Midhope Castle, meglio conosciuto come Lallybroch

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– "Siamo ad Edimburgo, un giro a Lallybroch non ce lo facciamo?", propose Milly.

– "Quanto dista?"

– "Il navigatore dice meno di quaranta minuti dal centro"

– "Andiamo allora"

Il Midhope Castle è una tenuta rurale che si trova a pochi metri da un quartiere residenziale nella periferia di Edimburgo. Per arrivarci abbiamo spesso sbagliato strada, perdendoci nell'intricato labirinto di stradine. Stavamo per arrenderci, ma siccome Milly non accetta mai una sconfitta, decidemmo di riprogrammare il navigatore e stavolta fare attenzione a ogni minimo accenno di strada asfaltata o sterrata che quest'ultimo ci avesse indicato. E fu così che dal quartiere moderno ci ritrovammo su una stradina di campagna un po' disastrata che ci condusse fino a una fabbrica di fuochi d'artificio.

– "Fuochi d'artificio"

– "Sembra un vicolo cieco", constatai.

– "Forse si gira a sinistra. Vedo una stradina"

– "Sì, ma porta al parcheggio della fabbrica"

– "Scendiamo, mal che vada facciamo retromarcia"

– "Però il navigatore indica che stiamo percorrendo la strada giusta"

– "Guarda, non c'è solo il parcheggio, ma la strada continua!", esclamò entusiasta la mia amica.

– "Oh guarda, un ponticello"

Ma Milly non rispose alla provocazione, perché all'improvviso da dietro un albero vedemmo sbucare Lallybroch e gli occhi si riempirono di meraviglia. A prima vista l'arco che conduce all'interno del cortile è il lasciapassare al mondo della fantasia. Quell'arco in pietra sotto il quale spesso Jamie è stato descritto nei libri e poi visto nella serie fa un certo effetto. Purtroppo, oltre all'arco non c'è più nulla che richiami il mondo di Outlander. Tutto quello che si vede nella serie è stato ricostruito proprio come succede nei classici set cinematografici.

– "Non esiste nessuna collina dietro Lallybroch"

– "C'è solo un piccolo prato dove di recente è stato costruito un container"

– "Sicuro di recente, considerato il materiale utilizzato"

– "Stona la modernità in questo contesto"

– "Facciamoci un giro dentro, magari troviamo qualcos'altro", propose Milly che, come me, non era disposta ad accettare la realtà dei fatti. La finzione di un set è nociva per chi avrà a che fare un giorno con la cruda verità.

Purtroppo, attraversato quell'arco, non trovammo nessun'altro rimando al tepore di Lallybroch, nulla che fosse in grado di risvegliare la nostra fantasia e riaccendere i sensi.

La tenuta aveva tutta l'aria di essere pericolante e abbandonata.

– "Accontentiamoci dell'arco", propose Milly arrendendosi ormai all'evidenza.

– "Però vista da lontano è comunque un tuffo al cuore", ammisi.

– "Stiamo parlando pur sempre della casa natale dei Fraser, eh"

– "Non dimentichiamocelo"

Il ritorno verso Edimburgo fu silenzioso. Non ci scambiammo molte parole, probabilmente perché entrambe stavamo facendo i conti con la scoperta dolceamara fatta poco prima.

Fui io a interrompere il flusso invisibile di pensieri.

– "Ammetto che per preservare il piacevole ricordo di alcune cose, queste devono rimanere un pensiero astratto nella fantasia, lontano dalla realtà"

– "Quando ci sbatti il muso dentro, la realtà è spesso una carogna in grado di rovinarle per sempre", concluse Milly.

Dopo aver visto con i nostri occhi la vera natura di Lallybroch e dopo averne constatato i limiti, anche la carica emotiva di casa e famiglia evocata dalla serie non fu più la stessa.

– "Ora guarderò Outlander, continuerò a leggere la saga, e ogni volta che ci saranno scene legate a Lallybroch mi ricorderò del container e della fabbrica dei fuochi d'artificio che stonano con l'epoca"

– "Fosse solo quello. Alla fine, si tratta di un rudere, non c'è nulla. Manca pure la collina dietro"

– "Il dito nella piaga", mi lamentai.

– "Vediamo il lato positivo: oggi abbiamo ricevuto una lezione importante, l'hai accennata tu prima"

– "Che la fantasia è meglio della realtà? Lo sapevamo già"

– "No, che talvolta non è necessario conoscere tutto della realtà se vogliamo preservare un minimo di serenità personale"

– "Ci sono cose che è meglio non sapere. Non è poi così male l'ignoranza. Inoltre, ci sono cose che nella fantasia funzionano meglio, poi si scontrano con la realtà e non vanno bene più"

– "Di certo c'è che meno si sa, meglio si sta"

– "Concordo con te, Milly. Però se ci pensi, nella realtà Lallybroch si chiama Midhope"

– "Mezza speranza", rispose accigliata Milly.

– "Esatto. Un po' come quella che ci ha lasciato oggi: la mezza speranza di ritrovare Lallybroch intatta e non contaminata dalla realtà nella nostra fantasia quando sarà il momento di rivederla"

– "Ah, solo di mezza speranza si può trattare, perché di sicuro il container sarà la prima cosa che la tua immaginazione ti farà notare la prossima volta che vedrai un episodio di Outlander", scherzò Milly.

Ridemmo alla battuta, ma in effetti tutt'oggi, oltre al container, non riesco a fare a meno di pensare anche alla fabbrica e a quel pezzo di modernità che si è intrufolato in quell'angolo magico rendendolo un po'più cinico e meno edulcorato. Ma è pur sempre Lallybroch, e nulla me la farà apprezzare di meno.

Cara Scozia, il diario di un'avventuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora