli altri ospiti era rivestito col parquet.
Il gentile padrone di casa ci consegnò la chiave della nostra camera insieme a quella del portone principale. Prima di congedarsi e rifugiarsi nel suo salottino personale a destra dell'entrata, si mise a disposizione per qualunque eventuale richiesta da parte nostra.
La nostra camera era una doppia con letti separati. Un ampio armadio si prendeva l'intera parete sinistra e al di sotto erano posizionati i due letti, separati da un comodino. Un'unica finestra si affacciava sul cortile posteriore della casa. Sulla parete opposta ai due letti si trovava un tavolino con sopra un televisore e di fianco un minuscolo lavandino con uno specchio. L'aria dentro era caldissima. L'enorme termosifone dietro la porta faceva il suo dovere egregiamente.
Prima di uscire il signor Alexander ci aveva indicato la strada per arrivare in centro: - "Cinque minuti a piedi. In pratica sarà la strada a condurvi. Sempre dritto"
Chiedemmo anche se nelle vicinanze ci fosse stata una banca dove poter effettuare un cambio di somma da euro in sterline. Fortuna volle che un ufficio si trovasse proprio alla fine del vialetto residenziale dove alloggiavamo.
I cinque minuti a piedi si rivelarono essere dieci. Ma a prescindere da questo le condizioni atmosferiche furono clementi. A parte il vento si stava davvero bene al sole.
- "Stiamo camminando ormai da più di cinque minuti, stando a quello che ha detto quel tizio dovremmo essere davvero vicino al centro, giusto?"
Si trattava chiaramente di una domanda retorica. Aspettai che Milly continuasse senza rispondere.
- "Mi sorge spontanea una domanda. Come diamine è possibile che non abbiamo incontrato un'anima viva? Nemmeno per sbaglio. O Glasgow è la città con meno abitanti del mondo oppure il signor Alexander ci ha propinato una bella presa per il culo e ci troviamo nella zona più periferica della città"
Guardai il viso accaldato di Milly e mi scappò una sonora risata. In effetti non avevamo incrociato nessuno, nemmeno per chiedere un'informazione. Nulla.
Anche di auto se ne vedevano pochissime. Ai semafori non si formavano file.
- "Mah. Continuiamo ancora un po'. Da qualche parte pur dobbiamo arrivare"
Pensavo fosse impossibile ritrovarsi in posti meno affollati di quello che stavamo percorrendo. "Affollato" era una parola grossa da usare.
- "E menomale che Glasgow è la più grande città della Scozia, con la più alta densità di popolazione", Milly non era capace di dare una spiegazione al nulla che ci circondava.
- "E pensa che è anche la quarta città più grande del Regno Unito", adoro rigirare il dito nella piaga.
- "Pensa te!", rispose lei sarcastica indicando la strada vuota davanti a noi.
La sua irritazione era tangibile. Io continuavo a camminare speranzosa. Presto ci ricredemmo entrambe.
STAI LEGGENDO
Cara Scozia, il diario di un'avventura
AdventureDa Glasgow a Edimburgo, passando per Fort William fino all'incantevole Isola di Skye. Il racconto di due amiche e del loro legame che supera i confini del tempo per consolidarsi nel presente, durante il viaggio che ha cambiato le loro vite. Pronti a...